Abolizione Bollo auto 2018: petizione in Veneto, ecco per quali modelli

Pubblicato il 31 Agosto 2018 alle 10:54 Autore: Daniele Sforza
Abolizione bollo auto: petizione modelli

Abolizione Bollo auto 2018: petizione in Veneto, ecco per quali modelli.

Il provvedimento del governo Renzi che ha introdotto il bollo auto sulle auto storiche comprese tra i 20 e i 29 anni di età ha fatto infuriare gli appassionati. Da quel momento si sono moltiplicate le richieste di abolizione della tassa e adesso questo invito è rivolto al nuovo governo Conte. Tra le associazioni più attive spicca Tutela Patrimonio Motoristico, che spesso organizza raduni di auto storiche, gli ultimi di quali hanno avuto anche finalità di protesta contro l’odiata tassa.

Sulla pagina Facebook dell’associazione, lo scorso ottobre, si leggeva infatti che “il ripristino dei bolli sulle ventennali ha fatto capire quanto il settore delle auto classiche sia bersagliato”. Non è un caso che dopo l’introduzione della tassa molti possessori di auto ventennali si sono trovati costretti a demolirle o a rivenderle all’estero. Tutela Patrimonio Motoristico è stata dunque in prima fila per salvare la cultura motoristica in tutte le Regioni d’Italia.

Abolizione bollo auto: l’impegno di Tutela Patrimonio Motoristico

L’associazione ha come finalità principale quella di sollecitare il nuovo governo a togliere il tributo sulle auto classiche. La petizione è firmata ancora oggi da molti appassionati in Veneto; ma la raccolta firme continua la sua avanzata in tutte le Regioni italiane e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema saranno organizzati anche appositi gazebo in giro per la Penisola. Per il mese di settembre è previsto un raduno delle auto ventennali che sfileranno in segno di protesta contro il bollo che ha danneggiato un intero settore.

Abolizione bollo auto 20 anni: le novità

“Siamo cittadini italiani che hanno a cuore il mantenimento e la testimonianza futura della nostra cultura e quella motoristica ne rappresenta un importante aspetto”. Così comincia la lettera del presidente Carlo Negri indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo aver ricordato il ruolo determinante di marchi come Alfa, Lancia, Fiat, Ferrari, Maserati e Lamborghini nella crescita della nostra industria, Negri ricorda l’odiato provvedimento del 2014.

“Fino al 2014 una legge ha dato la possibilità di esentare dal pagamento della tassa di possesso le vetture tra i 20 e i 30 anni, dietro rilascio di un certificato di interesse storico”. Poi, nello stesso anno il governo Renzi ha abolito l’agevolazione; senza alcuna preoccupazione per chi con tanta fatica ed esborso di denaro aveva portato a termine la complessa pratica di esenzione”. Il fatto che tutti siano stati tenuti a pagare nuovamente la tassa ha provocato enormi danni al settore, causando demolizioni dei mezzi e vendite all’estero.

Aumento bolli in Legge di Bilancio? Chi rischia la stangata.

Abolizione bollo auto 20 anni: la richiesta al Governo

“L’intero indotto è stato fortemente penalizzato con perdita di posti di lavoro e diminuzione di entrate per lo Stato sotto forma di imposta. Le auto prodotte negli anni Novanta sono le ultime testimonianze della nostra storia e le vediamo ogni giorno per valicare i nostri confini”. Quindi il riferimento è alle parole del premier, proferite subito dopo l’incarico. “Sarò l’avvocato del popolo italiano”. Per l’associazione l’eliminazione del bollo “non sarebbe un danno per l’erario in quanto l’indotto che si verrebbe a ricostruire compenserebbe il mancato introito”. Da qui la richiesta di un confronto con le istituzioni e la richiesta esplicita di cancellazione del bollo sulle auto ultraventennali. Di seguito il link alla lettera dell’Associazione.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
Tutti gli articoli di Daniele Sforza →