Niente unità a sinistra, Vendola stronca Civati: “Si comporta come un elefante in cristalleria”

Pubblicato il 16 Ottobre 2015 alle 13:42 Autore: Redazione
vendola e civati seduti affianco durante dibattito organizzato da sel

Altro che unità a sinistra: il laboratorio della ritrovata sinistra che avrebbe dovuto prendere in autunno stenta a materializzarsi. Vendola e Civati hanno ad esempio posizioni distanti.

E a confermarlo arrivano le parole del leader di Sel che a proposito dell’ipotesi di far squadra con Civati, nell’intervista al Manifesto, afferma: “La vedo difficile. Si comporta come un elefante in cristalleria. In ogni città in cui passa lascia una scia di polemiche e divisioni”. Ma ammette “su una cosa invece Civati ha ragione: sul profilo di autonomia politico-culturale che deve avere la nuova sinistra. Ma l’autonomia non può essere interpretata come “una rottura generalizzata con il Pd senza guardare in faccia le situazioni”.

vendola e civati discutono a margine di una manifestazione pubblica in piazza

La cosa rossa? “Spero che si faccia. Sarà importante che da parte di tutti ci sia un atteggiamento di generosità e un convincimento che la quadra la si trova sul terreno dell’innovazione e non su quello della restaurazione di vecchi schemi. Dobbiamo fare tutti un passo avanti”.

Possibile alleanza sinistra col Pd a Milano

C’è il rischio di una sinistra ancora divisa in vista delle amministrative? Vendola risponde: “sento l’urgenza di far partire il processo unitario, voglio mettere il convoglio di Sel su un binario. Ma che non sia un binario morto. Noi ci siamo separati dalla sinistra dell’impotenza e della testimonianza. Non torneremo indietro”. L’ipotesi di un’alleanza con il Pd, a partire dalle città? “Dobbiamo costruire coalizioni di progresso che possano mettere in campo una sfida programmatica su elementi dirimenti. Su questo canovaccio si costruiscono le coalizioni possibili territorio per territorio”.

A Milano, spiega Vendola, “puntiamo sulla continuità del laboratorio straordinario dell’amministrazione Pisapia. Non c’è nessun automatismo, ma neanche in senso contrario: quello di chi pensa che le città siano cavie da laboratorio per bisogni esterni a quelli dei cittadini”.

 

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