Primarie Repubblicane: Ecco perché Trump ha perso

Pubblicato il 3 Febbraio 2016 alle 16:13 Autore: Daniele Errera
donald trump

Primarie Repubblicane: Ecco perché Trump ha perso

Comincia male l’avventura di Donald Trump come candidato dei Repubblicani per la conquista della Casa Bianca. Nello Stato del Midwest, infatti, si è affermato Ted Cruz, nonostante i sondaggi avessero dato per favorito l’imprenditore e politico di New York.

Galeotto fu il sondaggio che diede Donald Trump in netto vantaggio sugli altri candidati alle primarie repubblicane in Iowa. Non solo ha visto Cruz vincere, ma il miliardario ha rischiato anche di scendere al terzo posto. Che sia per colpa dell’imperante conservatorismo di base cristiana? Poco probabile: Ted Cruz è ancora più acceso sui temi religiosi. E’ ‘roba sua’. Come suo è il 27,7% che lo ha portato in vetta. Trai suoi sostenitori ben 12.000 volontari e 150 pastori. Di valori religiosi parla il senatore del Texas: “la vittoria dei valori giudeo-cristiani, dopo anni in cui Obama ha rovinato l’America. Questa – ha continuato il candidato di Calgary – è una vittoria della base. L’establishment del partito aveva puntato su altri”. Un attacco diretto a Trump, molto probabilmente.

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Primarie Repubblicane: Per Trump poca presenza locale

Se Cruz vola al 27,7%, Trump, invece, si ferma al 24,3%. Ha pagato quella connotazione nazionale, si pensa. Non ha curato una macchina amministrativa di volontari che nella fattispecie dei singoli Stati lo possa mettere in grado di ottenere quel surplus che lo porti alla vittoria. Quella che aveva Cruz, coi suoi 12.000 candidati. Troppe tv nazionali, troppi pochi comitati elettorali locali. Non si scompone Trump e nasconde così la sua delusione: “quando abbiamo iniziato questo viaggio eravamo 17 candidati e tutti mi dicevano, non andare in Iowa non riuscirai neanche a finire tra i primi dieci. Sono finito secondo e voglio dire a tutti, sono onorato, sono veramente onorato”. E dopo essersi congratulato con Cruz parla della prossima tappa, il New Hampshire . Lì, sostiene l’imprenditore miliardario, “siamo 28 punti avanti, lì annunceremo una vittoria”

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Ma, nonostante il vantaggio datogli dai sondaggi elettorali, adesso la situazione si complica per Trump, specialmente alla luce del terzo eletto, Marco Rubio. Terzo per un soffio (23%), si pensa che possa ereditare parte dell’appoggio dei finanziatori di Jeb Bush, ormai affondato. Sostenitori che potrebbero squilibrare la bilancia del consenso nei confronti del candidato più moderato fra i tre, proprio Rubio. Una partita tanto affascinante quanto incerta, quella del futuro candidato del Partito Repubblicano statunitense.

 

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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