Vendola: “Frattura di Sel colpa di Renzi e del renzismo”

Pubblicato il 12 Luglio 2014 alle 13:42 Autore: Carmela Adinolfi
presidente vendola su jobs act

Il renzismo, Renzi e il suo fascino: questo ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere”. Nichi Vendola attacca Renzi. Dure le accuse all’indirizzo del premier, lanciate dal leader di Sel, durante il discorso inaugurale dell’assemblea nazionale del partito, convocata a Roma questa mattina. Inconsistente, a giudizio del numero uno di Sel, la posizione dell’esecutivo Renzi sulle violenze in Terra Santa e nella Striscia di Gaza. Per nulla soddisfatto anche della politica interna del giovane primo ministro, reo, a detta di Vendola, di aver provocato la frattura di Sel e la recente emorragia di parlamentari verso il Partito Democratico. Vendola ne ha per tutti, anche per i democratici: “Dobbiamo avere la forza di stracciare il racconto del Pd – ribadisce Vendola – e dire che dietro a quel racconto c’è solo una riduzione degli spazi di democrazia. Perché conta solo la libertà del sovrano”, continua lanciando bordate all’indirizzo del segretario dem. Non esclude però un dialogo con il Pd sul fronte dei diritti sociali: “Penso che per il prossimo autunno il senso dell’esistenza di Sel sia quello di avere i piedi ben piantati nel dolore dell’esistenza sociale – spiega Vendola -anche per riprendere un discorso di cambiamento vero con il Partito democratico”.

renzi-vendola

Se si dice risposto a dialogare sulla “questione sociale”, il leader di Sel, invece, chiude al dialogo con il Pd sulle riforme: “Al netto della propaganda del renzismo e di questo governo vedo una riforma dello Stato tutta incentrata sull’efficientamento del potere del sovrano in un clima di delegittimazione della democrazia partecipata, con il Senato ridotto a un complemento di arredo. Una specie di cornice costituzionale che fa da secondo cerchio attorno al sovrano”, ha detto Vendola. “Un ridisegno dello stato per cui il territorio e il federalismo viene ridotto a questione corruttiva, mentre si ri-centralizza il potere”, ha proseguito il leader di Sel. “Oltre a questo c’è la fuoriuscita dalla società del lavoro e dalla sue conquiste novecentesche. Nella società renziana agiscono e parlano lobbies, corporations e pubblicitari. Il lavoro è un soggetto muto. Se parlasse non troverebbe nessuno ad ascoltarlo”, ha tuonato il numero uno di Sinistra Ecologia e Libertà.

E sulla politica estera dell’esecutivo Renzi, Vendola non risparmia una battuta: “La dialettica tra Merkel e Renzi è una dialettica di superficie. Se non cambiano le ricette maledette che stanno avvelenando l’Europa, andiamo verso giorni tristi”, ha minacciato il numero uno di Sel. “Domani andrò all’assemblea di Civati a Livorno – annuncia Vendola – per parlare e discutere”. “Penso che domani dobbiamo proporre a Civati alcune delle nostre idee – osserva il leader di Sel – non sono negate reti e coordinamenti, e in Parlamento ce ne è bisogno”.

Carmela Adinolfi

 

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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