Joe Manchin: il democratico spina nel fianco dei progressisti americani

Pubblicato il 13 Giugno 2021 alle 22:20 Autore: Michele Melega
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Le elezioni americane 2020 hanno visto un risultato di parità al Senato, con 50 senatori per partito e la vicepresidente Harris a fare da ago della bilancia.

In una situazione come questa, il voto di ogni singolo senatore è importantissimo, ed entrambi i partiti al Congresso cercano di serrare le fila. I democratici, in particolare, hanno qualche problema con alcuni senatori eletti negli Stati tradizionalmente repubblicani. Questi ultimi hanno tendenze piuttosto conservatrici, soprattutto nei confronti di alcune proposte annunciate dall’amministrazione Biden. Il più discusso in questo periodo, è il senatore del West Virginia Joe Manchin, eletto nel 2010, dopo aver servito come governatore dello stesso Stato. 

Joe Manchin è un democratico molto moderato, spesso ha votato a favore delle proposte dell’ex presidente Donald Trump, è membro della NRA (la potente lobby delle armi americana) ed è contrario alla riforma sul possesso delle armi da fuoco. 

Contro il presidente

Recentemente si è opposto alla possibilità di modificare le norme sul filibuster, il sistema di ostruzionismo usato al congresso americano per bloccare le leggi in discussione, andando contro la maggioranza dem e la volontà del presidente Biden, che senza la modifica di quella norma vedrà ridotte di molto le possibilità di approvare alcune norme della sua agenda. Su questo punto Manchin si è allineato al leader GOP al Senato, Mitch McConnell, che ha promesso terra bruciata attorno alle proposte dei dem.

Mitch McConnell, strenuo sostenitore di Trump

Manchin ha ricevuto aspre critiche da Alexandria Ocasio-Cortez. La giovane rappresentante newyorkese e vicina alle idee di Bernie Sanders, proprio perché le posizioni dell’ex governatore rischiano di bloccare l’azione dell’amministrazione Biden, dentro la quale sono confluite alcune delle idee portate avanti da Sanders nelle campagne presidenziali del 2016 e del 2020.

L’unico democratico che può mantenere il seggio in West Virginia

Oramai l’ala più progressista del Partito Democratico sogna di sostituire l’ex governatore con qualcuno di più progressista alle primarie per il seggio senatoriale nel 2024, ma non tiene conto che Manchin è, al momento, l’unico democratico che possa sperare di vincere in uno Stato sempre più repubblicano come il West Virginia. Nelle elezioni del 2016 e del 2020 i 5 grandi elettori dello Stato sono andati a Trump. Inoltre, il governatore Jim Justice nel 2017 è passato dal Partito Democratico a quello Repubblicano, completando un processo già presente nello Stato da anni.

Sul solco del suo predecessore

Il seggio di Manchin è appartenuto per 57 anni al leggendario senatore democratico Robert Byrd, morto nel 2010, e che, come nel caso del suo successore, più volte aveva agito in dissenso rispetto al partito democratico, soprattutto nella prima parte della sua carriera senatoriale.

Joe Manchin ha saputo mantenere un consenso sufficiente a garantirsi la vittoria in tre elezioni senatoriali (2010, 2012 e 2018) nonostante questo spostamento a destra dell’elettorato dello Stato, e una sua non candidatura porterebbe quasi certamente alla perdita del seggio da parte del Partito Democratico. 

La frecciatina di Biden

Anche il presidente Biden è consapevole dell’importanza di Manchin. Ciò nonostante non ha rinunciato a lanciare una frecciatina nei suoi confronti ( e in quelli della senatrice dell’Arizona Kyrsten Sinema, altra democratica molto moderata). Il Presidente ha affermato alla CNN che certi senatori dem votano molto più volte assieme ai repubblicani che non con i colleghi di partito.

Anche se questa affermazione non è del tutto esatta, è comunque vero che l’opposizione di Manchin sull’abolizione del filibuster non è l’unica volta in cui è andato contro le indicazioni del partito: nel 2017 ha votato a favore della conferma dei giudici costituzionali Gorsuch e Kavanaugh, fortemente sostenuti da Trump, anche se nel 2020 si è opposto all’accelerazione dell’iter per la nomina del terzo giudice nominato da Trump, Amy Coney Barrett, in sostituzione di Ruth Bader Ginsburg. 

I precedenti di Joe Manchin

Sempre nel 2017 Manchin aveva affermato di avere un rapporto migliore con Trump che con Obama. 

Dopo le accuse mosse da Alexandria Ocasio-Cortez, il senatore ha ribattuto dicendo di essere amico sia di Biden che di Harris, e che il rapporto è eccellente con entrambi  Rimane il fatto che il suo voto rimane decisivo per molte delle leggi che l’amministrazione vuole portare avanti, e il suo essere fortemente moderato può fare affondare alcuni punti cardine dell’agenda del presidente, oltre che fare infuriare l’area più progressista dello stesso partito democratico, che aveva strappato a Biden la promessa di integrare parte del programma di Sanders nel proprio.

A questo punto l’unica speranza per i democratici è che qualche senatore repubblicano progressista decida di appoggiare alcune proposte di Biden. Oppure, cercare di conquistare qualche seggio nelle elezioni di midterm del 2022. Cosa difficile in quanto, solitamente, nelle elezioni di medio termine il partito del presidente ha sempre difficoltà. Qualsiasi strategia il partito democratico scelga, il costo politico da pagare sarà alto, e Manchin risulterà sempre più l’ago della bilancia nelle votazioni del Senato.