Elezioni Spagna 2015: La svolta di Podemos e Ciudadanos

Pubblicato il 17 Dicembre 2015 alle 17:17 Autore: Beniamino Valeriano
elezioni spagna 2015

Elezioni Spagna 2015: l’ultimo sondaggio di Metroscopia per El País vede due nuove formazioni politiche incalzare i due principali partiti. Si tratta di Podemos e Ciudadanos (C’s), rispettivamente al 19,1 e 18,2 per cento. Basti pensare che il Partido Papular (PP) di Rajoy – ora alla guida del paese – è fermo al 25,3%; mentre il partito socialista (PSOE) rimane inchiodato al 21%. Ma quali sono le affinità e le differenze tra Podemos e Ciudadanos? Che cosa li rende diversi dai partiti tradizionali?

pablo iglesias

Elezioni Spagna 2015: Che cosa vuole Podemos?

Podemos è figlio della disillusione. E’ un partito nato dal movimento di protesta degli “indignados” del 2011. E’ il partito degli esclusi, dei giovani a quali è stata sbarrata la strada per il futuro. E dalla rabbia può solo nascere un partito con posizioni intransigenti, che non lascia spazio a nessun compromesso. Come dare fiducia, d’altronde, ai due partiti che hanno voltato le spalle ai cittadini negli anni più neri della crisi economica spagnola?

Pablo Iglesias ha avuto l’intuizione di convogliare questa insoddisfazione e di formare un partito che si differenziasse nel panorama politico. Nel 2014 Podemos ha preso l’8% alle elezioni europee, conquistando cinque seggi. Un buon battesimo elettorale.

Ma che cos’è Podemos? Oltre ad opporsi all’attuale classe politica spagnola, Iglesias ha preso posizioni molto forti contro l’Unione Europea e la Germania, vista come la causa principale dell’attuale situazione economica del paese. Inoltre, si vorrebbe ridiscutere o revocare il Trattato di Lisbona (uno dei trattati fondanti dell’Unione) e alcuni accordi di libero scambio, queste le richieste principali.

Il partito auspica il ritorno al locale, con incentivi alla piccola impresa e alla produzione di cibo a km zero. Iglesias è favorevole alla nazionalizzazione di gran parte dei servizi pubblici. Infine, Iglesias ha giurato di voler contrastare il dominio delle grandi imprese, delle banche e alla finanza.

In pochissimo tempo, il partito di Iglesias ha raccolto intorno a sé un numero sempre maggiore di consensi. Basti pensare che lo scorso maggio, in un sondaggio di Metroscopia, Podemos era il primo partito con il 27%.

Qualcosa però si è rotto con il passare del mesi. Innanzitutto alcune posizioni intransigenti hanno fatto accostare Podemos a Syriza e, a seguito dell’esperienza di Tsipras, hanno fatto allontanare molti potenziali elettori. Inoltre, ha fatto il suo ingresso sul palcoscenico nazionale Ciudadanos, partito che ha iniziato a sventolare la bandiera dell’anti-casta tanto cara a Iglesias. 

albert rivera

Elezioni Spagna 2015: Ciudadanos, la risposta a Podemos?

Ciudadanos non nasce dal nulla. Ma soprattutto non nasce come “la risposta di destra” a Podemos. Indubbiamente, però, condivide con il partito di Iglesias il forte sentimento anti-casta, reazione alla crisi del 2008 e alle politiche di austerity di Mariano Rajoy.

Nato nel 2006 come movimento regionalista contrario alle spinte indipendentiste della Catalogna, Ciudadanos si è presto dato una struttura nazionale, senza però raggiungere grandi risultati elettorali. Il suo giovane leader, Albert Rivera, ha iniziato la sua carriera politica in Catalogna e, grazie al suo indiscusso carisma, è riuscito a conquistare il partito e i cittadini spagnoli.

Con la capacità di presentarsi come “un’alternativa ragionevole” a Podemos, Rivera ha saputo raccogliere attorno a sé un forte consenso e, se i sondaggi varranno confermati il prossimo 20 dicembre, potrà essere l’ago della bilancia per la formazione di un nuovo governo. Ad ogni modo, Rivera ha già fatto sapere che non ha intenzione di stringere alleanze.

Il programma di Ciudadanos può essere definito liberale, soprattutto per le politiche economiche, anche se per molti aspetti si presenta come un ibrido non ben definito. Per il rilancio dell’economia e dell’occupazione, Rivera propone meno tasse e più incentivi per le imprese, una semplificazione burocratica e una riforma su base contributiva del sistema previdenziale.

Il suo programma, però, prevede anche forti aiuti alle famiglie, il diritto all’abitazione, all’educazione e alla salute. Sebbene c’è la volontà di eleminare gli spechi, il settore pubblico non viene demonizzato, anzi. Rivera vuole incentivare gli ammortizzatori sociali come, ad esempio, un assegno per la formazione dei disoccupati.

Ciudadanos propone una maggiore trasparenza delle istituzioni, l’abolizione del Senato e delle province, l’eliminazione dei privilegi dei parlamentari e una nuova legge elettorale, ispirata al modello tedesco. Di fatto Rivera si definisce “progressista e federalista europeo” e auspica una politica europea maggiormente coordinata. Infine, Rivera propone una politica di accoglienza degli immigrati in base alle possibilità del paese ospitante e impedire l’assistenza sanitaria per gli immigrati irregolari. Un modo per dire che, almeno per ora, la Spagna non vuole farsi carico del fenomeno dell’immigrazione.

L'autore: Beniamino Valeriano

Mi sono laureato in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Siena. Ho passato un anno a Madrid, ma poi è iniziata la crisi. Tornato in patria, sono ripartito per il Cile e ho (finalmente) capito di voler vivere e lavorare in Italia. Al momento frequento il master della Business School del Sole24Ore in "Giornalismo economico-politico e informazione multimediale". Sono appassionato di geopolitica, America Latina e musica. Speaker per gioco. twitter: @BenValeriano
Tutti gli articoli di Beniamino Valeriano →