Busta paga o Flat tax per dipendenti pubblici e privati, quale conviene

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:31 Autore: Daniele Sforza

Con l’introduzione della flat tax sarà più conveniente ricevere la busta paga ogni mese o fatturare in qualità di lavoratore autonomo? Andiamo a rispondere.

busta paga o flat tax quale conviene
Busta paga o Flat tax per dipendenti pubblici e privati, quale conviene

Confronto Flat tax contro busta paga dipendenti


L’entrata in vigore della flat tax nel 2019 potrebbe cambiare il pensiero di chi fino a oggi riteneva più conveniente ricevere una busta paga ogni mese, piuttosto che fatturare in qualità di lavoratore autonomo. La flat tax andrà infatti a cambiare le carte in tavola, sotto l’aspetto dei redditi. Con le partite Iva che potranno guadagnare fino al 30% in più rispetto a un lavoratore dipendente. Una battaglia di cifre emersa da alcune simulazioni del portale Eutekne, anche se non va dimenticato come il lavoratore dipendente abbia decisamente maggiori garanzie rispetto a un lavoratore autonomo, il cui guadagno maggiore potrebbe dunque andare a titolo di compenso.

Busta paga o flat tax: quale scegliere

Dal 2019, chi avvia un’attività lavorativa, potrebbe non avere più paura della temuta partita Iva. Con l’estensione del regime forfettario a chi guadagna fino a 65 mila euro all’anno, non sarà dovuta l’Iva e si potrà pagare solo il 15% di quanto guadagnato. Il regime potrebbe subire una modifica vantaggiosa anche nel 2020, anno in cui si prospetta la seconda aliquota al 20% per chi guadagna da 65.001 a 100.000 euro. Una condizione vantaggiosa, senza dubbio, perfino più di quella di un lavoratore dipendente che riceve la busta paga ogni mese.

Busta paga e flat tax: reddito annuo, differenze al netto

Andiamo a esemplificare l’infografica di Centimetri realizzata per il Messaggero in una nostra tabella. La quale prevede da un lato la retribuzione lorda, dalla quale poi si evince il costo per il datore di lavoro e lo stipendio netto del lavoratore (dipendente e autonomo) per 13 mensilità, con tanto di differenziale. Dai dati emerge con evidenza il vantaggio reddituale a favore del lavoratore autonomo che rientra nel regime della flat tax.

Retribuzione (lordo) Costo a carico del datore di lavoro Stipendio netto lavoratore dipendente Retribuzione netta titolare partita Iva Differenza netto (€) Differenza netto (%)
15.000 19.782 12.717 12.975 258 2,03%
20.000 26.376 16.762 17.300 1.538 9,75%
25.000 32.970 18.753 21.625 2.872 15,32%
30.000 39.564 21.743 25.950 4.207 19,35%
35.000 46.158 23.391 30.275 6.884 29,43%
40.000 52.752 25.922 34.600 8.678 33,48%
45.000 59.346 28.453 38.925 10.471 36,80%
50.000 65.940 30.985 39.184 8.200 26,46%
55.000 72.534 33.516 43.103 9.587 28,60%
60.000 79.128 36.047 47.021 10.974 30,44%
65.000 85.722 38.603 50.939 12.336 31,96%

Come si nota dalla tabella, dal punto di vista del reddito i vantaggi sono sempre a favore del lavoratore. Le condizioni migliori si hanno certamente sulle soglie reddituali più alte, come ad esempio il massimo previsto dei 65 mila euro. Laddove un lavoratore autonomo andrebbe a guadagnare oltre 12 mila euro in più rispetto a un lavoratore dipendente. Ma anche nella fascia intermedia (45.000 euro), il differenziale del guadagno netto sarebbe di 10.471 euro (36,80%).

Regime forfettario 2019: flat tax, partita Iva, requisiti e limiti reddito

Busta paga e flat tax: vantaggi e svantaggi

Naturalmente tutto questo deve anche far fronte ad altre considerazioni. Ad esempio, un lavoratore con busta paga è maggiormente al sicuro rispetto a un lavoratore autonomo. Pur guadagnando di meno, ha comunque diritto ad alcuni privilegi che il lavoratore autonomo non ha. Può essere il caso della malattia o delle ferie (solitamente, se un titolare di partita Iva è ammalato o va in vacanza non guadagna), o dei permessi. Insomma, tutte garanzie che un lavoratore autonomo non può avere e che, dal 2019, andrà a compensare con un maggiore guadagno.
Infine va ricordato che stando alla normativa, non sarà possibile aprire una partita Iva e continuare a lavorare per l’ azienda di cui si era dipendenti nei 2 anni precedenti la modifica dello status professionale. Ciò per evitare la trasformazione immediata di un contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato in un rapporto di collaborazione con il lavoratore autonomo.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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