Senato e Italicum, Renzi: “Sì al confronto ma nessuno scambio”

Pubblicato il 17 Aprile 2015 alle 10:02 Autore: Giuseppe Spadaro
renzi

L’Italicum resta il terreno di scontro nel Pd. Da una parte c’è Renzi fiducioso e dall’altra i tormenti della minoranza ed il rischio di una scissione Pd.”Io sono tranquillo. I voti ci saranno in ogni caso”, anche con il voto segreto: per Renzi “una parte di Forza Italia non si tirerà indietro”. È quanto afferma il segretario del Pd e premier in carica parlando con Repubblica. Sulla fiducia, “questo è un tema che ci porremo a fine aprile. Mi sembra più una questione procedurale che politica. Vedremo”.

Quasi in risposta alle dichiarazioni di alcuni esponenti della minoranza tra cui Civati, Renzi fa sapere: “Non prenderemo provvedimenti. Non lo abbiamo mai fatto. Nemmeno quando alcuni non hanno votato il Jobs Act. Certo, se poi la legge non passa allora il discorso cambia. Eppure io non vedo rischi”. Fatti i conti “sono una quarantina quelli davvero pronti a fare le barricate. Ma la mia impressione è che i critici siano comunque divisi tra di loro. Ho visto almeno quattro anime diverse dentro la minoranza”.

Giallo sulla riforma del Senato

Sulla riforma del Senato, tuttavia, sembrava in un primo momento che il presidente del Consiglio avesse aperto ad eventuali modifiche. “Per quanto mi riguarda può tornare elettivo, fu Vasco Errani, braccio destro di Bersani, a dirsi contrario”. A stretto giro di posta è arrivata tuttavia la precisazione di Palazzo Chigi: “Niente scambi (Italicum per Senato elettivo, ndr) non si torna indietro. La legge elettorale va approvata, nessuno può bloccare le riforme. Si va avanti con un confronto nel merito ma nessuno scambio o concessione. Parlare di offerta ai ribelli è fuori dalla realtà”. Vengono così smentite le indiscrezioni su alcuni retroscena su un’apertura alla corrente minoritaria del partito sulle riforme.

Pochissime chance di modifiche

“La composizione del Senato prevista dal ddl Boschi”, ha detto il vicecapogruppo alla Camera Ettore Rosato, “è frutto di una grande mediazione che ha prodotto questo modello di Senato e questo modello di Senato è stato approvato sia dalla Camera che dal Senato in misura uguale quindi non più modificabile”. Prima ancora che politica, la questione è meramente tecnica: il ddl Boschi è un disegno di legge di riforma costituzionale che ha già avuto due approvazioni e che nelle ultime due letture non può essere più modificato. Altrimenti l’iter dovrebbe ricominciare daccapo.

Italicum, Guerini: “Saremo compatti”

All’assemblea Pd “il gruppo ha fatto un confronto vero, terminato con una decisione ad amplissima maggioranza. Ma la cosa più importante è che anche molti di quelli che hanno dissentito sul merito hanno preso comunque l’impegno di attenersi in aula alla scelta del gruppo”. Così Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, in un’intervista alla Stampa.  Quanto alla fiducia, “è tecnicamente possibile” ma “è l’extrema ratio, vediamo come andranno le cose nei prossimi giorni”.”In commissione i membri rappresentano il gruppo e quindi bisognerà essere compatti, ma le scelte sulle sostituzioni spettano all’ufficio di presidenza del gruppo”, rileva Guerini, che invita Speranza a “riflettere” sulle dimissioni.

italicum scissione pd

Civati: “Se Renzi tira dritto sarà diaspora”

Civati è tra i più agguerriti rappresentanti della minoranza interna. Per l’esponente del Pd, se Renzi pone la fiducia sull’ Italicum, “non partecipiamo alla fiducia, diciamo no al provvedimento assumendocene le responsabilità. E dopo, se invece di attivare una riflessione politica, loro attiveranno le procedure per espellerci, allora si sarà consumato il divorzio. Io non uso il termine scissione, uso il termine diaspora. È un popolo che si divide. Quelli che si perderanno saranno senz’ altro Fassina e D’Attorre, Bersani e la Bindi, che in queste condizioni non ce la fanno più, casomai non usciranno dal Pd, ma si isoleranno all’interno del partito”. Lo afferma il deputato Pd Pippo Civati in un’intervista a Quotidiano nazionale. “C’è un limite a tutto. Qui il messaggio che vediamo è uno solo: devo vincere, vinco, sbaraglio, asfalto… ma non è il mio messaggio, i miei elettori non capiscono. Renzi così spacca il partito”, dice Civati.

Bindi: “Se passa Italicum nascerà partito a sinistra del Pd”

Se passa l’Italicum, “io sono troppo vecchia per essere interessata a nuove avventure politiche, ma qualcuno lo farà un partito a sinistra del partito della nazione. Con il 3% è stato dato uno strumento elettorale a una possibile operazione politica, che prenderà molto di più. Camusso ha detto che non vota più Pd e la coalizione sociale di Landini ha senso, con un governo così”. Lo afferma la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, in un’intervista al Corriere della Sera. “Senza cambiamenti, il legame tra legge elettorale e riforma costituzionale mi porta a non partecipare al voto. Non mi comporterò da 101, farò la mia battaglia a viso aperto. In aula faremo la nostra battaglia e poi c’è il voto segreto”, dice Bindi, secondo cui “con l’unità del Pd le riforme si possono fare bene”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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