Cedolare secca affitti 2019: negozi e capannoni, cosa cambia

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:11 Autore: Guglielmo Sano

Cedolare secca affitti: dal primo gennaio 2019, il regime agevolato esteso anche ai locali commerciali, accolta la richiesta dalle associazioni di categoria

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Cedolare secca affitti 2019: negozi e capannoni, cosa cambia

Affitti capannoni o negozi, la differenza per la cedolare secca


Con la Legge di Bilancio 2019 arriva anche la cedolare secca per gli affitti dei negozi. Infatti, nel caso in cui la manovra fosse approvata, come è lecito aspettarsi, dal primo gennaio 2019, il regime agevolato sarà esteso anche ai locali commerciali e ai capannoni. D’ altronde, l’ estensione dell’ imposta al 21% da tempo era richiesta dalle associazioni di categoria e, in particolare, da Confedilizia.

Secondo dei calcoli effettuati proprio da quest’ ultima, pur con delle variazioni da città a città, chi ha un locale commerciale in affitto potrebbe risparmiare tra i mille e i 2.800 euro di tasse all’ anno grazie alla cedolare secca. Detto ciò, non è la prima volta che si parla di una misura del genere; insomma, anche altri governi avevano mostrato l’ intenzione di estendere il regime agevolato ai locali commerciali. Tuttavia, la proposta non era mai riuscita ad acquistare concretezza.

Cedolare secca affitti 2019: vantaggi per proprietari e Stato

Dunque, saranno soddisfatti di certo i proprietari degli immobili, dato che risparmieranno non poco optando per la tassazione sostitutiva Irpef prima disponibile solo per le case. “È un passo importante che contribuirà ad attenuare la piaga dei locali vuoti, favorendo l’ avvio di nuove attività economiche e scongiurando il dilagare di situazioni di degrado” ha commentato dal canto suo il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.

D’ altra parte, dovrebbe esserci anche un ritorno non di poco conto per le casse dello Stato. Ciò potrebbe avvenire anche solo attraverso una probabile diminuzione dell’ evasione fiscale e contributiva; per capirci, attraverso un calo del fenomeno degli affitti “ in nero”. I contratti con cedolare secca non comportano il pagamento dell’ imposta di bollo così come dell’ imposta di registro. Quindi, l’ imposta sostitutiva è calcolata applicando l’ aliquota del 21% sul canone di affitto stabilito da proprietario e inquilino.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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