Riforme, si continua a trattare ma è scontro sulle preferenze

Pubblicato il 4 Agosto 2014 alle 10:07 Autore: Giuseppe Spadaro

Imperversa il dibattito politico tutto incentrato sulla riforma della legge elettorale e su quella costituzionale. Da sinistra a destra si discute su tutto: dall’immunità ai senatori alle preferenze. “Come abbiamo sempre detto, dentro a un impianto utile per superare il bicameralismo paritario c’è spazio per trovare punti di convergenza”. Lorenzo Guerini, intervistato dalla Stampa, ribadisce la disponibilità a un confronto sulla modalità di elezione del capo dello Stato, i referendum e anche sull’immunità per i senatori, “un tema che non va usato in maniera strumentale, ma trovando un punto di equilibrio tra garanzie parlamentari e un mutato sentire dei cittadini”. Sulla legge elettorale, “con l’accordo di tutti siamo disponibili a modifiche nel rapporto tra eletto ed elettori e sulle soglie. Sarebbe prematuro dire come, l’esito del confronto non può essere predeterminato”, aggiunge Guerini. Quanto all’M5S, “se sulla legge elettorale vorranno confrontarsi, noi siamo disponibili. Ma il fatto è che mentre parlavamo di Italicum, loro stavano sui tetti. Ora, mentre parliamo di riforma del Senato, stanno in piazza. Mi sembra un atteggiamo strumentale”. Guerini esclude l’ipotesi di un allargamento della maggioranza a Fi. “Assolutamente no. C’è una maggioranza e forze di opposizione. Questo non impedisce che sulle regole del gioco si possa cercare un punto di incontro, ma i piani sono completamente distinti”.

schifani

Riforme, Romani “Forza Italia ha la golden share” – “Grazie all’impegno di Berlusconi, e al convincimento di noi tutti, Forza Italia ha oggi la golden share del processo di riforme. Senza di noi non si sarebbero fatte”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, il capogruppo di Fi al Senato Paolo Romani, secondo cui “pochi possono non riconoscere a Berlusconi di essere stato protagonista in un passaggio riformatore decisivo per il Paese. Sarà difficile dire che è iniziata l’era del dopo Berlusconi”. Parlando di Ncd “capisco che da parte di altri ci sia sofferenza rispetto al rapporto bilaterale tra Renzi e Berlusconi. Ma noi siamo perfettamente consapevoli di doverci muovere sia in una logica di coalizione che bipolare. Se il problema – dice Romani – fosse quello delle soglie, non credo sia impossibile passare dal 4,5 al 4%…”. Nell’intervista Romani esclude l’ingresso di Fi nella maggioranza. “La situazione economica, nonostante le rassicurazioni del governo, resta molto difficile, e l’Europa continua a chiederci solo di proseguire nella strada del rigore. Ma le terapie di centrodestra e centrosinistra differiscono nettamente, e non credo che in questi giorni si possa andare molto oltre alla chiusura del patto del Nazareno”, dichiara. “Certo, immagino che si parlerà del futuro e dei bisogni del Paese. Ma ad oggi non mi sembra si possa arrivare ad un cambiamento della posizione di FI rispetto al governo”.

riforme scontro su preferenze legge elettorale

Legge elettorale, Schifani “Vogliamo preferenze vere” – Sulle preferenze “è tutto da discutere. Si pensa anche a capolista bloccati e questa scelta, per partiti non grandi, comporterebbe surrettiziamente la mancata introduzione delle preferenze: potrebbe essere eletto il solo capolista. Altra cosa sarebbe togliere il limite delle pluricandidature, oggi previste nel numero di otto”. Quanto alle soglie, “quelle attuali andranno rivisitate sia per i partiti che per le coalizioni”. Lo afferma il presidente di Ncd Renato Schifani in un’intervista a Repubblica in cui chiede al premier Matteo Renzi “un apprezzamento del ruolo di Ncd nel processo costituente”. “Sento parlare con insistenza del Patto del Nazareno e dell’essenzialità del ruolo di Forza Italia. Giusta l’apertura sulle riforme alle opposizioni, ma questo – sottolinea Schifani – non può far dimenticare che esiste una maggioranza politica con la quale Renzi quotidianamente si dovrà confrontare”. Sull’Italicum “siamo lontani dall’accettare ipotesi di modifiche concordate da due soli partiti”, dichiara Schifani. “Quando si scrivono le regole di funzionamento della democrazia non si può pensare che siano frutto di patti bilaterali, tali da escludere altri, impedendo loro di poter incidere sulle scelte. A maggior ragione se queste forze politiche che qualcuno pensa di escludere fanno parte di una maggioranza che assicura al paese un governo”.

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Legge elettorale, Giachetti a Renzi “No alle preferenze” – “Lo voglio dire apertamente a Matteo Renzi, che si appresta alla trattativa sull’Italicum: dove sta scritto che il punto di caduta debbano essere le preferenze? Così si mette in discussione la storia maggioritaria del Pd”. Per il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, intervistato dal Corriere della Sera, “bisogna entrare nella trattativa con i collegi uninominali, perché è chiaro che se entriamo con le preferenze, poi di lì non si scappa”. “Con il Mattarellum Berlusconi ha vinto per due volte, e per una ha governato per cinque anni. Quindi, comunque, a lui converrebbe”, osserva Giachetti. “Sarei curioso di sapere, se noi proponessimo il Mattarellum, quanti nel Parlamento sarebbero favorevoli. Secondo me sarebbero più di quanti vogliono invece le preferenze”. Al problema della governabilità “si può ovviare facilmente. Il Mattarellum prevede infatti – spiega Giachetti – una quota del 75% di collegi uninominali, mentre il 25% è riservato a liste molto piccole. Ebbene, si potrebbe tranquillamente utilizzare questo 25% per il premio di maggioranza e per garantire il diritto di tribuna ai partiti più piccoli”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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