Venezuela ultime notizie: si allarga il fronte pro-Guaidò, Trump non esclude opzione militare

Pubblicato il 4 Febbraio 2019 alle 16:02 Autore: Michele Mastandrea

Venezuela ultime notizie: diversi stati europei riconoscono il presidente auto-proclamato. Russia e Cina dalla parte di Maduro

Venezuela ultime notizie si allarga il fronte pro-Guaidò, Trump non esclude opzione militare
Venezuela ultime notizie: si allarga il fronte pro-Guaidò, Trump non esclude opzione militare

Venezuela ultime notizie: si allarga il fronte pro-Guaidò

Continua lo scontro diplomatico internazionale intorno alla crisi in Venezuela. Infatti, da oggi è aumentato il numero dei paesi europei che riconoscono come presidente del paese Juan Guaidò. Scaduto l’ultimatum di otto giorni emesso nei confronti di Maduro affinché indicesse nuove elezioni presidenziali, Francia, Olanda, Germania, Gran Bretagna, Svezia, Spagna, Portogallo, Danimarca ed Austria hanno riconosciuto l’auto-proclamato presidente.

Questi paesi hanno quindi dato l’ok anche alla possibilità che Guaidò indica al più presto nuove elezioni presidenziali. Ad esprimersi in questo senso è stato il ministro degli Esteri francese Le Drian, che ha affermato come il popolo venezuelano sia “in marcia per il cambiamento”.

Il sostegno a Guaidò si allarga dunque, ma non comprende ancora quello ufficiale da parte del governo italiano. Russia e Cina continuano a dare appoggio all’attuale presidente Maduro. Gli Usa sembrano però sempre più impazienti rispetto ad una svolta politica nel paese. Il presidente americano Trump per l’ennesima volta non ha escluso l’ipotesi di un intervento militare, definita “una opzione”.

Una possibilità che è stata descritta come contro ogni principio di base del diritto internazionale da parte della Russia, per via del ministro degli Esteri di Mosca Lavrov. Da parte sua Maduro ha serrato le fila tra le Forze Armate. Dichiarando di essere pronto a difendere ad ogni costo la sovranità del suo paese.

Venezuela ultime notizie: un “nuovo Vietnam”

Attaccando le nazioni europee che hanno riconosciuto Guaidò, Maduro le ha definite alla stregua di attori prezzolati dagli Stati Uniti. Il successore di Chavez ha inoltre avvertito Trump che in caso di intervento militare le truppe statunitensi rivivranno l’esperienza del Vietnam. Continuando a non dare legittimità all’ultimatum in arrivo dall’Europa, Maduro nella giornata di domenica ha offerto unicamente la possibilità di indire nuove elezioni legislative.

Elezioni concernenti dunque l’Assemblea Nazionale, controllata dall’opposizione sin dal 2015. Guaidò ne è attuale presidente. Sul tema dovrebbe decidere l’Assemblea Nazionale Costituente. Camera istituita nel 2017 dall’attuale presidente proprio per svuotare del suo potere la camera governata dall’opposizione. La ministra francese Loiseau ha definito l’offerta di Maduro “una farsa”.

Venezuela ultime notizie: le mosse della diplomazia internazionale

Da segnalare è in aggiunta come alcuni paesi europei abbiano messo in campo un Gruppo di Contatto per contribuire all’organizzazione di nuove elezioni presidenziali. Questo si riunirà per la prima volta il 7 febbraio a Montevideo, in Uruguay. Il tutto avverrà alla presenza del paese organizzatore, dei paesi europei che hanno riconosciuto Guaidò, dell’Italia, ma anche di nazioni al fianco di Maduro come la Bolivia di Morales.

Il tema della transizione politica è molto delicato. Il fatto stesso che si crei un precedente di autoproclamazione presidenziale rimane tema scottante in tutte le cancellerie internazionali. Su questi temi si svolge nella giornata di oggi anche una riunione in Canada del Gruppo di Lima. Questa è una istituzione intergovernamentale che racchiude i principali paesi americani, Usa esclusi. È nata l’anno scorso proprio per discutere di una soluzione pacifica della crisi venezuelana.

La posizione europea sembra quella più complicata, essendo nei fatti duplice. Da un lato in gran parte si accoda al riconoscimento di Guaidò, contribuendo a polarizzare gli schieramenti e ad innalzare la tensione nel paese. Dall’altra si produce come visto in uno sforzo diplomatico che difficilmente potrà trovare l’appoggio di tutte le parti in causa. Lo stesso Maduro ha definito negli scorsi giorni come inaccettabili le ingerenze europee sulla vita politica venezuelana. Concetto ribadito giorni fa anche dal presidente di uno dei paesi alleati del presidente chavista, ovvero il messicano Obrador, in una conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Sanchez.

Venezuela ultime notizie: la posizione delle Forze Armate

Il tema cruciale sembra rimanere ancora quello dell’appoggio delle Forze Armate a Maduro. L’esercito, che dal 10 al 15 febbraio ha in programma esercitazioni militari su larga scala, finora si è dimostrato a parte poche defezioni fedele al presidente in carica. Nella giornata di domenica Maduro, dalla base navale di Turiamo, ha definito i militari “i massimi garanti dell’unità, dell’integrità e del rispetto della sovranità venezuelana”.

Nel frattempo, Caracas ha visto le sue strade riempirsi di sostenitori di Maduro come dell’opposizione nella giornata di domenica. Piazze che evocano la possibilità di una guerra civile in divenire. Eventualità che lo stesso Maduro ha definito legata al “grado di follia ed aggressività degli imperialisti del nord e dei loro alleati occidentali”.

Maduro si è scagliato in questi giorni più volte contro le sanzioni americane, mirate soprattutto nei confronti dell’industria petrolifera venezuelana. Il Venezuela possiede le maggiori riserve petrolifere al mondo, stimate in circa 300 milioni di barili. L’appoggio russo e cinese e l’ostilità americana a Maduro sono per diversi osservatori legate proprio a queste riserve. Il controllo di queste è strategico all’interno dello scontro politico internazionale più ampio tra le maggiori potenze globali. Uno scontro che ha aggravato la situazione nel paese reale. Questo ha visto circa un decimo della popolazione migrare all’estero negli ultimi anni, ma anche registrato un aumento esponenziale del prezzo di beni alimentari e medicinali.

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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