Primarie partito democratico USA 2020: candidati, programma e temi

Pubblicato il 21 Febbraio 2019 alle 15:35 Autore: Michele Mastandrea

Primarie partito democratico USA 2020, la situazione: candidature e temi. Da Bernie Sanders a Elizabeth Warren, chi scende in campo

Primarie partito democratico USA 2020: candidati, programma e temi
Primarie partito democratico USA 2020: candidati, programma e temi

“Una fonte di imbarazzo per il paese”. Questa l’opinione di Bernie Sanders sull’attuale Presidente USA Donald Trump. Parole pronunciate a margine dell’annuncio della candidatura ufficiale di Sanders alle prossime primarie democratiche. Obiettivo, guadagnare la nomination per le elezioni presidenziali del 2020.

Sanders, senatore del Vermont di tendenza socialista, perse le ultime primarie dem contro Hillary Clinton nel 2016. Ottenendo però un grande successo tra i giovani e in generale tra la società civile durante la competizione. Per molti Sanders avrebbe potuto sconfiggere Trump se fosse stato lui lo sfidante del tycoon. Con la candidatura rilanciata lo scorso martedì, Sanders è di nuovo in corsa. Figurando tra i favoriti per sfidare l’attuale presidente nel novembre del prossimo anno. A sostenere il 77enne senatore, anche giovani stelle del partito come Alexandria Ocasio Cortez.

Primarie democratiche USA 2020: Sanders-Warren e lo scontro interno al partito

Quella di Sanders è solo l’ultima candidatura nel campo democratico. Una candidatura il cui programma sarà molto probabilmente simile a quello del 2016. Dunque favorevole all’accesso universale alla sanità, così come all’innalzamento del salario minimo. Ma anche basato sull’opposizione al “partito di Wall Street” e agli interessi delle grandi corporation. Sanders dunque mira a raccogliere il consenso dell’ala più progressista del partito.

Quella a cui appartiene, seppur con tonalità differenti, anche Elizabeth Warren. Politica di lungo corso, appartenente ufficialmente ai dem a differenza di Sanders che corre come indipendente. Warren è la politica che sembra avere attualmente le maggiori chance di correre per la nomination. La senatrice del Massachussets è schierata a sinistra rispetto al baricentro del suo partito ed è da sempre fortemente critica sul mondo della finanza americana.

Warren si è però in passato definita “pienamente capitalista” a differenza di Sanders. Strizzando l’occhio così anche al mondo imprenditoriale. Warren potrebbe essere la giusta figura di compromesso tra l’ala più vicina a Sanders e quella che invece guarda più al centro. Uno scontro interno al partito sin dalle primarie 2016 che ancora non ha trovato una sintesi.

Primarie democratiche USA 2020: i nomi emergenti

Ma tante altre personalità hanno annunciato la fondazione di un comitato esplorativo, primo passo verso la candidatura alle primarie. In particolare, emergono candidature capaci di rappresentare segmenti sociali quali donne e minoranze etniche. Tra queste Kirsten Gillibrand, senatrice dem che raccoglie consensi soprattutto per il suo impegno nelle questioni di genere. Oppure Cory Booker, afroamericano la cui strategia sembra quella di poter raccogliere voti soprattutto al Sud. Area del paese dove tradizionalmente è più forte il consenso ai repubblicani.

Booker intende riformare il sistema giudiziale/carcerario e puntare molto sul tema del lavoro, in particolare per quanto riguarda le minoranze. Ulteriore candidatura è quella presentata da Kamala Harris. Anche l’ex procuratrice generale della California potrebbe aver possibilità di vittoria. Donna e di origine asioamericana, raccogliendo dunque alcune delle caratteristiche di Gillibrand e Booker, Harris è particolarmente apprezzata soprattutto per la sua capacità oratoria.

Primarie partito democratico USA 2020, la situazione: altre candidature e temi caldi

Tra i nomi meno noti che hanno fatto le prime mosse verso le primarie ci sono invece Julian Castro, Tulsi Gabbard, Pete Buttigieg, John Delaney, Amy Klobucher e Richard Ojeda. Profili che non sembrano poter ottenere la nomination in alcun modo. Ma che potrebbero proporsi al fine di guadagnare notorietà per ulteriori tentativi in futuro. O puntare a costruire un ticket con candidati più forti. Da capire se alcuni esponenti storici del partito, come ad esempio l’ex vice di Obama Joe Biden o il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, decideranno o meno di candidarsi. Potrebbe essere della partita anche il sindaco della Grande Mela Bill De Blasio.

Oltre al tema dei diritti delle donne e delle minoranze, a quello della sanità e a quello dell’opposizione allo strapotere delle banche e della finanza nella politica americana, altri temi stanno agitando il confronto. Uno tra tutti quello che riguarda l’introduzione di nuove regolamentazioni sul tema del possesso delle armi. Ambito su cui sembra esserci convergenza da parte di tutti i candidati. Stragi come quelle di Parkland nel febbraio 2018 sembrano aver sempre più fatto schierare gli elettori democratici su questo tema.

Secondo l’autorevole Pew Research Center, circa l’80% degli elettori democratici desidererebbe leggi più severe sulle armi. Una presa di posizione che sembra essere già stata fatta propria da molti candidati. Infatti, otto eletti su dieci tra i dem alle ultime elezioni di midterm avevano nel proprio programma la limitazione alla diffusione delle armi.

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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