Quadri rubati: il mistero delle opere d’arte olandesi riapparse in Ucraina

Pubblicato il 12 Dicembre 2015 alle 10:52 Autore: Redazione
quadri rubati il museo westfries a hoorn in olanda

Quadri rubati: il mistero delle opere d’arte olandesi riapparse in Ucraina

Il Museo Westfries, ubicato nell’idilliaca città olandese di Hoorn, è stato derubato il 9 gennaio 2005. I ladri hanno preso 70 pezzi d’argenteria e 24 dipinti del 17 ° secolo di artisti relativamente poco conosciuti tra cui Jacob Waben, Floris van Schooten, Steven van Duyven, Jan Linsen. Il museo ha stimato il valore delle opere rubate in 10 milioni di euro.

I ladri d’arte che non puntano al riscatto, o che operano su commissione per collezionisti senza scrupoli, spesso si accontentano di lavori di basso livello: sono più facili da spostare e vendere. A loro piacciono i musei minori, anche perché non sono adeguatamente custoditi. Come è emerso, le opere sono finite in un palazzo in Ucraina orientale, la zona di residenza del fuggito presidente ucraino Viktor Yanukovich, dove i suoi compari hanno accumulato vaste fortune con le miniere di carbone e altre attività più o meno legali.

Quando nel mese di luglio, due ucraini si sono presentati presso l’ambasciata olandese a Kiev, con la pretesa di rappresentare un battaglione di volontari ucraini che combattono contro i separatisti russi in Ucraina orientale, i custodi del museo di Hoorn hanno avuto notizia dei dipinti. I due personaggi dell’OUN, hanno spiegato d’aver trovato i dipinti in un palazzo, senza indicarne il proprietario e l’indirizzo, mentre come prova, hanno mostrato una foto di un quadro rubato con accanto un giornale ucraino corrente.

Quadri rubati: il ruolo dei battaglioni nazionalisti

L’OUN – o Organizzazione dei nazionalisti ucraini – era attiva nella prima metà del 20 ° secolo e combatteva contro ogni potere che al momento dominava l’Ucraina: Polonia, Unione Sovietica e Germania. Il moderno battaglione di volontari è formato principalmente da persone con vista sull’estrema destra; è un alleato al movimento Pravy Sektor.

Il comandante del battaglione, Mykola Kokhanivsky, nega che i suoi combattenti possano avere a che fare sia con le richieste di riscatto, che con il possesso delle opere. È anche andato direttamente all’ambasciata olandese a chiedere le scuse. Il comune di Hoorn, tramite un intermediario espero d’arte, ha parlato con un certo Borys Humenyuk, che sosteneva di essere un comandante OUN.

L’account di Facebook del battaglione, tuttavia, segnala che Humenyuk cura solo le relazioni pubbliche del battaglione, e che solo da poco tempo ne è entrato a far parte. “Ancora una volta dichiariamo che Borys Humenyuk non ha nulla a che fare con il battaglione OUN”, conclude il comunicato.

Gli olandesi, però, considerato che i negoziati sono falliti, e stanchi di agire pazientemente, vogliono pubblicità. Secondo il museo, Humenyuk inizialmente avrebbe chiesto 50 milioni di euro, per poi sostenere che potrebbe accettare anche 5 milioni. La situazione è ampiamente riportata dai media olandesi, come dalla televisione NOS in prima serata. L’intera storia – un corrotto Yanukovych che acquista opere d’arte rubate e una milizia nazionalista che tenta di negoziarle a fronte di un riscatto – sa di un’illegalità poco europea.

Da parte ucraina, il governo, per arrivare alla definizione di un giallo che solleva molta polvere proveniente dall’est ucraino, ha dato piena disponibilità alla collaborazione con le autorità olandesi.

Gabrielis Bedris

L'autore: Redazione

Redazione del Termometro Politico. Questo profilo contiene articoli "corali", scritti dalla nostra redazione, oppure prodotti da giornalisti ed esperti ospiti sulle pagine del Termometro.
Tutti gli articoli di Redazione →