MMA: a Chicago si svolge UFC 225, tra polemiche e “special guest”

Pubblicato il 14 Giugno 2018 alle 23:16 Autore: Andrea Marras
MMA

MMA: a Chicago si svolge UFC 225, tra polemiche e “special guest”

A Chicago, il 9 Giugno scorso, si è tenuto UFC 225.

La card della serata includeva a sè tanti bei match, due in particolare: il discusso main event Whittaker-Romero e il co-main event Dos Anjos-Covington.

Nella stessa serata, ha combattuto anche Phil Brooks, meglio noto come CM Punk, che nelle MMA “vanta” un record di 0-2.

MMA: ecco l’UFC 225

Andando con ordine, il primo match della serata è stato proprio quello tra Phil Brooks (0-2) e Mike Jackson (1-1), categoria pesi welter.

Come da pronostico, l’incontro è stato abbastanza lineare, a tratti davvero poco godibile, con un Brooks che ha nuovamente dimostrato di non essere pronto per le MMA, con una tecnica basilare e inadatta a sostenere certi match.

Ha di fatto prevalso l’esperienza maggiore di Jackson, che ha chiuso l’incontro con un ground and pound davvero mal gestito da Brooks aggiudicandosi così la vittoria per decisione unanime dopo sole tre riprese.

Il secondo match della card è stato quello tra Tai Tuivasa (8-0) e Andrei Arlovski (27-16), categoria pesi massimi.

Il match, senza dubbio più combattuto del precedente, presenta una statistica interessante: Arlovski è stato infatti l’unico fighter ad arrivare ai punti contro Tuivasa, il quale prima di questo match era quasi sempre riuscito a imporsi prima del limite (per ko dunque).

Nonostante l’età, Arlovski si è dimostrato capace di sopportare i colpi duri inflitti da Tuivasa, atleta oramai rinomato per la sua potenza nello striking; nonostante questa opposizione (efficace), la maggiore condizione di Tuivasa ha influito molto sul match, portando l’atleta 25enne alla vittoria del match per decisione unanime.

MMA: il match di UFC 225 nel femminile

Nella categoria femminile, per i pesi piuma, si sono affrontate Holly Holm (12-4) e Megan Anderson (8-3), con il verdetto finale che ha visto la Holm vincitrice.

Quest’ultima, nonostante nei match precedenti abbia dimostrato uno striking in piedi micidiale, per poter vincere l’incontro ha utilizzato l’ottimo wrestling sviluppato di recente, oltre alla classica dose di esperienza quasi sempre decisiva in ogni match che si rispetti.

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MMA: Co-main event degno di nota quello vinto da Covington

Dato lo scarso spettacolo precedente, la serata ha inizio nel co-main event che ha visto sfidarsi Rafael dos Anjos (28-10) e Colby Covington (14-1), match valido per il titolo pesi welter.

Nonostante l’eccellente gioco a terra di dos Anjos, Covington ha saputo ovviare a questa mancanza mettendo pressione al brasiliano, costringendolo sulla gabbia e tentando sempre di sopraffarlo col takedown (per portarlo dunque a terra).

Un match tutto sommato ben controllato da Covington, gestito a suo favore e portato sulla corretta strada, quella di non far utilizzare a dos Anjos il suo armamentario, limitandolo anche sui colpi al volto, incassati dal suo ottimo mento e alla fine si è portato a casa il titolo per decisione unanime.

MMA: match polemico quello tra Whittaker e Romero. Ecco il main event

Il main event della serata non ha di certo tradito le aspettative.

Per la categoria dei pesi medi, si sono affrontati Robert Whittaker (21-4) e Yoel Romero (13-3); il match sarebbe dovuto essere per il titolo, ma Romero non ha raggiunto il peso necessario per la validità.

Il match è stato ben combattuto da Romero che ha ben incassato i colpi di Whittaker, facendolo prima attaccare per poi rispondere successivamente.

Ha tentato più volte il takedown infliggendogli pure un colpo che ha fatto subito pensare allo stop medico per KO, ma così non è stato.

Dalla terza ripresa Romero è calato vistosamente, lasciando più libertà all’ex campione; nella ripresa successiva ha ripreso il suo attacco continuo, ma ciò non è bastato per influenzare il verdetto finale.

Vittoria aggiudicata da Whittaker per split decision, con due giudici che gli hanno dato la vittoria.

Il match è stato molto discusso proprio per questo aspetto, con Romero visibilmente deluso poiché non si aspettava la sconfitta, che comunque non ha influito sulla sua buona prestazione, dimostrando che il 40enne cubano può ancora dire la sua ad alti livelli, in un match che per molti è già “match of the year”, in dolce attesa di Nurmagomedov vs McGregor, di recente “ipotizzato” da Dana White.

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