Paolo Romani Presidente del Senato: manca l’accordo, ecco perché

Pubblicato il 23 Marzo 2018 alle 11:46 Autore: Daniele Sforza
Paolo Romani Presidente del Senato: manca accordo, perché

Paolo Romani Presidente del Senato: manca l’accordo, ecco perché.

Ieri sera si sono riuniti i capigruppo dei partiti al fine di accordarsi sulle nomine presidenziali per Camera e Senato. Per quest’ultimo, il nome di Paolo Romani è quello più spinto da Forza Italia, e quindi dal centrodestra. Ma ha trovato la forte opposizione del Movimento 5 Stelle. Le tensioni tra M5S e FI annullano di fatto la possibilità che nella prima votazione di oggi esca fuori un risultato decisivo. Il Movimento 5 Stelle ha infatti dichiarato che lascerà la scheda bianca; così come il PD, il quale ancorando il proprio ruolo all’opposizione, ha lasciato campo libero a Centrodestra e M5S. “Avanzino una proposta”, ha dichiarato Ettore Rosato.

Paolo Romani: l’ostacolo tra M5S e Forza Italia

Il principale ostacolo che vanifica un possibile accordo tra Movimento 5 Stelle e Forza Italia corrisponde al nome di Paolo Romani. Un nome portato avanti congiuntamente da Salvini, Berlusconi e Meloni; ma che di fatto trova l’opposizione netta del Movimento 5 Stelle. Salvini ha tentato di rassicurare i pentastellati, affermando che a loro andrà la presidenza di una delle due Camere. Ma i grillini hanno posto il veto a un incontro con Silvio Berlusconi, azzerando qualsiasi possibile trattativa.

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Già ieri Luigi Di Maio aveva espresso su Facebook la propria opinione sulla possibile candidatura di Romani. “Nelle ultime ore notiamo che ci sono difficoltà nel percorso che porta all’individuazione dei Presidenti delle Camere. Il PD si è rifiutato di partecipare al tavolo di concertazione proposto dal centrodestra. E lo stesso centrodestra continua a proporre la candidatura di Romani, che per noi è invotabile. Per questa ragione proponiamo un nuovo incontro tra i capigruppo di tutte le forze politiche per ristabilire un dialogo proficuo al fine di un corretto processo per l’individuazione delle figure di garanzia per le presidenze delle Camere”.

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Dal canto suo Matteo Salvini è stato chiaro; affermando che una delle due Camere spetta al centrodestra. “La Lega non chiede niente”, ha poi chiosato. Ma l’incontro di ieri sera si è trasformato in un nulla di fatto. E Forza Italia ha preso posizione. “I nomi usciranno solo se ci sarà un incontro tra i leader; altrimenti il centrodestra andrà con Romani al Senato e Giorgetti alla Camera”.

Il nome di Paolo Romani, “indagato e invotabile”, crea frizioni e azzera le trattative, portando la giornata di oggi a un ingente numero di schede bianche. Tutto sarà rimandato alla giornata di domani, insomma. “Non legittimeremo Berlusconi e non siamo disposti a un Nazareno-bis”, affermano dal Movimento 5 Stelle, che hanno rifiutato qualsiasi incontro con il Cavaliere. Il rischio è che, visto il meccanismo delle votazioni (ballottaggio finale al Senato dopo tre votazioni e a oltranza alla Camera), il M5S possa perdere proprio quest’ultima dopo aver posto il veto su Romani al Senato. Con un accordo lontano è uno scenario possibile, visto il problema delle maggioranze. E a quel punto saranno forse i voti del PD a decretare la vera maggioranza.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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