Tari gonfiata: rimborso dal 2014, conferma ufficiale del Mef

Pubblicato il 21 Novembre 2017 alle 12:28 Autore: Giulia Angeletti

Tari gonfiata: rimborso dal 2014, conferma ufficiale del Mef

Quel pasticciaccio brutto della Tari gonfiata. Non è un romanzo di Gadda ma purtroppo una realtà accertata dal ministero delle Finanze che ieri sera ha diffuso una circolare in merito; sia per ammettere che ci sono stati degli errori sul calcolo della tassa sui rifiuti che per parlare di rimborsi.

Tari gonfiata, cosa è successo

Sostanzialmente l’origine dell’errore è da ricercare in calcoli errati sulla “parte variabile” della tassa sui rifiuti. Errori che hanno quindi fatto gonfiare l’imposta poiché diversi enti locali hanno sommato la quota variabile dell’abitazione principale a quella di tutte le sue pertinenze, come ad esempio box e cantine. Ne è perciò risultata una spesa più ingente rispetto all’effettiva per i cittadini di diversi Comuni italiani.

Le spiegazioni in merito che sono arrivate dal Mef  nella circolare hanno chiarito il giusto metodo di calcolo dell’imposta, fornendo così gli strumenti per ottenere il rimborso a tutti coloro che riscontreranno degli errori sulla propria bolletta. I rimborsi potranno essere richiesti per imposte ricevute dal 2014 in poi.

tari gonfiata

Tari gonfiata, chi sono i responsabili

A questo punto è necessario indagare sull’origine dell’errore, e soprattutto su chi sono i responsabili. Il sottosegretario alle Finanze, Pier Paolo Baretta, ha spiegato che “la legge era chiara e che le interpretazioni normative sulla Tari non avrebbero dovuto esserci”. In sostanza, Baretta sembra dare tutta la responsabilità ai Comuni stessi e ai capoluoghi; sembrerebbero – secondo il sottosegretario del Mef – essere state operate delle sovrapposizioni tra la Tari e la vecchia Tares. Queste avrebbero così portato gli uffici tributi a fare confusione.

Tuttavia la difesa da parte degli enti locali non si è fatta attendere, con l’associazione dei Comuni che invece sostiene un’altra versione. Guido Castelli, il presidente di Ifel – la fondazione dell’Anci che si occupa di tributi locali per i Comuni – sostiene infatti che “la materia non era chiara”; anche Ancitel – una società controllata dall’Anci di assistenza ai Comuni – aveva dal 2014 segnalato il “problema” e suggerito al municipio di Lecce di imporre “la stessa tariffa applicata ai locali principali” anche per la quota variabile. La Tari, comunque, è l’unica imposta rimasta a non essere soggetta al blocco dei rincari deciso dal governo; ciò permette quindi ai comuni di avere spazio di manovra.

Infine c’è anche un’altra questione, quella del costo per lo smaltimento dei rifiuti; ad essersi reso conto dell’esistenza di “grosse disparità territoriali” è stato Giuseppe L’Abbate del M5s, argomento sul quale ha presentato un’interrogazione parlamentare.

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L'autore: Giulia Angeletti

Giornalista pubblicista classe 1989, laureata in Scienze Politiche, "masterizzata" presso la Business School del Sole 24 Ore, attualmente è addetta stampa e redattrice per Termometro Politico. Affascinata dal mestiere più bello del mondo e frustrata dalla difficoltà di intraprendere più seriamente questa professione, pianifica numerosi "piani B" per poter sbarcare il lunario nel settore della comunicazione. Ama informarsi e leggere, odia avere poco tempo per farlo. Su Twitter è @GiuliaAngelett3
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