Acqua pubblica 2019: proposta di legge in vigore a dicembre? I dettagli

Pubblicato il 16 Ottobre 2018 alle 00:16 Autore: Guglielmo Sano
Acqua pubblica

Acqua pubblica 2019: proposta di legge in vigore a dicembre? I dettagli

Acqua pubblica, la proposta di legge nel 2019


In questi giorni partirà alla Camera la discussione sulla proposta di legge sull’acqua pubblica targata 5 stelle. Prima firmataria proprio la presidente della commissione ambiente pentastellata Federica Daga. “Se l’accesso all’acqua è un diritto di tutti i cittadini, garantirlo è un dovere di qualsiasi Stato. Su questo il contratto di governo parla chiaro e a partire da questi giorni alla Camera si discuterà la nostra proposta di legge per l’Acqua Pubblica!”. Così si legge sul Blog di Beppe Grillo a proposito dell’iniziativa.

In cosa consiste? Innanzitutto, si vuole garantire un uso sostenibile e solidale della fondamentale risorsa: conoscendone qualità e disponibilità tutelare il diritto all’acqua di tutti, anche alle future generazioni. Questo lo “spirito”. Entrando più nello specifico: garantire il minimo vitale equivalente a 50 litri; quindi, mettere in campo delle misure che rendano più efficiente il sistema idrico; per esempio, ciò si potrebbe ottenere attraverso il recupero delle acque depurate e piovane.

Acqua pubblica: limiti alle concessioni

Innanzitutto, la riforma prevederà un affidamento concreto di potere decisionale ai distretti idrografici. Questi al loro interno comprendono uno o più bacini. Dunque, per ogni bacino verrà istituito un consiglio cui spetterà l’elaborazione e l’aggiornamento di un piano di gestione, cioè stabilirà le tariffe in base anche alla disponibilità delle risorse.

Detto ciò, a partire dall’entrata in vigore della norma non potranno più essere affidate nuove concessioni “per sfruttamento, imbottigliamento o utilizzazione di sorgenti; fonti; acque minerali; corpi idrici idonei all’uso potabile” se non rispetteranno i nuovi criteri di salvaguardia del ciclo naturale dell’acqua. Inoltre, anche le concessioni in atto dovranno adeguarsi a nuovi regolamenti a tutela del bene ambientale. In caso di inadempienza la concessione può essere revocata e comunque non potrà durare più di 10 anni. Entro dicembre, Ministero dell’Ambiente e della Sanità dovranno rilasciare le nuove linee guida.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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