Italia in recessione, Renzi non si scoraggia “Avanti con più decisione”

Pubblicato il 6 Agosto 2014 alle 11:22 Autore: Livio Ricciardelli

Dati Istat Pil segnalano l’Italia in recessione tecnica. Nel secondo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2013. Lo rileva l’Istat.

Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo. Il secondo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2013. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,4% negli Stati Uniti e del 3,1% nel Regno Unito. La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,3%.

dati istat pil secondo trimestre 2014 italia in recessione tecnica

La linea di confine tra stagnazione e recessione non è mai stata così sottile.  Questa malattia ha il volto della più grande crisi economica che abbia mai colpito l’Italia dall’inizio della sua storia repubblicana. Ma anche quello di uno spaventoso debito pubblico che ammonta ormai a 2 mila miliardi di euro (il 133% del PIL). Due facce della stessa medaglia. Dopo la doccia fredda di Confcommercio, che in pratica ha considerato nullo l’impatto degli 80 euro in più in busta paga sui consumi, e l’imbarazzo sui 4 mila esodati della quota 96, sul versante economico arriverebbe per Renzi un colpo ancora più duro da assorbire. Anche alla luce delle promesse fatte nei giorni scorsi. Se in un’intervista a “Repubblica” il premier aveva annunciato che “non ci sarà nessun autunno caldo”, ora la recessione tecnica certificata dall’Istat potrebbe finire per rendere necessaria una nuova manovra finanziaria. Col rischio di tagli per le agevolazioni fiscali. Una manovra correttiva per i conti italiani appare comunque inevitabile.

LE REAZIONI – “Il Pil italiano peggiore delle attese ritarda di nuovo la ripresa e avrà un impatto negativo sulle finanze, ma è troppo presto per fare valutazioni sul deficit”, così Simon O’ Connor, portavoce del commissario Ue all’economia. Che aggiunge: “c’è molto da attuare, le raccomandazioni che la Commissione ha fatto all’Italia sono sempre valide”. Duro Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: “Oltre le più cupe previsioni, per chiudere quest’anno a zero, gli ultimi 2 trimestri del 2014 devono registrare, con le dovute ponderazioni, entrambi almeno +0,3%”, un salto ritenuto “impossibile”. Così Brunetta chiede a Padoan di intervenire in Aula per spiegare la situazione, aggiungendo: “Non solo possiamo definitivamente abbandonare l’illusione del +0,8% contenuto nel Def di Renzi, che, tra l’altro, ad aprile giudicava ‘molto prudentè questa cifra, ma diventa sempre più realistico pensare che la crescita del prodotto interno lordo italiano sarà negativa anche nel 2014. Con quel che ne consegue in termini di trascinamento sul 2015, di tasso di disoccupazione, di rapporto deficit/Pil e di pareggio strutturale di bilancio”.

Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, “la direzione è senz’altro quella giusta, poi bisogna valutare sempre con quanta forza si riesca a mettere in campo le misure. Questi dati aiutano a lavorare con più energia, più decisione sulla strada degli investimenti e della crescita anche se anche in tutta Europa la ripresa è un pò più lenta”.

Per Marco Venturi, presidente di Confesercenti, i dati rilasciati dall’Istat oggi “sono una mazzata su un’economia che già soffriva di pesante stagnazione. È allarme rosso. Bisogna reagire con rapidità e decisione”. Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ammette che “il dato non è soddisfacente. Chiaramente si tratta di una coda di una crisi durata sette anni. Siamo in una fase altalenante dove c’è oggi una significativa ripresa della produzione industriale e una crescita di 50 mila nuovi posti di lavoro, mentre le esportazioni che per molto tempo hanno sostenuto il pil in questo periodo sono in difficoltà”.

ASPRE CRITICHE – Se Brunetta va giù duro – prevedendo una procedura di infrazione, una manovra correttiva o addirittura una nuova lettera dalla BCE – e Grillo parla di “Renzie gufo”, i siti web stranieri parlano di duro colpo per il premier Renzi, “arrivato al potere promettendo le riforme e di rilanciare l’economia”. Mentre Matteo Orfini, presidente del PD, parla di dati che “dimostrano senza ombra di dubbio la necessità di fare presto”.

LE PAROLE DI RENZI – I dati negativi rilasciati dall’Istat non scoraggiano però il premier che afferma: “L’Italia deve cambiare, ma dipende solo da noi. Avanti con più decisione”.

Antonio Atte, Giuseppe Spadaro

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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