La crisi di Scelta civica. Il tesoriere: “Potremmo non arrivare a settembre”

Pubblicato il 15 Luglio 2014 alle 17:22 Autore: Redazione

Salvatore dell’Italia, federatore dei moderati italiani, faro nazionale del Partito popolare europeo: questi sono soltanto alcuni dei titoli assegnati al senatore a vita Mario Monti nei mesi precedenti alle elezioni politiche del 2013. Ma, con il fallimento del Terzo polo e la marcia trionfale verso Palazzo Chigi di Matteo Renzi, l’ex premier tecnico si è eclissato. Basta guardare i risultati di Scelta civica alle Europee, che – alleata del Centro democratico tabacciano e di Fare per Fermare il Declino – ha ottenuto poco meno dell’1%. Tante le dimissioni in un anno e mezzo di vita: prima il coordinatore Luigi Bombassei, poi la segretaria Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, infine la defezione del capogruppo alla Camera Andrea Romano. L’attuale reggente del partito è Renato Balduzzi, ex responsabile del dicastero della Salute. Ma, stando a Dagospia, Sc è ormai un movimento prossimo alla caduta.

“2,4 milioni da restituire a Unicredit” – Durante l’ultima assemblea della creatura montiana, riunitasi per l’approvazione del bilancio 2013, il tesoriere Gianfranco Librandi ha fatto il punto della situazione. Il verbale uscito dalla riunione riporta chiaramente le difficoltà di Sc nel restituire un prestito erogato da Unicredit il 31 luglio 2013: “Il contratto stipulato prevede interessi – ha spiegato Librandi – a tasso variabile liquidabili trimestralmente in via posticipata e rimborso in due rate, di cui la prima pari a euro 1,6 milioni, in scadenza al 30 settembre 2013, è stata anticipatamente rimborsata in data 6 agosto 2013, mentre la seconda rata, di importo pari ad euro 2,4 milioni, sarà dovuta al 30 settembre 2014 alla scadenza dell’operazione”. Ma al danno si aggiunge la beffa, perché “quel finanziamento era garantito proprio dai rimborsi elettorali che nel frattempo – si legge su Dagospia – sono stati parzialmente tagliati dall’allora governo del Professore”. Rimane, comunque, in campo l’ipotesi della rimodulazione del debito con l’istituto di credito dell’ad Ghizzoni.

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Chi rischia di rimetterci e chi batte cassa – I maggiori finanziatori dell’esperienza civica sono l’attuale sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni (con una donazione di 710 mila euro) e l’ex commissario alla spending review dell’era Monti Enrico Bondi, che ha versato ben 100.000 euro nelle casse di Sc. Spunta, però, un debito contratto con Futuro e Libertà, meteora della destra italiana post-berlusconiana. Infatti, scorrendo la relazione Librandi, Fini avrebbe donato al Professore 20.000 euro in mobili (scrivanie, sedie e attrezzature) per gli uffici di via Poli a Roma, crediti che l’ex leader di An non riuscirebbe a riscuotere a causa delle deboli finanze di Sc. La vicenda è già sulla scrivania di un arbitro, che a breve deciderà come risolvere il contenzioso. Già molti, illo tempore, pensavano che il futuro di Scelta civica si sarebbe incagliato sulle poltrone romane: adesso, invece, le meno comode sedie di Fini potrebbero mettere fine alla ‘salita in campo’ di Mario Monti.

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