L’Iraq sull’orlo della guerra civile: in bilico al-Maliki

Pubblicato il 21 Giugno 2014 alle 14:33 Autore: Antonio Scafati

Il governo americano starebbe facendo pressioni sulle autorità irachene affinché si proceda al più presto a un rimpasto di governo: una mossa politica per impedire all’Iraq di precipitare definitivamente nel caos di una guerra civile, ha scritto l’agenzia Bloomberg.

La possibilità di un avvicendamento al vertice, col premier Nuri al-Maliki costretto a un passo indietro, ha guadagnato punti nelle ultime ore. Il grande Ayatollah Ali al-Sistani, la principale autorità sciita irachena, ha usato parole durissime nei confronti del primo ministro al-Maliki: al-Sistani ha auspicato la nascita di un nuovo governo che sappia “evitare gli errori del passato”.

Arrivato al potere, al-Maliki ha messo all’angolo le forze di opposizione, in particolare quelle di confessione sunnita. Secondo quanto scritto dall’agenzia Reuters, i servizi di intelligence americani avevano più volte avvertito del rischio di un’escalation di violenza dovuta proprio alle scelte politiche fatte da al-Maliki nei mesi scorsi.

Nuri al-Maliki

Nuri al-Maliki

Secondo l’intelligence Usa, l’operato del governo iracheno rischiava di creare una contrapposizione tra sciiti e sunniti, un clima che avrebbe potuto favorire gruppi estremisti come quello sunnita dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), che ha conquistato gran parte del nord del paese. Una previsione che ha trovato conferma nelle vicende che stanno travolgendo l’Iraq. Negli ultimi giorni, in molte città irachene hanno sfilato miliziani sciiti, raccogliendo l’invito di  Ali al-Sistani che ha chiesto a tutti di aderire alla lotta contro l’Isis: un ulteriore prova del rischio di una guerra civile.

Intanto stanno per arrivare i primi consiglieri militari che il presidente Barack Obama ha deciso di spedire in Iraq per aiutare Baghdad a fronteggiare l’avanzata dell’Isis. Una manovra che però viene giudicata insufficiente dal governo iracheno: “Le recenti dichiarazioni di Obama dimostrano che la Casa Bianca non ha la volontà seria di combattere il terrorismo in Iraq e nella regione” ha dichiarato il viceministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian.

Nel frattempo si continua a combattere. Anche intorno alle raffinerie del paese. Fonti locali citate da Al Jazeera sostengono che la raffineria di Baiji, il principale impianto del paese, sarebbe caduta nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Molti militari sarebbero stati catturati dai miliziani. Le autorità irachene hanno negato però che la raffineria di Baiji sia stata conquistata dall’Isis.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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