Sondaggi referendum costituzionale: No ancora in testa per Ipr e Tecnè

Pubblicato il 18 Ottobre 2016 alle 17:13 Autore: Guglielmo Sano
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Sondaggi referendum costituzionale: No ancora in testa per Ipr e Tecnè

Prima di aprire il capitolo Referendum, prendiamo in esame le intenzioni di voto realizzate da Ipr Marketing e Tecnè per Porta a Porta che pongono il Partito Democratico in testa alle forze politiche nazionali e il Movimento 5 Stelle in seconda posizione: per Ipr Il Pd, in crescita di 2 punti di percentuale rispetto a un mese fa, è al 32%, mentre il M5S segue a distanza di 5 punti (-1%), la situazione fotografata da Tecnè è praticamente identica, 31,5% (+0,5%) per il Pd, 26,5% per il M5S (-0,5%). Nel campo del Centro Destra, per Tecnè è testa a testa tra Forza Italia e Lega Nord, un testa a testa da cui vincitori uscirebbero gli azzurri, anche se di misura, mentre secondo Ipr la Lega con il 13,5% dei consensi è stabilmente terzo partito del paese, con Forza Italia indietro di due punti.

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sondaggi politici elettorali

Sondaggi referendum costituzionale: No ancora in testa per Ipr e Tecnè

D’altra parte, in caso di ballottaggio tra Pd e M5S, sarebbero i pentastellati a prevalere: per Ipr con il 52% contro il 48% che incasserebbe il Pd, per Tecnè arriverebbero al 53% con i Dem fermi al 47%.

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Passando al Referendum Costituzionale, basta dare uno sguardo all’immagine sottostante per constatare che entrambi gli istituti danno in vantaggio il “No”. Nello specifico, per Ipr Marketing il fronte dei contrari è sopra di 3 punti, al 51,5%, quando i “Sì” non superano quota 48,5%, d’altra parte, il No ha perso 2 punti e mezzo dalla stessa rilevazione risalente a un mese fa, mentre i favorevoli hanno guadagnato il 2,5%.  Per Tecnè, invece, il “No” è anche più su, al 52%, 4 punti indietro, al 48% i “Sì”, in un mese sia i contrari che i favorevoli hanno guadagnato un punto.

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Particolarmente sbilanciato a favore del “Sì”, come prevedibile, l’elettorato Democratico secondo Ipr e ancor di più secondo Tecnè, diametralmente, gran parte di chi affermerà le ragioni del “No” è localizzato tra gli elettori dei 5 stelle. Per quanto riguarda l’elettorato del Centro Destra, Forza Italia spaccata a metà tra le due risposte al quesito referendario per Ipr, mentre per Tecnè anche gli azzurri come Lega e Fratelli d’Italia sono orientati verso il “No”, un dato che diviene ancora più netto nelle rilevazioni di Ipr.

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Secondo le indagini dei due istituti i favorevoli indirizzano il voto in base ai contenuti del quesito referendario e solo in minima parte per appoggiare il prosieguo dell’attività di governo. D’altro canto, nel fronte del “No” prevale la linea del “mandare a casa Renzi” .

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Ulteriore approfondimento da parte di Ipr e Tecnè sui temi del referendum: quello più conosciuto è ovviamente la riduzione del numero dei parlamentari, d’altronde è uno dei punti chiave della strategia elettorale posta in campo dal Premier, segue a stretto giro l’addio al bicameralismo perfetto. D’altra parte, quest’ultimo tema non è tra quelli che riscuote più successo tra gli elettori, escludendo la diminuzione dei senatori: infatti, è la soppressione del CNEL (Consiglio Nazionale sull’Economia e del Lavoro) uno dei punti forti del referendum, almeno stando alle rilevazioni prese in esame.

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Nota metodologica (disponibile solo per Ipr) 

Sondaggio realizzato in data 15 ottobre. Totale contatti: 2637/ 1003 Interviste/  Non reperibili: 111. Raccolta dati: Panel telematico con l’ausilio del sistema informatico Tempo Reale (Mobile Assisted Web Interview) con questionario strutturato e Metodologia Cati per le interviste telefoniche

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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