Prezzi benzina e nucleare Iran: ecco perchè l’accordo potrebbe far felici gli automobilisti

Pubblicato il 11 Aprile 2015 alle 18:14 Autore: Emanuele Vena
prezzi benzina

L’accordo raggiunto a Losanna ad inizio aprile tra l’Iran ed il gruppo dei 5+1 a proposito del programma nucleare di Teheran potrebbe far sorridere milioni di automobilisti. L’intesa raggiunta in Svizzera – i cui dettagli verranno messi a punto nelle prossime settimane, contribuendo alla stesura del testo definitivo dell’accordo entro la fine di giugno – potrebbe infatti avere effetti importanti anche al di fuori del mero comparto del nucleare (e della minaccia da esso prodotta).

L’accordo raggiunto, se dovesse andare in porto senza incontrare ostacoli last minute tali da vanificare un lungo percorso di ben 18 mesi di trattative, oltre a scongiurare il rischio dell’atomica iraniana potrebbe portare decisi vantaggi all’economia di Teheran. Oltre al programma nucleare è infatti in ballo la questione delle sanzioni internazionali nei confronti dell’Iran, una misura che ha fiaccato per decenni l’economia della Repubblica Islamica.

Secondo uno studio del Quartz, la fine del regime sanzionatorio potrebbe portare ad un incremento degli introiti iraniani derivanti dal petrolio pari a ben 1.6 miliardi di dollari al mese. Ciò significherebbe l’immissione sul mercato globale di una quantità di olio nero superiore a quella – già cospicua – attualmente circolante. Il che potrebbe produrre ovvie implicazioni a livello di prezzo. Se infatti il crollo del prezzo del barile registrato negli ultimi mesi è da ricondurre alla presenza di un eccesso di offerta – frutto di una vera e propria guerra di nervi tra i colossi mondiali del petrolio mondiali, OPEC in primis – l’ingresso dell’Iran produrrebbe ad un’ulteriore aumento dell’offerta mondiale che, in assenza di una domanda adeguata, sarebbe il preludio ad un ulteriore abbassamento dei prezzi.

Tra nucleare e petrolio

La notizia, ovviamente, potrebbe fare felici gli automobilisti, che negli ultimi mesi hanno registrato una considerevole diminuzione del prezzo dei carburanti. Sebbene l’effetto non sia automatico – ad una riduzione del prezzo del petrolio non corrisponde mai un’eguale riduzione del prezzo del carburante – ed in Italia il prezzo resta influenzato da un alto livello di accise, l’evoluzione del quadro geopolitico potrebbe frenare (quantomeno in parte) la fisiologica risalita dei prezzi attesa nella seconda parte del 2015, prolungando il beneficio per i consumatori (nello specifico, appunto, gli automobilisti) che potrebbero continuare a godere di prezzi convenienti ancora per un bel po’. Non resta dunque che da sperare che l’accordo di Losanna si traduca effettivamente nella rimozione delle sanzioni – un punto fondamentale per Teheran – e che non subentrino altri aspetti (crisi in Yemen in primis) tali da porre nuovamente ai ferri corti Occidente ed Iran.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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