G7 Taormina: Conclusioni, divisioni e delusioni della società civile

Pubblicato il 29 Maggio 2017 alle 12:49 Autore: Massimo Borrelli
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G7 Taormina: Conclusioni, divisioni e delusioni della società civile

“Believe it, or not”. Che ci crediate, o no. La battuta di Paolo Gentiloni sull’atteggiamento “dialogante” di Donald Trump non riesce a coprire le falle di un vertice che si conclude con molti punti interrogativi. Nonostante le critiche, il Presidente del Consiglio ha difeso strenuamente il format informale di un summit che allo stato attuale mette alla porta Russia, Cina e India. Paesi chiave per affrontare seriamente alcune sfide transnazionali.  Secondo Gentiloni, però, non sarebbe giusto rinunciare “a un forum dei Paesi che associano economia di mercato a democrazia”. Insomma, per il Presidente del Consiglio, la valenza del vertice sta nella sua capacità di tenere insieme il sistema di governance globale a guida occidentale. Il problema è capire se tutti i partecipanti del G7, oggi, si riconoscono nelle categorie politiche che finora hanno caratterizzato l’Occidente.

G7 Taormina: le conclusioni

Il comunicato finale in formato ridotto, striminzito rispetto agli anni scorsi, riflette le difficoltà emerse nel corso dei lavori. Dopo il vertice in Giappone dell’anno scorso, quando David Cameron era ancora convinto di battere i leavers e Donald Trump veniva dato per sconfitto, l’Accordo di Parigi navigava a vele spiegate verso l’implementazione. All’epoca, protezionismo era un termine poco in voga, al contrario di TTIP. E se nel summit di Ise Shima del 2016, il comunicato finale esprimeva il sostegno all’accordo sul nucleare con l’Iran, quest’anno Teheran è nel mirino dell’amministrazione americana.

Cambiamenti climatici

Prenderò la mia decisione finale sull’Accordo di Parigi la prossima settimana!”. Così Trump su Twitter, poco prima della fine dei lavori. Nel comunicato finale si legge: “Gli Stati Uniti d’America sono in fase di revisione delle politiche sul cambiamento climatico e sull’Accordo di Parigi; di conseguenza, non sono nella posizione di pervenire a un’intesa su questi argomenti”.

Lotta al terrorismo

Il G7 ha confermato l’impegno nella lotta al terrorismo ed espresso la necessità che i “giganti” del web aumentino concretamente gli sforzi per sconfiggere la propaganda del terrore.

Protezionismo

I sette grandi hanno ribadito “l’impegno di mantenere i mercati aperti e a combattere il protezionismo; respingendo al contempo tutte le pratiche commerciali sleali”. Frase che è un successo di diplomazia, considerata la sensibilità di Trump sull’argomento.

Immigrazione

Il G7 di Taormina ha ribadito un approccio securitario sul tema dei flussi migratori. Confermando “il diritto sovrano degli stati di gestire i propri confini e di stabilire politiche nell’interesse della sicurezza nazionale”.

Ucraina, Siria, Corea del Nord

Supporto a Kiev e condanna all’annessione illegale della Crimea da parte della Russia. Nel comunicato si è sottolineata anche l’esigenza di “una transizione credibile” nel governo siriano e l’impegno per la “distruzione finale” dell’ISIS. I sette hanno anche promesso di “rafforzare le misure” di contrasto al programma nucleare nordcoreano.

Buona l’intuizione della Presidenza italiana di coinvolgere i capi di stato e di governo di Tunisia, Nigeria , Niger, Kenya ed Etiopia. Un’occasione per attirare l’attenzione sull’Africa che, però, non emerge appieno nel comunicato finale.

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G7 Taormina: la delusione della società civile

Sul lungomare di Giardini Naxos, qualche chilometro più a sud, il corteo anti-G7 si è mosso fra i turisti in spiaggia e le vetrine sbarrate degli esercizi commerciali. Circa un migliaio di manifestanti hanno contestato le ragioni alla base del vertice taorminese. Nei giorni del summit si sono moltiplicati gli appelli della società civile ai sette grandi della Terra. Appelli a distanza date le misure di sicurezza che hanno impedito l’avvicinamento alla zona rossa.

Appuntamento al G20

Un Summit dai risultati insoddisfacenti. La speranza delle organizzazioni della società civile è ora nel prossimo vertice del G20 ad Amburgo. Lotta alla povertà e alle disuguaglianze; accoglienza dei rifugiati; sicurezza alimentare; parità di genere. Su questi temi erano indirizzate le raccomandazioni delle ONG a un G7 che si conclude senza assumere impegni concreti.

GCAP Italia

“Lo sviluppo sostenibile e l’Agenda 2030 non possono essere un ‘per esempio’ tra molti altri”. Così commentano i portavoce di GCAP Italia Stefania Burbo e Massimo Pallottino. “L’aver evitato che questo tema scivolasse fuori dalla sintesi del vertice non è abbastanza. È grave che siano solo menzionati nei paragrafi relativi all’Africa. Si tratta di un completo rovesciamento della logica degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, approvati meno di due anni fa da 200 paesi e, a quanto pare, già a rischio di essere dimenticati nel loro senso più profondo”.

“Non c’è traccia di un’attenzione reale sull’emergenza umanitaria che si sta consumando davanti alle coste dell’isola che ha ospitato questo vertice, la Sicilia. Un’ecatombe che ha visto quasi 5 mila morti nel 2016”. Hanno dichiarato i portavoce GCAP Italia. “Su sicurezza alimentare e lotta alla fame non sono stati stanziati i fondi addizionali nonostante il riconoscimento da parte dei 7 leader della necessità di un’azione urgente in Africa Sub-Sahariana”.

Le ONG hanno apprezzato l’attenzione riservata alle questioni di genere. Tuttavia, le dichiarazioni di principio non bastano. “Servono azioni precise e concrete per promuovere l’empowerment di tutte le donne. Auspichiamo che la ministeriale delle donne ne tenga conto”, aggiungono i portavoce GCAP.

Oxfam Italia

I leader del G7 non hanno dimostrato la capacità di affrontare le grandi questioni del nostro tempo. Non aderendo alla proposta italiana che prevedeva investimenti di lungo periodo sull’agricoltura di piccola scala in Africa Sub-Sahariana, non hanno compiuto quel passo avanti necessario per realizzare l’obiettivo di liberare dalla fame e dalla malnutrizione 500 milioni di persone entro il 2030. Così si legge in una nota di Oxfam.

Per Roberto Barbieri, Direttore Generale dell’associazione, “il presidente Trump ha contribuito, più di qualsiasi altro leader, ad impedire un avanzamento positivo della discussione su molti di questi temi. Ponendo più di un dubbio sulla rilevanza del gruppo dei sette; sul loro effettivo impegno nel perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Poi, sui migranti: “la proposta italiana di una visione più avanzata centrata sul tema della mobilità umana è stata bloccata dall’amministrazione USA”.

ActionAid Italia

Migrazione e sicurezza alimentare sono anche i temi sottolineati da ActionAid Italia. “Il Vertice di Taormina sarà ricordato come un G7 da cinque in pagella. Dominato dalla transizione politica e, in particolare, dalle priorità degli USA. I Leader dei 7 Paesi più industrializzati non sono stati in grado di ascoltare la voce che viene dal resto del mondo”.

Save the Children

Save the Children si dice “profondamente delusa da un vertice in cui i leader del G7 non sono riusciti ad impegnarsi su una visione comune sul tema della migrazione”. Ancora una volta l’attenzione si è spostata su sicurezza e controllo delle frontiere “pregiudicando fortemente il primo dovere dei leader del G7” quello di “proteggere i bambini dalla violenza”.

Greenpeace e WWF

“Planet Earth First!”. Lo slogan di Greenepeace sembra abbia avuto poca presa sull’amministrazione Trump. Per Manuel Pulgar-Vidal, leader della Climate & Energy Practice del WWF, “i leader di sei delle più grandi economie mondiali hanno chiarito che i cambiamenti climatici rimangono una priorità globale; hanno dimostrato il loro impegno a portare avanti l’accordo sul clima di Parigi. Questo è incoraggiante anche se gli Stati Uniti sono ancora indecisi”.

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G7 Taormina: G6 più Trump

Una passeggiata in Sicilia in cui i sette si sono studiati, misurati, senza giungere allo strappo su temi trasversali e divisivi. È questo il risultato politico più rilevante di un G7 che da molti è stato interpretato come un G6 più Trump. Il presidente USA al termine dei lavori si è diretto a Sigonella. Evitati i giornalisti, ha lasciato la dichiarazione finale del suo primo viaggio presidenziale ai soldati della base americana.

Il presidente degli Stati Uniti ha fatto di tutto per smarcarsi dal vertice dei sette. Dal palco, Trump ha ricordato i risultati ottenuti dalla sua amministrazione durante il viaggio sul fronte della cooperazione in chiave anti-terrorismo e sul controllo delle frontiere. Ha anche accennato alla sua capacità di gestire i rapporti con gli alleati rispetto alla condivisione delle spese nella NATO. “Money is starting to flow in”.

Mantenere il punto sulla questione del terrorismo e sulla sicurezza non basterà al G7 per sopravvivere. Sarà il futuro, a partire da quanto avverrà ad Amburgo nel prossimo G20, a decretare le prospettive di questa formula. Al di là della Dichiarazione di Taormina sul terrorismo, che secondo Gentiloni “lascerà traccia di sé”, restano molti nodi da sciogliere. Sul clima, ad esempio, “non arretreremo perché c’è convergenza con gli altri leader” ha commentato Gentiloni. D’altra parte, è evidente che non si potranno avere risultati concreti senza gli USA.

Gabriele Quattrocchi

L'autore: Massimo Borrelli

Nato a Salerno, laureato in Giurisprudenza, ho frequentato il Master in Diritto delle Telecomunicazioni a Madrid. Da sempre appassionato di Politica e Web, sono riuscito a conciliare queste due passioni dedicando il mio tempo libero al Termometro Politico, testata online indipendente e senza bandiere. Seguilo su Twitter @borrellimassimo e su G+ Massimo Borrelli
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