Censis fotografa lo stato drammatico dell’edilizia scolastica italiana

Pubblicato il 31 Maggio 2014 alle 17:28 Autore: Emanuele Vena

Circa 24 mila impianti insufficienti su un totale di 41 mila. E’ questo il drammatico resoconto fornito dal Censis concernente lo stato dell’edilizia scolastica italiana.

Oltre la metà degli impianti ha dunque carenze di vario tipo, da problemi elettrici ad insufficienze di tipo idraulico o termico. Ben 9 mila impianti con intonaci a pezzi, oltre 7 mila con la necessità di un rifacimento di tetti e coperture e cica 3600 bisognosi di interventi sulle strutture portanti. Per non parlare degli edifici – circa 2 mila – interessati dal rischio amianto.

La drammatica situazione fotografata è frutto anche della carta d’identita degli edifici interessati. Oltre il 15% risale a prima del dopoguerra, altrettanti sono antecedenti agli anni Sessanta, mentre appena un quarto del totale è stato edificato dagli anni Ottanta in poi. Ma il punto non è “l’anagrafe dell’edificio”, in quanto il Censis dichiara la necessità di una completa sostituzione dell’edificio scolastico solo nel 7% dei casi. Prioritari invece sono interventi costanti di manutenzione ordinaria (nel 57% dei casi) e straordinaria (36%).

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Il problema non è quindi la sostituzione dell’edificio, ma la scarsa qualità – e quantità – dei lavori effettuati sulle strutture esistenti: secondo le valutazioni dei dirigenti scolastici, oltre un quarto delle strutture oggetto di interventi ha ricevuto un lavoro ritenuto scadente.

Per il Censis l’assegnazione di cospicue risorse tramite il “decreto del Fare” si pone nell’ottica di migliorare questi interventi nonché snellirne le procedure. Che si pone in un’altra ottica rispetto ai risultati dell’ultimo periodo: basti pensare che la cifra stanziata dopo il drammatico crollo della scuola di San Giuliano è stata pari a poco meno di 2 miliardi di euro, meno di un quinto rispetto ai circa 13 richiesti per tutti gli interventi necessari. Per non parlare di tutti i ritardi nell’attuazione. Meglio è andata la gestione dei fondi strutturali legati al FESR (fondo europeo di sviluppo regionale), che hanno assegnato più di 220 milioni ad interventi concernenti edifici di Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.

All’operazione ‘edilizia scolastica’ promossa dal governo Renzi hanno sinora aderito 4.400 Comuni. All’eventualità di dotare le scuole di un proprio budget specifico, oltre la metà dei dirigenti scolastici si è dichiarata favorevole, a patto di semplificare le procedure per affidamento lavori.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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