Francia, Sarkozy al contrattacco: “I magistrati vogliono umiliarmi”

Pubblicato il 3 Luglio 2014 alle 08:28 Autore: Niccolò Inches

Da Parigi – Nicolas Sarkozy non concedeva interviste televisive dal 2012, dopo la sconfitta alle Elezioni Presidenziali contro il rivale socialista François Hollande. L’ex Presidente francese e leader Ump, a distanza di due anni, torna prepotentemente a parlare in occasione del procedimento giudiziario nei suoi confronti: Sarko, accusato di corruzione, concussione e violazione del segreto professionale nell’ambito dell’inchiesta intercettazioni in cui sono coinvolti anche il suo avvocato Thierry Herzog e l’Alto Magistrato Gilbert Azibert, è stato sottoposto nella giornata di martedì a 15 ore di fermo e 2 di interrogatorio. Intervistato ieri sera dal canale TF1, un Nicolas Sarkozy colpito a freddo ma tenace ha lamentato la “strumentalizzazione politica della giustizia, nel paese dei diritti umani e dello Stato di Diritto (…) offre di me un’immagine non conforme alla verità. Non ho mai commesso un atto contrario ai principi repubblicani”.

Nicolas Sarkozy, nel corso dell’intervista, fatica a nascondere la sua collera per il trattamento ricevuto. Sulle 15 ore di fermo e le intercettazioni subite dal settembre 2013, legate all’inchiesta sui finanziamenti illeciti dell’ex leader libico Muammar Gheddafi all’Ump per la campagna elettorale del 2007, l’ex Capo di Stato si dice “scioccato. Non chiedo alcun privilegio, ma secondo voi è normale che venga ascoltato nelle mie conversazioni più intime, e che le registrazioni finiscano sui giornali in violazione di ogni segreto istruttorio? E’ normale che sia tenuto per 15 ore dalla polizia per poi venire interrogato da due magistrati? C’è stata una precisa volontà di umiliarmi”. Sarko cita quindi il caso dell’ex ministro delle Finanze di François Hollande, dimessosi dopo la bufera sul suo conto svizzero: “Jerome Cahuzac non ha fatto un solo secondo in stato di fermo”.

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La destrutturazione dell’indagine a suo carico passa inevitabilmente per la delegittimazione dei relativi magistrati inquirenti, un refrain già sentito molte volte anche nel nostro Paese: “I capi di imputazione ai miei danni sono grotteschi (…) Tutti hanno diritto ad un giudice imparziale”, afferma Sarkozy, che parla esplicitamente di “ossessione politica di distruggere un avversario (…) Non esiste alcun indizio grave contro di me, nessun bonifico né conto da parte di Gheddafi”, argomenta l’uomo di Neully, alludendo ai presunti finanziamenti occulti da parte del deposto dittatore. L’ex inquilino dell’Eliseo non si fa mancare un attacco diretto al governo socialista, additato senza mezzi termini come parte attiva nella vicenda: “C’è stata una strumentalizzazione da parte del ministro Taubira (titolare della Giustizia nel governo Valls, ndr). Ha mentito quando diceva di non essere a conoscenza delle intercettazioni nei miei confronti, così come lo stesso Valls. Il primo ministro ha detto: i fatti imputati all’ex presidente sono gravissimi. Di cosa è a conoscenza?”

Nel mirino di Nicolas Sarkozy, tuttavia, c’è soprattutto una parte della magistratura: “Credo nell’onestà dei giudici, ma esiste una piccola minoranza militante”. Il riferimento è al “Syndicat de la Magistrature”, orientato politicamente a sinistra e in passato protagonista della controversa iniziativa del “Mur des Cons” (bacheca dei cretini), sul quale erano affisse le foto di numerosi rappresentanti della destra francese. Uno dei due magistrati che sta portando avanti le accuse ai danni dell’ex leader dell’Ump è Claire Thepaut, esponente di primo piano del movimento. Sarkozy non ci sta e passa al contrattacco. “Essere magistrati e di sinistra allo stesso tempo, nella Francia di Hollande, è perfettamente democratico. Essere uomo di giustizia e di destra equivale ad essere corrotto”, tuona Nicolas in difesa dell’avvocato e sodale Herzog, presunto artefice delle “pressioni” sul magistrato Azibert perché questi rivelasse i dettagli dell’inchiesta sui finanziamenti libici: “È scandaloso. Azibert era candidato per un posto di funzionario a Montecarlo e alla fine non ha ottenuto nulla. Mancano le prove contro di me. L’unico obiettivo è quello di umiliarmi”.

L’ultima parte dell’intervista si tramuta ben presto in una tribuna politica, nella quale Sarkozy si presenta sì come uomo ferito ma anche pronto ad un’imminente revanche, in vista della campagna per la scelta del prossimo presidente Ump in autunno: “Non ho niente da rimproverarmi. Quanto alla mia campagna per le Presidenziali del 2012 (oggetto dell’inchiesta Bygmalion sulle fatture gonfiate, ndr) è stata verificata sia dalla commissione contabile ad hoc per le campagne elettorali che dalla Corte Costituzionale. Non è costata un centesimo ai contribuenti”.

Al di là delle grande giudiziarie, la questione capitale è sempre e solo una: c’è ancora spazio per Nicolas Sarkozy nella vita politica francese? “Si hanno dei doveri nei confronti del proprio Paese, prima ancora che dei diritti. Vedo preoccupazione nel popolo francese (…) Un domani potrei assumere delle responsabilità di opposizione (…) La questione della rinuncia, per me, non si pone affatto”. Le parole dell’ex ministro dell’Interno di Jacques Chirac lasciano dunque presagire il tanto atteso ritorno nell’arena politica, nonostante gli scandali: “Non sono un uomo che si scoraggia. Prenderò una decisione tra la fine di agosto e l’inizio di settembre”.

L'autore: Niccolò Inches

Laureato in Scienze Politiche, ho frequentato il Master in Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali presso la S.I.O.I di Roma. Scrivo per Termometro Politico da Parigi, con un occhio (e anche l'altro) sulla politica dei cugini d'Oltralpe. Su Twitter sono @niccolink
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