Elezioni regionali, Renzi e il Pd puntano al 7 a 0

Pubblicato il 20 Aprile 2015 alle 15:52 Autore: Giuseppe Spadaro

In vista delle elezioni regionali fissate per Domenica 31 Maggio in cui sette regioni italiane saranno chiamate a rinnovare presidente e consiglio regionali il Partito Democratico ed il premier Renzi puntano al cappotto elettorale. Le sfide saranno nelle seguenti regioni: Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia.

Il Pd renziano che anche nella composizione delle liste sembra molto ispirato all’idea del Partito-della-nazione evocato in più occasioni da Renzi ed aspira ad una vittoria schiacciante grazie alla quale pianificare il lavoro al Governo sino alla scadenza naturale della legislatura del 2018.

Regionali e rapporti di forza politici nazionali ricorrono spesso nei ragionamenti del premier-segretario che non perde occasione per ricordare agli uomini a cui ha affidato la gestione del Pd (Guerini e Lotti su tutti) la “dimensione politica nazionale” della sfida di fine maggio. Il centrosinistra, secondo molti osservatori, non dovrebbe avere sorprese in Toscana, Marche, Umbria e Puglia. Tutte da decifrare le altre tre sfide dove la partita, al momento, sembra apertissima.

In Veneto è ricandidato il presidente della regione uscente Luca Zaia sostenuto da Lega e Forza Italia. Il centrosinistra schiera Alessandra Moretti. Il terzo incomodo è Flavio Tosi, sindaco di Verona fuoriuscito dalla Lega. Il centrosinistra dopo aver scelto, tramite primarie, e con largo anticipo la sua punta di diamante Moretti spera sempre più nell’effetto Tosi per indebolire la compagine di centrodestra guidata Zaia. Il Veneto è forse la Regione più significativa anche per l’investimento politico del segretario federale della Lega Salvini che ha voluto puntare tutto su Zaia anche a costo della rottura con Tosi. Servirà inoltre al centrodestra per testare l’asse Salvini-Berlusconi.

Secondo livello di difficoltà per il centrosinistra in Liguria e Campania dove sono rispettivamente schierati i candidati alla presidenza Raffaella Paita e Vincenzo De Luca. La strada di entrambi i candidati è disseminata da molte polemiche che riguardano l’indagine a carico della candidata ligure e l’applicazione della legge Severino, in caso di elezione a presidente, per l’ex sindaco di Salerno De Luca. Il centrodestra è rappresentato in Liguria da Giovanni Toti, l’uomo nuovo di Forza Italia su cui converge anche la Lega, e in Campania dal presidente della regione uscente Stefano Caldoro che conta sul sostegno di una parte dei voti dei centristi.

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Strategia, bivio elezioni regionali per Renzi

Renzi dovrà decidere la strategia da adottare nelle prossime ore. Ha davanti a se’ due strade: schierare il Partito ed i suoi uomini più importanti (compresi i ministri del suo governo?) nelle regioni dove la sfida sembra più difficile oppure separare i due piani in modo da evitare ricadute sul Governo in base all’esito del voto. Perché se anziché l’auspicato 7 a 0 dovesse trovarsi alle prese con un 4 a 3 dall’1 Giugno avrà di fronte un Salvini molto più agguerrito contro il Governo e la sua leadership.

Altre possibili conseguenze del voto

Il voto avrà inevitabili conseguenze anche nei rapporti interni sia al Pd che al centrodestra. Infatti un’affermazione netta del Pd nelle singole regioni rappresenterebbe un deterrente o almeno un freno alla volontà di quanti, da sinistra, guardano con attenzione alla coalizione sociale di Landini e sarebbero tentati da ipotesi di scissione. Se il voto (in questo senso test interessanti ci saranno in Liguria e Toscana vista la presenza di candidati a sinistra del Pd) dimostrerà una scarsa attenzione da parte dell’elettorato democratico, Renzi avrà da festeggiare ancora di più.

Lo stesso vale nel centrodestra dove l’esito del voto potrà o meno incoraggiare i più insofferenti a lasciare il partito di Berlusconi con spazi di autonomia anche in Parlamento. Può accadere anche il contrario: qui molto dipenderà dai risultati di Tosi in Veneto e della coalizione a cui lavora Fitto in Puglia che dovrebbe candidare Schittulli contro la candidata del centrodestra Poli Bortone sostenuta da Forza Italia e’Noi con Salvini’.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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