Immatricolazione targa auto estera: tempi e costi, la procedura

Pubblicato il 8 Settembre 2018 alle 00:15 Autore: Daniele Sforza
Immatricolazione targa auto estera: tempi e costi

Immatricolazione targa auto estera: tempi e costi, la procedura.

Costo e tempo immatricolazione auto estera


Quando si acquista un’auto da un Paese estero per farla circolare in Italia, è necessario regolarizzarla. Stando al Codice della Strada, e in particolare all’articolo 132, l’auto con targa estera può circolare sul territorio entro e non oltre i 12 mesi. Questo significa che entro i 12 mesi bisogna sbrigare le pratiche necessarie per la regolarizzazione. Pratiche per le quali bisogna sostenere dei costi, sia se l’auto proviene da un Paese dell’Unione europea, sia da un Paese extra Ue. Negli ultimi anni il regolamento in merito è stato reso anche più rigido. Andiamo a vedere qual è la procedura da seguire per la immatricolazione targa auto estera e valutiamo se conviene o meno.

Immatricolazione targa auto estera: tempi e costi

Innanzitutto va precisato che se si circola con un’auto con targa estera bisogna comunque possedere tutta la documentazione a riguardo relativa all’auto stessa. Infatti, spesso si parla di multe non pagate da chi circola con veicoli con targa all’estero. Ma in caso di fermo da parte della polizia stradale, si sarà comunque tenuti a esibire la documentazione necessaria relativa all’automobile.

I costi per effettuare l’immatricolazione dell’auto con targa estera possono essere anche abbastanza elevati. Tutto dipende anche dalla potenza e dalle dimensioni del veicolo. Le spese da sostenere sono quelle relative ai versamenti all’Aci (circa 30 euro), a cui va aggiunta l’imposta di bollo necessaria per l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico (circa 30 euro). Un’altra imposta di bollo andrà versata per DDT (siamo attorno ai 40 euro). Quindi a tutto questo va sommata l’imposta provinciale di trascrizione, il cui costo può variare in base alla Provincia di residenza, ma la cui spesa base si aggira attorno a 150 euro. E infine il costo per il rilascio della nuova targa nazionalizzata.

La cosa più certamente “noiosa” di tutta la procedura sarà l’espletamento delle pratiche burocratiche, che prevede tempi più o meno lunghi. Tutto dipende poi dall’auto, se ad esempio si tratta di nuova o usata. Anche in questo caso la burocrazia rischia di essere infinita. Servirà il documento d’identità da parte di chi ha acquistato l’auto, ma anche l’atto di vendita con firma autenticata da parte del venditore. A questo andrà poi aggiunta una marca da bollo e la dichiarazione di conformità europea con omologazione italiana. Se l’auto è usata bisognerà presentare anche l’originale della carta di circolazione estera e la sua copia.

Immatricolazione targa auto estera: Motorizzazione Civile e Sportello Telematico dell’Automobilista

L’immatricolazione della targa di un’auto estera può dunque passare per la Motorizzazione Civile o per lo Sportello Telematico dell’Automobilista, ovvero presso gli uffici preposti. In caso di auto proveniente da Paese extra Ue il destinatario di riferimento sarà solo la Motorizzazione Civile.

Come riporta la sezione Motori di Quotidiano.net, l’immatricolazione presso la Motorizzazione Civile richiede alcuni passaggi obbligati, come la revisione del veicolo e l’analisi sulla documentazione sopra riportata. Effettuati i controlli, la Motorizzazione Civile rilascerà il nuovo libretto di circolazione aggiornato. Quindi, il passaggio successivo consiste nell’iscrivere il veicolo al PRA, previa presentazione di certificato di conformità con omologazione italiana. Il passaggio seguente riguarderà la dichiarazione di proprietà o l’atto di vendita con firma autenticata da parte del venditore. Chi ha acquistato l’auto dovrà invece presentare un documento d’identità e il certificato di residenza, più un modello (NP2D) compilato da acquirente e venditore e una copia del libretto di circolazione.

Presso lo Sportello Telematico dell’Automobilista ci si potrà recare solamente nel caso in cui il veicolo provenga da un Paese Ue. In questo caso bisognerà presentare un documento d’identità, il libretto di circolazione nella sua versione originale, il certificato di residenza e il modello NP2C debitamente compilato. Andranno poi presentate la richiesta di iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico e l’atto di vendita con firma autenticata; infine il certificato di conformità europeo con omologazione italiana.

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Immatricolazione targa auto estera: conviene davvero?

Difficile rispondere alla domanda del titolo di questo paragrafo. Abbiamo provato a chiedere a un’Autoscuola come funzionasse tale procedura. Non occupandosi di tale pratiche, l’Autoscuola ci ha sconsigliato vivamente di procedere autonomamente, perché si tratta di un inferno burocratico dal quale sembra difficile uscirne, tanto da indurre alla rinuncia. Ci ha dunque consigliato di rivolgerci ad agenzie specializzate nella nazionalizzazione delle targhe estere, fornendoci alcuni contatti.

Premettendo che costi e procedure possono differire a seconda del Paese di provenienza del veicolo, abbiamo contattato un’agenzia che si occupa di nazionalizzazione targhe. Illustrando la necessità di trasferire un’auto da un Paese europeo in Italia, abbiamo chiesto costi e tempistiche. Dall’altra parte ci siamo sentiti rispondere che la procedura era possibile; ma che la normativa stava cambiando e dunque le tempistiche procedurali del momento potevano impiegare un minimo di 2 mesi. Anche il costo della pratica risulta piuttosto elevato; portandosi a circa 1.500 euro per la gestione e l’effettuazione della pratica. Abbiamo riportato come veicolo una Peugeot 208 usata con un certo chilometraggio di provenienza dal Belgio.

Insomma, nazionalizzare un’auto potrebbe essere un processo attualmente complicato; meglio attendere le modifiche alla normativa vigente? Oppure attendere quanto affermato. Chiedendo comunque ad esperti del settore ci siamo sentiti dire che è meglio affidarsi alle agenzie per avviare queste pratiche. Farlo in maniera autonoma significherebbe entrare in un inferno burocratico senza via d’uscita. Non resta dunque che contattare le agenzie specializzate in questo tipo di pratiche.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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