Berlusconi “c… chi ha fiducia del governo”, Grillo “gli scappano le parole”

Pubblicato il 16 Marzo 2019 alle 16:07 Autore: Emilia Missione

Dalla campagna elettorale in Basilicata Silvio Berlusconi attacca i sostenitori del governo. Beppe Grillo dal blog: “Le parole gli scappano come peti”

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Berlusconi “c… chi ha fiducia del governo”, Grillo “gli scappano le parole”

Le modalità sono le stesse, il nemico diverso. Tredici anni dopo quel suo “Non credo ci siano così tanti coglioni che votano a sinistra”, Silvio Berlusconi rispolvera vecchi slogan per combattere nuovi avversari politici. E così, in un caldo pomeriggio di campagna elettorale in Basilicata, l’ex premier si lascia andare ad esternazioni poco eleganti. Ai microfoni dei giornalisti apostrofa in malo modo quegli italiani, almeno la metà, che ripongono fiducia nell’attuale governo. Pronta arriva la replica, sulla stessa lunghezza d’onda, di Beppe Grillo dalle colonne del suo blog: “Le parole gli scappano come peti”, chiosa.

Berlusconi contro il M5S: “c… chi ha fiducia del governo”

Metaponto, provincia di Matera. Silvio Berlusconi è impegnato in un tour elettorale fitto di appuntamenti in Basilicata. Il Cavaliere si sta spendendo in prima persona per sostenere la candidatura di Vito Bardi alla poltrona di governatore della Regione. Berlusconi è fiducioso in una vittoria dell’ex generale della Guardia di Finanza in un territorio, come la Basilicata, storicamente di sinistra e che alle ultime elezioni politiche ha votato per il 44% compatto verso il Movimento 5 Stelle.

Davanti alla platea di un centro congressi il Cav arringa la folla. Esalta le competenze del suo candidato, “4 lauree e 2 master”, e di tutta la classe dirigente forzista, “uomini del fare, manager, imprenditori, capaci di realizzare quello che hanno promesso, non come gli altri“.

Gli altri, ça va sans dire, sono il Movimento 5 Stelle. Berlusconi richiama gli elettori alla riflessione: “Lucani, svegliatevi! Come avete fatto a premiare questi dilettanti, buoni a nulla ma capaci di tutto?“. Poco dopo, davanti ai giornalisti, rincara la dose: “Abbiamo messo l’aeroplano Italia nelle mani di gente che non ha mai guidato un aereo. Dovremmo essere tutti preoccupatissimi”. E conclude: “C’è il 50% di persone che non è preoccupato. Svegliatevi, aprite gli occhi e domandatevi: sono un coglione o sono una persona intelligente? Risposta: sei un coglione“.

Berlusconi: vecchi slogan per nuove campagne

Non è la prima volta che l’ex presidente del Consiglio usa certi toni per dissuadere gli elettori a votare per i suoi avversari. Era l’anno 2006 e, in uno scontro elettorale all’ultimo voto tra L’Unione di Romano Prodi e l’allora Casa delle Libertà, il candidato del centrodestra usò parole molto simili. Davanti ai commercianti della Confcommercio dichiarò: “Non credo ci siano in giro tanti coglioni che votano per il proprio disinteresse”. Tradotto, per il centrosinistra che poi quelle elezioni le vinse, sebbene sul filo del rasoio.

Tredici anni fa, in un clima politico ancora lontano dai social e dalle dirette Facebook, quelle parole fecero scalpore. A tal punto che, appena qualche minuto dopo, all’uscita da Confcommercio il Cavaliere tentò di rimediare. “La mia era solo ironia“, commentò. Solo in serata cercò di spiegare meglio: “Intendevo dire masochisti”.

La reazione di Grillo: peti d’autore

Se allora la reazione dei vertici dell’Ulivo furono “Berlusconi si conferma un uomo rozzo e volgare“, ora la replica degli interessati oltre a condannare, rilancia. Dalle colonne del suo blog, il garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, commenta le dichiarazioni del Cavaliere, apostrofato “psiconano”.
Un punto di riferimento unico per gli studiosi della maleducazione da disinibizione“, accusa il comico genovese.

E sintetizza: “Le parole gli scappano come peti, i pensieri sono rivolti al suo caleidoscopio e tamarro universo immaginario. Il vecchio puffo senza contegno e senza misura“.

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L'autore: Emilia Missione

Giornalista professionista, classe '90. Ho lavorato a SkyTg24 e come public affairs consultant. Amo la politica, le parole e le gonne di tulle. Ma non in questo ordine.
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