Le mappe sulla presenza ebraica in Europa oggi e prima del nazismo

Pubblicato il 7 Marzo 2017 alle 18:40 Autore: Gianni Balduzzi
mappe, continente europeo in colori diversi

Le mappe sulla presenza ebraica in Europa oggi e prima del nazismo

L’uso delle mappe all’epoca dei media digitali è senz’altro aumentato. I vantaggi sono l’immediata fruizione e rappresentazione di una notizia, in alcuni casi anche la maggiore chiarezza.

Uno degli esempi più evidenti la vediamo nelle mappe che illustrano la presenza di una popolazione o di una etnia. E’ il caso di quelle, create dal Memoriale americano dell’Olocausto e riprese da Vividmaps, sugli ebrei in Europa.

In particolare si tratta della differenza tra la presenza prima del nazismo, nel 1933, e il 2015. 82 anni in cui vi è stato l’Olocausto e poi la creazione dello Stato di Israele, che ha attirato l’immigrazione di ebrei di tutto il mondo.

Le differenze sono enormi come possiamo vedere. Con interessanti eccezioni c’è stato lo sradicamento di quella che era una comunità enorme. Soprattutto nell’Est Europa.

Ma il nazismo è stato il principale ma non l’unico motivo di questa desertificazione

Mappe dell’ebraismo in Europa. La Francia unica eccezione

Quella che colpisce di più è la situazione polacca. Da 3 milioni di ebrei nel 1933 si è passato a 3200. Una estinzione che si è consumata nei campi di concentramento in cui quasi senza eccezioni sono finiti tutti gli israeliti del Paese. In nessuno Stato è accaduto qualcosa di simile. Subito dopo vi è la Russia. Nell’allora URSS vi erano 2.525.000 ebrei, ora sono in Russia 183 mila.

Qui non è stato solo il nazismo a provocare questo crollo, ma anche la massiccia emigrazione in Israele dopo il 1990. Circa un milione di persone fecero infatti l’Aliya, e ora nello Stato Ebraico costituiscono una comunità molto influente.

Lo stesso è accaduto per gli ebrei provenienti dall’Ucraina.

Decimazioni comunque anche in Romania, da 980 mila a 9300. In Germania naturalmente, da 565 mila a 117500. Qui negli ultimi anni comunque la comunità ebraica è aumentata e si è rivitalizzata.

Non come in Francia, dove è cresciuta e di molto rispetto agli anni ’30. Da 225 mila a 467 mila. La metà rispetto ad alcuni decenni fa comunque, a causa dell’emigrazione in Israele in seguito alla percezione di un certo antisemitismo nel Paese.

L’aumento era comunque avvenuto negli anni ’60 con l’arrivo di molti ebrei dalle ex colonie di Marocco, Algeria e Tunisia.

Quasi invariata la presenza di ebrei nel Regno Unito, vicina a 300 mila.

In Italia si è passati da 48 mila a 27 mila. I morti nell’Olocausto furono relativamente pochi, ma l’emigrazione in Israele ha influito. Al contrario dell’Ungheria, in cui oggi vi è solo il 10% degli ebrei di allora, e qui ancora una volta c’entra Adolf Hitler

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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