Ebola: una bomba pronta a esplodere sull’Africa. E non solo…

Pubblicato il 31 Luglio 2014 alle 09:26 Autore: Raffaele Masto

Smentendo le rassicuranti previsioni istituzionali, sia in Africa che in Europa, la diffusione del virus di Ebola continua a raggiungere confini e territori sempre più avanzati, e non solo in Africa.

Considero le valutazioni rassicuranti fuori luogo, forse dettate da un tentativo di non allarmare la popolazione. Il fatto è che purtroppo Ebola è un virus con un alto potere di contagio che finora si è manifestato in regioni remote, poco abitate, di foresta pluviale. Territori che erano facilmente controllabili e sui quali si poteva realizzare una sorta di cordone sanitario che impedisse il propagarsi del contagio. Sierra Leone, Guinea e Liberia sono invece paesi con densità abitative più alte e inoltre il virus si è manifestato a Freetown, a Monrovia, a Conakry.

Le città africane sono il regno della promiscuità, dei contatti ravvicinati, dei mezzi pubblici e privati stipati all’inverosimile. In più gli sterminati slum di cui sono costituite le metropoli africane sono un terreno di coltura nel quale Ebola può creare una catastrofe.

medici

Photo by DFID – UK Department for International DevelopmentCC BY 2.0

Queste condizioni oggettive rendono impossibile fare cordoni sanitari, isolare delle zone e trattare i malati in modo che non diventino delle bombe batteriologiche. Il modo per affrontare questa epidemia di Ebola – che molti definiscono già fuori controllo – sarebbe quello di chiudere le frontiere, di impedire, o almeno limitare al massimo, gli spostamenti all’interno delle città e da queste verso l’esterno, di trattare i malati in ospedali attrezzati e in grado di produrre le necessarie condizioni di isolamento e sterilità.

Chi conosce l’Africa sa che tutto questo è impossibile. Chi conosce Freetown, Monrovia e Conakry sa che ci sarebbero rivolte e disordini. Passare le frontiere, fare del piccolo contrabbando è una questione vitale per le popolazioni di questi paesi.

Seguendo le notizie ufficiali si ha l’impressione che le autorità sanitarie dell’OMS, dei paesi interessati, dei paesi a rischio e dell’Europa siano in qualche modo in conflitto tra chi vorrebbe provvedimenti drastici e chi non se la sente di ordinarli e di farli rispettare. Così Ebola avanza.

Il ministro degli esteri britannico ha detto che il virus è una minaccia per il paese e ha convocato un comitato di emergenza denominato “Cobra” per fare fronte alla situazione. Le autorità sanitarie europee hanno minimizzato: “Siamo attrezzati ad affrontare qualunque situazione anche se le probabilità che il virus arrivi da noi sono minime” – hanno detto.

In questa lotta improba c’è già un eroe: Omar Khan, il medico della Sierra Leone in prima linea nel tentativo di fermare la diffusione del virus Ebola e che invece lo ha contratto ed è morto, nonostante le cure di un team di Medici Senza Frontiere. L’impressione è che questa volta siamo solo all’inizio di una epidemia che potrebbe rivelarsi una sorta di bomba batteriologica in procinto di scoppiare sull’Africa… e non solo.

Immagine in evidenza: photo by NIAIDCC BY 2.0

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
Tutti gli articoli di Raffaele Masto →