Immunità al Senato, Boschi: “Via solo con intesa tra i partiti”

Pubblicato il 14 Luglio 2014 alle 09:44 Autore: Carmela Adinolfi
italicum ministro boschi

Sono possibili modifiche al nuovo assetto del Senato solo “con l’accordo di tutti i partiti che hanno concorso a definire la riforma”. Lascia la porta aperta a correzioni e ritocchi sulla riforma di Palazzo Madama, il ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. La titolare dell’omonimo disegno di legge, che oggi approda in aula al Senato per la discussione , non esclude l’abolizione dell’immunità parlamentare per i senatori o comunque eventuali variazioni: “Anche sull’immunità esistono varie ipotesi sul tappeto – spiega il ministro Boschi – compreso il ritorno all’insindacabilità che era prevista dal testo originario del governo”. “Ma, ripeto, su questo tema devono essere i partiti ad esprimersi in modo concorde“, precisa Boschi.

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Altre modifiche potrebbero riguardare “i poteri del Senato sull’esame della Legge di Bilancio”, annuncia il ministro che ammette: “Forse dovremo trovare un equilibrio diverso con la Camera per facilitare l’approvazione di una legge”. Il ministro dem poi, si sofferma anche sui dissidenti del Partito Democratico: “l’ineleggibilità è rimasto l’unico tema di dissenso sul tappeto. Francamente mi auguro che il Pd possa votare unitariamente”, ha dichiarato Boschi, auspicando la ricomposizione della frattura fra minoranza dem e renziani in seno al Pd. “Le ragioni del dissenso si sono molto ridotte – spiega il ministro- tant’è vero che anche i dissidenti non sono favorevoli al bicameralismo perfetto e al potere di fiducia del Senato. Dunque, desidero ripeterlo, esistono le condizioni per un voto unitario”, ribadisce la titolare delle riforme del governo Renzi. E sulle accuse al premier Renzi di “autoritarismo legislativo“, il ministro risponde: “Rischio autoritarismo? Io questi pericoli non li vedo”, chiude sintetica Boschi che aggiunge: “Parlano i fatti”. “La riforma – continua la responsabile riforme – prevede un diverso quorum per l’elezione del capo dello Stato proprio per aumentare le garanzie democratiche”. “Il quorum per l’approvazione del referendum è stato abbassato e il Senato manterrà un ruolo nell’elezione dei membri del Csm e della Consulta”, preannuncia il ministro Boschi. Quanto all’ipotetico taglio del numero dei deputati, il ministro esclude un intervento in breve tempo: “penso che una Camera con 630 eletti e un Senato di 100 membri in massima parte espressione delle autonomie locali consentano un buon equilibrio della rappresentanza territoriale”. Sulla legge elettorale, Boschi auspica tempi brevi: “Spero nell’approvazione dell’Italicum da parte della Commissione prima della pausa estiva, non credo che faremo in tempo anche ad ottenere il voto dell’Aula di Palazzo Madama”, conclude il ministro.

Carmela Adinolfi

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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