Mose, 35 arresti per tangenti. Fatture false per 25 milioni

Pubblicato il 4 Giugno 2014 alle 09:39 Autore: Carmela Adinolfi

Veneto, nuova Tangentopoli all’ombra di Piazza San Marco. A finire agli arresti, stamattina, in un’operazione condotta dagli uomini della polizia tributaria, 35 persone. Più di cento, invece, i soggetti iscritti nel registro degli indagati. Politici e imprenditori coinvolti in un giro di presunte tangenti per l’assegnazione e la gestione degli appalti per la costruzione del Mose, il sistema di dighe per regolare le maree nella Laguna di Venezia.

Gli ordini di custodia cautelare arrivano a conclusione di un nuovo filone d’indagini nell’ambito dell’omonima inchiesta, condotta dai pm della procura di Venezia Paola Tonini, Stefano Ancillotto e Stefano Buccini che aveva già portato all’arresto, lo scorso anno, dell’amministratore delegato della Mantovani Piergiorgio Baita. L’inchiesta, avviata tre anni fa dagli uomini della Guardia di Finanza aveva condotto all’arresto anche dell’ingegnere Giovanni Mazzacurati, curatore e responsabile della progettazione del Mose.

galan

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Secondo fonti della Procura, a finire in manette, anche il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (Pd) ora ai domiciliari con l’accusa di corruzione, concussione e riciclaggio.  Tra i nomi eccellenti a finire nel mirino della procura anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo e il generale in pensione Emilio Spaziante. Ordine di custodia anche per l’assessore regionale alle infrastrutture Renato Chisso. I magistrati avrebbe chiesto l’arresto anche del senatore Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto. Per poter procedere all’arresto è necessario il via libera dell’apposita commissione di Palazzo Madama.  Anche a lui vengono contestati i reati di corruzione, concussione e riciclaggio. Alla base di questo sviluppo ‘politico’ dell’inchiesta ci sono, secondo la ricostruzione della pubblica accusa, triangolazioni di denaro e fondi neri ottenuti attraverso false fatture maggiorate per un totale accertato di 25 milioni di euro. 

“E’ doveroso precisare che al sindaco di Venezia Orsoni non è stato contestato il reato di corruzione”, ha sottolineato il procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio. “Orsoni è indagato, invece, per finanziamento illecito ai partiti”. Corruzione di cui è invece accusato Galan, indagato dalla Procura di Venezia anche con l’accusa di aver ricevuto fondi illeciti per almeno 800mila euro dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn) nell’ambito delle opere del Mose. Le dazioni, da fondi neri realizzati dal Consorzio e dalle società che agivano in esso, risalirebbero agli anni tra il 2005 e il 2008 e il 2012. 

Poichè Galan è un parlamentare, attualmente Presidente della Commissione Cultura, gli atti dovranno essere trasmessi alla Camera che dovrà votare l’autorizzazione all’arresto.  Il diretto interessato, intanto, respinge tutte le accuse: “Sono estraneo ad accuse, voglio essere ascoltato”, ha dichiarato. Le accuse si riferiscono al periodo in cui Galan è stato presidente della Regione Veneto, dal 2005 al 2010. “Mi riprometto, di difendermi a tutto campo nelle sedi opportune con la serenità ed il convincimento che la mia posizione sarà interamente chiarita. Chiederò di essere ascoltato il prima possibile con la certezza di poter fornire prove inoppugnabili della mia estraneità”.

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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