Manovra 2019 approvata: voti a favore, contrari e cosa dice l’UE

Pubblicato il 31 Dicembre 2018 alle 11:58 Autore: Alessandro Faggiano
Manovra 2019 approvata, voti a favore, contrari e cosa dice l'UE
Manovra 2019 approvata: voti a favore, contrari e cosa dice l’UE

Dopo le solite e ovvie bagarre per l’approvazione della Legge di Bilancio, la Manovra 2019 passa l’ultimo step della Camera. A Montecitorio, dopo aver discusso oltre 200 emendamenti, si passa alla votazione finale. E il Governo festeggia: sono 313 sì e 70 no. L’esecutivo conformato da Lega e Movimento 5 Stelle porta a casa una vittoria chiave, pur avendo ribassato le proprie aspettative – dal 2,4% di deficit al 2,04% -. Appena tre ore dopo l’approvazione alla Camera, è arrivata la firma del Presidente Sergio Mattarella.

Manovra 2019 approvata: esaltazione tra le fila giallo-verdi. L’opposizione chiama a raccolta

Grande euforia tra gli esponenti del governo pentastellato e leghista. Di Maio assicura che la Manovra è “una legge fatta con il cuore, che pensa agli italiani”. Soddisfatto anche Giovanni Tria – considerato ancora uno dei Ministri in bilico – che riafferma la capacità di aver portato a casa tutti gli obiettivi prefissati. Molta soddisfazione anche da parte del premier Giuseppe Conte. L’avvocato parla dell’inizio di una stagione di riscatto per l’Italia e gli italiani.

Dall’altro lato, le opposizioni – in particolare il Partito Democratico – chiama a raccolta e alla mobilitazione. Graziano Del Rio si fa portavoce della protesta e, in un sit-in fuori Montecitorio, invoca un anno di mobilitazioni popolari. L’attacco del Capogruppo alla Camera del PD lancia parole forti contro i due vicepremier, Di Maio e Salvini. I due sarebbero – secondo Del Rio – come degli autisti ubriachi che rischiano di farci schiantare.

Qual è il parere dell’UE sulla manovra 2019?

Il direttore generale per gli Affari economici della Commissione europea, Marco Buti, ha voluto esprimere – in una lettera al Corriere della Sera – che l’approvazione da parte di Bruxelles si deve unicamente ai conti, non ai contenuti. Per Buti, la procedura d’infrazione si sarebbe aperta solo e unicamente in caso di disavanzo eccessivo, seppur la stessa Unione abbia offerto delle raccomandazioni in materia di politica economica. Secondo Bruxelles, non è questa la strada giusta per seguire la via delle buone riforme.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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