Mondiali Russia 2018, focus Polonia: biancorossi alla ricerca delle glorie passate

Pubblicato il 19 Giugno 2018 alle 10:00 Autore: Francesco Vigevani
Mondiali Russia 2018

Mondiali Russia 2018, focus Polonia: biancorossi alla ricerca delle glorie passate

Il momento d’oro del calcio polacco è quello che che va dal 1970 ai Mondiali del 1982.

In un paese fortemente provato moralmente ed economicamente dal regime comunista, quasi come un fulmine arrivò sulla panchina della nazionale, il 1° dicembre 1970, Kazimierz Gorski.

Dopo appena due anni di lavoro, nel 1972 portò in patria la medaglia d’oro dalle Olimpiadi di Germania, battendo in finale la quotata Ungheria.

Nell’edizione delle Olimpiadi del 1976 in Canada raggiunse nuovamente la finale, in quest’occasione contro la Germania Est.

Finale dalla quale la formazione polacca uscì sconfitta, nonostante fosse riuscita a prendersi la soddisfazione di aver battuto, con una doppietta di Andrzej Szarmach, il forte Brasile ed aver comunque riportato in patria una medaglia, seppur stavolta d’argento.

Mondiali Russia 2018: le memorabili edizioni del 1974 e del 1982 della Polonia

Spinta dall’entusiamo di un Paese intero, la nazionale tornò a disputare un Mondiale nel 1974, in Germania Ovest. Fu la maggiore sorpresa dopo i Paesi Bassi.

Guidati dai due giocatori simbolo Władysław Żmuda e Kazimierz Deyna, i polacchi, dopo aver superato a punteggio pieno il proprio girone eliminando l’Italia, vinsero anche le prime due partite del girone semifinale, ma nell’ultima persero per 1-0 contro la Germania Ovest dei fenomeni, guidati dal Kaiser Franz Beckenbauer.

I tedeschi dovettero far ricorso ad ogni più piccola risorsa per fermare i veloci contrattacchi dei polacchi, guidati dal forte attaccante Grzegorz Lato e dal suo compagno Andrzej Szarmach, e per superare il portiere Jan Tomaszewski, in uno stato di forma eccezionale.

Nella finale per il 3º posto la Polonia entrò in campo con una carica agonistica disarmante e con il gol dell’attaccante Lato, capocannoniere del torneo con 9 reti, batté per 1-0 il Brasile campione del mondo in carica.

L’ultima grande impresa furono i Mondiali del 1982.

Gorski riuscì nell’impresa di fondere parte della vecchia guardia con giovani di grande talento come Zbigniew Boniek, Stefan Majewski e Włodzimierz Smolarek.

I polacchi arrivarono fino alla semifinale, dove furono fermati nella loro corsa soltanto dalla doppietta di un Paolo Rossi ai massimi livelli di forma.

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Mondiali Russia 2018: l’attuale generazione polacca può regalare soddisfazioni

Dopo questo momento il calcio polacco cadde in un lungo torpore di risultati.

Le principali cause risiedono in una federazione poco organizzata e in un Paese nel quale il calcio purtroppo non riveste più un ruolo da protagonista, vuoi per la mancanza di giocatori di alto livello (a parte l’attaccante del Bayern Monaco Robert Lewandowski ed il portiere Wojciech Szczęsny), vuoi per la continua pressione di dover dimostrare qualcosa esercitata da un Paese intero sui propri sportivi.

Ma qualcosa sembra finalmente essere cambiato negli ultimi anni.

Con i quarti di finale raggiunti ad Euro 2016, in cui il Portogallo futuro campione d’Europa ebbe la meglio sui biancorossi dai tiri dal dischetto, ecco che in Polonia sono ricominciati ad emergere al fianco dei due campioni citati poc’anzi alcuni buoni giocatori come il roccioso difensore Kamil Glik, il giovane e talentuoso centrocampista dai piedi buoni Piotr Zieliński ed il giovanissimo e molto fisico attaccante della Sampdoria Dawid Kownacki.

Questi giocatori sono però ben lontani dalla generazione di fenomeni degli anni 70 e 80 e senza un allenatore all’altezza del grande Gorski, la nazionale polacca si appresta ad affrontare il Mondiale di Russia guidata dal CT Adam Nawałka.

Quest’ultimo non ha saputo dare un gioco suo alla squadra ma sicuramente gli va riconosciuto il merito di aver ricompattato un gruppo che prima di lui era profondamente diviso.

Mondiali Russia 2018: la rosa mondiale della Polonia

Nella rosa dei convocati in porta quasi sicuramente il titolare sara l’erede alla Juventus di Gigi Buffon, Wojciech Szczęsny, con alle sue spalle l’ottimo Łukasz Fabiański.

In difesa, a fianco del titolarissimo Kamil Glik (che dovrà tuttavia riprendersi da un recente guaio fisico), ricordiamo alcuni fra i probabili titolari come il giovane e validissimo esterno Bartosz Bereszyński, l’esperto Łukasz Piszczek ed il solido ma poco tecnico Michał Pazdan.

Le manovre del centrocampo saranno molto probabilmente affidate al giovane Piotr Zieliński, ai cross dell’esperta ala Kamil Grosicki e al veterano Grzegorz Krychowiak che, pur venendo da stagioni poco esaltanti, rimane comunque l’unico centrocampista, assieme a Jakub Kuba Błaszczykowski, con alle spalle una notevole esperienza in campo internazionale.

In attacco, a seconda del modulo che vorrà usare il CT, l’unica sicurezza resta il bomber Robert Lewandowski, che sarà molto probabilmente affiancato da comprimari di non altissimo livello come Arkadiusz Milik, anche lui arrivato da stagioni con molti bassi e pochi alti (condite purtroppo da due gravi infortuni), ed il giovane Dawid Kownacki.

Mondiali Russia 2018: un raggruppamento tra i più equilibrati quello della Polonia

Il gioco visto nelle ultime partite è molto semplice e poco manovrato, restando sempre molto legato alla vena realizzativa del bomber Lewandowski, il quale nelle sue recenti uscite in tornei internazionali non ha tuttavia mai avuto prestazioni esaltanti.

L’unica speranza che avranno i polacchi sarà quella di essere inseriti in un girone molto abbordabile dove a parte gli imprevedibili e più quotati colombiani, troveranno il Senegal, squadra di un livello simile, ed i poco convincenti giapponesi.

Non sembra quindi essere una missione proibitiva quella di arrivare agli ottavi di finale per la compagine dei Biało-Czerwoni.

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