Il governo non dimezza gli F35, Sel chiede la sfiducia per la Pinotti

Pubblicato il 23 Aprile 2015 alle 16:13 Autore: Redazione
ministro pinotti

Il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà a Montecitorio ha annunciato oggi la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della difesa Roberta Pinotti. Il motivo sta nel mancato ridimensionamento degli investimenti per gli F35, i tanto discussi caccia il cui costo complessivo dovrebbe toccare i 14 miliardi di euro.

F35

“Nonostante l’impegno del governo e del ministero della Difesa e la mozione approvata dal parlamento in questa direzione – precisa Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera – si continua con gli investimenti in armi. Il ministro Roberta Pinotti non è adeguata, per il rapporto non corretto che ha con il parlamento e con la sua maggioranza. Chiediamo un cambio o procederemo con una mozione di sfiducia”

Pinotti e gli F35

La mozione a cui allude Scotto è quella risalente allo scorso settembre, quando da parte dello stesso Partito Democratico era stata manifestata la disponibilità a dimezzare l’investimento per i novanta F35 previsti, che tra l’altro sembrava non risultare particolarmente convincente neppure per Matteo Renzi (almeno quando non era ancora al governo). Oggi, tuttavia, la maggioranza appare determinata a procedere in direzione inversa, suscitando l’ira di Sel. Tra l’altro, proprio un deputato vendoliano – Giulio Marcon – ha tracciato sul Manifesto di oggi un riepilogo critico dell’intricata questione degli F35, che ormai va avanti da anni, parlando di “miliardi di euro buttati al vento”. Nell’articolo, inoltre, si legge che “la produzione degli F35 continua senza che le camere abbiano potuto visionare da un anno alcun documento da cui evincere il costo totale del programma”.

Una vicenda, dunque, che continua a dividere l’opinione pubblica e il mondo politico fra chi sostiene la necessità di un adeguato sistema difensivo e chi vorrebbe invece destinare l’eventuale risparmio a questioni di urgenza preminente, spostando risorse sulle fasce più deboli e sui disoccupati. Viste le crescenti minacce provenienti dall’esterno (basti pensare all’Isis), è prevedibile che allo stato attuale sarà dura – per i sostenitori del dimezzamento – riuscire ad imporre le proprie posizioni. Anche perché, se si esclude il Movimento Cinque Stelle, la mozione di sfiducia non dovrebbe trovare appoggio fra le altre opposizioni.

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