Conto corrente: controlli saldo e movimenti, ecco quanto costa e chi spia

Pubblicato il 3 Ottobre 2018 alle 07:10 Autore: Guglielmo Sano
Conto corrente

Conto corrente: controlli saldo e movimenti, ecco quanto costa e chi spia

Saldo conto corrente: chi controlla i movimenti


Sono circa 20mila i detective privati italiani specializzati nel supporto al recupero crediti; un’area al limite tra il legale e l’illegale nella quale tutto dipende da come si usano le informazioni acquisite. In pratica, offrono i propri servizi a privati cittadini e studi legali per accertare dal saldo del conto corrente, alla capacità reddituale, dall’importo delle pensioni, alle proprietà immobiliari. Bastano 390 euro, secondo una piccola inchiesta di Libero, per rintracciare tutti i conti correnti aperti in Italia da una persona, con tanto di fido e giacenza.

Innanzitutto, viene identificato l’istituto bancario o postale di riferimento della persona investigata; le indagini poi proseguono fino ad arrivare al saldo. Insomma, una vera e propria verifica dei conti a richiesta dei creditori. Pagando di più, i detective permettono di capire anche la giacenza media; cioè, i soldi disponibili in media su ogni conto dell’indagato in un determinato periodo. Detto ciò, anche se le informazioni possono fornire la base per chiedere, per esempio, un pignoramento non hanno valore probatorio.

Conto corrente: controlli al confine tra legale e illegale

Infatti, ad ammetterlo gli stessi detective intervistati da Libero, non è possibile determinare con esattezza la somma precisa presente su un conto. Non senza commettere uno o più reati, almeno; visto il segreto che protegge i dati bancari. D’altra parte, non c’è molta scelta; per avere quelle informazioni sarebbe necessario corrompere un impiegato dell’anagrafe tributaria o chiunque abbia accesso al database di una banca dati. Quindi, per evitare di compiere qualsivoglia illecito nel quale, per forza di cose, verrebbe coinvolto anche il cliente, innanzitutto, ci si accerta che esiste un effettivo debito. Dunque, una volta accertato l’interesse legittimo del cliente, tornano utili i “trucchetti” del mestiere; il pedinamento – per accertare la frequenza con cui avvengono i prelievi allo sportello – è uno di questi.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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