Le (ex) stelle progettano costellazioni. Diverse

Pubblicato il 21 Luglio 2014 alle 16:12 Autore: Gabriele Maestri
M5S

A guardare le notizie degli ultimi giorni, i dubbi sembrano pochi: le (ex) stelle sono pronte a riorganizzarsi. Un numero significativo di persone che in passato erano state legate alMoVimento 5 Stelle e che hanno smesso di farne parte (perché è stato negato loro l’uso del simbolo o se ne sono andati volontariamente) stanno cercando di dare vita a nuovi progetti politici, sempre fondati sulla “partecipazione dal basso”, ma lontani dalle forme che attualmente ha il gruppo vicino a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Il plurale è d’obbligo, perché di “costellazioni” (stiamo pur sempre parlando di stelle, anche senza l’abito originario) ne starebbero nascendo almeno due. Il primo di cui i media hanno dato notizia è Progetto federale, presentato sabato a Roma e con l’idea di operare e strutturarsi a livello nazionale. Il nome più noto legato a questo nuovo “Blocco di idee” è quello di Federica Salsi, tra le prime persone “escluse” dal M5S: lei da tempo ha fondato una nuova associazione (Uno Vale Tanto), che ha l’obiettivo di realizzare concretamente i diritti umani “riconoscendo la centralità della persona”. Il nome, chiaramente, riprende e modifica il claim originale del M5S “uno vale uno”, con piccole stoccate lanciate agli ex compagni di avventura attraverso la Carta dei principi (in cui si legge, tra l’altro, che le relazioni tra gli aderenti al progetto politico dovrebbero essere ispirati al diritto “di esprimere sentimenti ed emozioni”, di cambiare idea e di “poter dire no senza sentirsi in colpa”), ma in questo caso conta che quel nucleo voglia unirsi ad altri per perseguire qualcosa di più ampio.

Accanto a Uno Vale Tanto, infatti, ci sono altri gruppi (non tutti necessariamente formati da ex M5S), come Democrazia attiva Siciliana, Liberiamo la Basilicata e, soprattutto, Libertà di Movimento: si tratta dell’associazione scaturita dal tentativo di presentare alle regionali in Sardegna una lista “di area 5 Stelle” ma senza il contrassegno ufficiale, che Grillo non aveva messo a disposizione. Il tentativo, come è noto, non era andato a buon fine, ma quell’esperienza aveva fatto nascere un gruppo coeso che ha deciso di continuare autonomamente un’esperienza e ha raccolto l’interesse di altre persone, innanzitutto in Toscana.
Del simbolo in questo momento non si parla, così come non se ne è (ancora) parlato in un altro gruppo di persone – una trentina almeno, a leggere Estense.com – che sarebbe legato a un altro “epurato famoso”, Giovanni Favia, cui Grillo aveva negato l’uso del simbolo proprio nello stesso annuncio valido per la Salsi. Il progetto di cui si è discusso sempre nel fine settimana a Bologna ha in realtà un obiettivo preciso: far nascere una lista indipendente che corra alle prossime elezioni regionali anticipate in Emilia Romagna (provocate dalle note dimissioni del presidente, Vasco Errani); stando sempre all’Estense, tra le poche certezze ci sarebbe la non candidatura del consigliere regionale uscente.
Il gruppo, peraltro, non vuole nemmeno che l’esperienza nascente sia catalogata come “lista di dissidenti M5S”, anche se la tentazione sarebbe forte: a lavorare al progetto ci sarebbe anche uno dei primi esclusi dal MoVimento, Valentino Tavolazzi. A marcare la differenza, l’apertura a comitati, movimenti civici e associazioni, spesso legate al volontariato. Di nome e simbolo si potrebbe iniziare a parlare questo venerdì, anche se il cammino verso le regionali prevede prima la risoluzione di questioni più urgenti, a partire dal metodo e dal programma: di fronte a questo, il logo può attendere.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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