Mappe geopolitica: Haushofer e il panregionalismo della seconda guerra mondiale

Pubblicato il 3 Febbraio 2017 alle 15:04 Autore: Alessandro Faggiano
mappe geopolitica houshofer

Mappe geopolitica: Haushofer, la realpolitik e le panregioni della seconda guerra mondiale

Continua il nostro viaggio (a ritroso) nel complesso e importante mondo della geopolitica. Recentemente, vi abbiamo illustrato uno dei modelli geopolitici maggiormente conosciuti dalla fine della guerra fredda. Il Clash of civilizations di Samuel Huntington (1993) ‘diede il la’ alla nuova narrativa delle destre nazionaliste e reazionarie, nonostante le forti critiche ricevute da una buona parte del mondo accademico. Oggi, invece, vi proponiamo il modello geopolitico elaborato da Karl Haushofer negli anni ’30 del XX secolo. Al modello si Haushofer si deve la demonizzazione della geopolitica – definita spesso come una scienza maledetta – e l’utilizzo del celeberrimo termine geopolitik.

Mappe geopolitica: Karl Haushofer, il lebensraum e il mondo delle panregioni

Karl Haushofer, oltre che geografo, fu politico e militare. Bisogna affermare, fin dall’inizio, che l’elaborazione di un modello geopolitico prende forma a partire dai presupposti del suo teorico. Come esempio immediato poniamo lo stesso Haushofer: il geografo nasce in Germania ed è tra i promotori della dottrina nazista (la quale attingerà, a piene mani, dal suo modello geopolitico). Per quell’epoca, il naturalismo e il darwinismo sociale marcavano la maggior parte della produzione culturale ed accademica. A lui si deve la massima concettualizzazione di Lebensraum (spazio vitale), presupposto fondamentale per la giustificazione dell’espansione tedesca. La forma di espansione, in chiave strategica e naturalista, è descritta dal modello geopolitico delle panregioni.

mappe houshofer

Mappe geopolitica: le panregioni di Haushofer

Abbiamo affermato che la provenienza del teorico e il contesto culturale e accademico sono elementi fondamentali per comprendere lo sviluppo di una determinata teoria. Nel caso del modello delle panregioni, il mondo viene diviso in sei regioni, delimitate – approssimativamente – da una linea longitudinale (che separa il Nord, “centro”, dal Sud, “periferia) e da due latitudinali (che separano i tre grandi blocchi mondiali, dell’Ovest, del centro e dell’Est).

I tre centri corrispondono alle tre principali potenze dell’epoca – stando alla visione di Haushofer -. A ovest, troviamo che il paese leader della panregione americana sono gli Stati Uniti. Il Centro e Sud America corrisponde alla periferia dell’Impero, dai quali gli statunitensi possono attingere per poter mantenere il proprio lebensraum. Un discorso che, però, non può valere a pieno anche per Germania (leader della regione euroasiatica) e per il Giappone (leader del blocco Oceanico). La principale differenza sta proprio nell’assenza di spazio, necessario per il mantenimento della popolazione: un problema evidente sia per la stessa Germania che per il Giappone. Haushofer ricorre spesso a metafore biologiche e organiche, che si rifanno allo stesso naturalismo e darwinismo imperante dell’epoca. Una tra tutte, il soffocamento – come se lo Stato stesso fosse un essere vivente: metafora ripresa da Friedrich Ratzel, che per primo parlò di lebensraum con riferimento alla disciplina -.

Haushofer e la realpolitik

Il modello geopolitico di Haushofer e i suoi dettami giustificarono la campagna militare tedesca. Il lebensraum e il riferimento continuo al darwinismo, oltre che alla forte componente dell’estetica della violenza (tra i massimi valori del nazismo) permisero di legittimare – almeno all’interno della popolazione tedesca – la grande offensiva di Hitler sia verso l’Europa occidentale sia verso la Russia di Stalin. Il fondamento del modello, tuttavia, non è di carattere ideologico bensì di natura pragmatica. Pertanto, si tratta di un modello legittimatore di pratiche politiche realiste.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
Tutti gli articoli di Alessandro Faggiano →