Riforme, il ministro Martina avverte: “Chi spacca il Pd fa un piacere alle destre”

Pubblicato il 11 Agosto 2015 alle 11:34 Autore: Felice Tommasino
Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina

L’argomento riforme è sempre più scottante. L’aria nel Pd resta elettrica. Il ministro Martina, tra i più volenterosi a cercare il dialogo, si è visto rispondere picche dalla minoranza Pd. Quest’ultima resta ferma nel volere il Senato elettivo e replica, ai tentativi di apertura al dialogo, con il solito Vannino Chiti: “Se non si vuole Senato elettivo, si dia vita al Bundesrat”. Intanto qualcuno paventa il rischio scissione nel Pd e Martina avverte: “Si fa un piacere alle destre”.

Martina: “Pd deve presentarsi unito”

Il ministro delle Politiche agricole Martina crede ancora nella possibilità di un dialogo: “Il Pd deve presentarsi unito a questo passaggio fondamentale”. Intervistato da La Stampa, risponde alla provocazione di Chiti: “Ai tre senatori che hanno avuto reazioni sferzanti direi di evitare battute e guardare al merito: Chiti nel 1996 c’era, gli ricordo che la proposta del ddl Boschi è coerente con le tesi dell’Ulivo del 1996”.

“Ad un passo dal superamento del bicameralismo perfetto”

Martina fa riferimento alla tesi numero 4 del programma dell’Ulivo: “Il Senato dovrà essere trasformato in una Camera delle Regioni, composta da esponenti delle istituzioni regionali che conservino le cariche locali”. Il ministro sottolinea: “Siamo arrivati ad un passo dal traguardo storico del superamento del bicameralismo perfetto, non possiamo fermarci”.

Il ministro delle Politiche agricole Martina

La minoranza Pd preme per modificare l’articolo 2 del ddl Boschi. Martina rintuzza: “Siamo ad un metro dalla meta, non possiamo ricominciare da capo: è già successo troppe volte, anche quando il centrosinistra governava”.

“Farò di tutto per tenere unito il partito”

Qualcuno paventa che dietro la ferma opposizione della minoranza Pd ad ogni tentativo di mediazione ci sia la volontà di uscire dal partito. Il ministro: “Non voglio nemmeno pensarlo. È troppo grande e importante il progetto del Pd”. E avverte: “Farò di tutto per tenere unito il partito”.

“Dobbiamo essere all’altezza della domanda di cambiamento”

La minaccia del Vietnam parlamentare echeggia ancora nelle menti di tutti. Questo ed altri toni sono fermamente respinti dal ministro che anzi sottolinea: “Dobbiamo essere all’altezza della domanda di cambiamento che l’Italia ci ha rivolto: se il Pd voterà la riforma costituzionale che, dopo anni di discussioni, mette la parola fine al bicameralismo perfetto, nasce la Terza repubblica per davvero”.

Tenere unito il partito deve essere anche l’obiettivo di Renzi. “Ma ciascuno di noi ha responsabilità non irrilevanti. Io non ho votato Renzi al congresso, ma voglio cambiare il Paese” precisa il minstro.

Marcucci: “Ci  appelliamo a tutte le forze politiche”

Intanto, il senatore Pd Andrea Marcucci, rivolge dalle pagine de L’Avvenire il suo monito ai partiti di opposizione: “Ci appelliamo a tutte le forze politiche. Forza Italia proprio nell’agosto scorso votò insieme al Pd la riforma costituzionale. Ho molta stima di Paolo Romani, in Senato il gruppo ha mantenuto sempre posizioni di grande equilibrio”.

Marcucci avverte: “A Palazzo Madama per fortuna non c’è Renato Brunetta. I numeri ci saranno, ne sono certo. Se il ddl Boschi non dovesse passare, non restano che le elezioni anticipate”.

“Non sarà possibile andare avanti così”

Sulla paventata ipotesi di una scissione, il senatore dem: “Io credo e spero che i dissidenti dem non escano, si condannerebbero all’irrilevanza. Devo anche dire che non sarà possibile andare avanti come negli ultimi mesi. Vanno sottolineate e applicate le regole minime di convivenza civile e democrazia del partito”.

Chiti: “Si dia vita al Bundesrat

Dal canto suo, la minoranza Pd risponde ancora con le parole del senatore Vannino Chiti: “Se non si vuole il Senato elettivo l’alternativa per un’intesa esiste. L’ho detto anche intervenendo nella commissione Affari costituzionali: si dia vita al Bundesrat, ma a quello vero, formato dai rappresentanti dei governi regionali, con voto unitario, con competenze e procedimento legislativo quali quelli esistenti nella Germania federale”. Sul riferimento tedesco, Chiti ricorda: “La legge elettorale con cui si elegge la loro Camera non è certo iper maggioritaria come l’Italicum”.

Fornaro e Pegorer difendono tesi Ulivo

Sempre dalla minoranza Pd, arriva la nota dei senatori Federico Fornaro e Carlo Pegorer che rispondono al ministro Martina sulle tesi dell’Ulivo: “Non ci ricordiamo eguale foga neo-ulivista a sostegno della battaglia condotta dalla minoranza PD contro l’Italicum. Eppure nella tesi n.1 dell’Ulivo era espressa una chiara preferenza per il collegio uninominale a doppio turno di tipo francese: un modello lontano anni luce dai capolista bloccati in 100 collegi e dalle 10 pluricandidature della nuova legge elettorale”.

Fornaro e Pegorer avvertono: “Siamo certi, comunque, che a settembre sentiremo forte e chiaro il richiamo alla coerenza a Renzi per il rispetto delle tesi dell’Ulivo sulla tassazione immobiliare: quanto di più distante dalla recente proposta del Governo di abolizione totale dell’imposizione su tutte le prime case, che nei fatti realizzerebbe quella ingiusta redistribuzione dai meno abbienti ai più ricchi, così fieramente contestata dalla tesi n. 41 dell’Ulivo 1995”.

 

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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