Le Ceneri 2019: data e perché si festeggiano, ecco quando sono

Pubblicato il 7 Marzo 2019 alle 06:52 Autore: Giuseppe Spadaro

Mercoledì 6 marzo 2019 ricorre il giorno delle ceneri, il primo giorno della Quaresima. Una giorno vissuto come giorno di digiuno e di astinenza.

Le Ceneri 2019 data e perché si festeggiano, ecco quando sono
Le Ceneri 2019: data e perché si festeggiano, ecco quando sono

Data ceneri 2019 e significato


Mercoledì 6 marzo ricorre il giorno delle ceneri 2019. Si tratta del primo giorno di Quaresima (qui il nostro articolo sulle date di Carnevale 2019). Principalmente si tratta di una festa cattolica di cui spiegheremo il significato. Dal punto di vista simbolico si tratta di un giorno di penitenza.

Ceneri 2019, giorno di digiuno e rito

Tradizionalmente, come ricordano anche siti specializzati come Famiglia Cristiana, si tratta di un giorno di digiuno e di astinenza. Le ceneri rappresentano anche pubblicamente la penitenza. Infatti già alle origini della celebrazione il cosiddetto rito delle ceneri con l’uso della cenere sulla testa costituiva il rito di penitenza dei fedeli che sarebbero poi stati assolti dai loro peccati il giovedì santo.

Ceneri 2019, la conversione

Il rito delle ceneri è accompagnato dalla frase che il sacerdote pronuncia mentre impone le stesse ceneri. “Convertitevi e credete al Vangelo” è la formula utilizzata a seguito della riforma liturgica, seguita al Concilio Vaticano II. La Quaresima è sinonimo di conversione.

“Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai” dice Dio ad Adamo dopo il peccato originale. Il senso delle ceneri è racchiuso in questa frase. Il concetto si traduce nel gesto del cospargersi il capo di ceneri.

La cenere si ottiene bruciando i rami d’ulivo benedetti la domenica delle Palme dell’anno prima.

Ceneri 2019, significato biblico

Quale è il significato biblico? L’uso delle ceneri ha, come vedremo, un doppio significato.

1.Ceneri come segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…” (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Gb 30,19).

2. La cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente conosciuto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore” (Gdt 4,11).

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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