Hedge Fund strumento di investimento

Pubblicato il 26 Gennaio 2010 alle 18:05 Autore: Luigi Zoppoli
Hedge Fund strumento di investimento
di Gobettiano ed il suo nuovo sito

I mercati finanziari, oramai di lunga e consolidata tradizione, hanno sempre correttamente dovuto porsi il problema del “come” gestire i capitali investiti allo scopo di massimizzare i rendimenti contenendone i rischi, tentare di coprirsi dalla volatilità assicurando al meglio possibile la stabilità di positivi rendimenti. Rendimento, stabilità  nel tempo, minimizzazioni del rischio, copertura dalle volatilità  sono dunque i capisaldi di una strategia di lungo periodo.


Furono questi i punti sui quali si trovò a ragionare Alfred Winslow Jones, un americano cosmopolita il quale dopo essere approdato alla rivista Fortune, nel 1949 inventò e costruì A.V. Jones, primo Hedge Fund della storia della finanza. Si noti, a titolo di comprensione che la parola inglese HEDGE tradotta nel suo significato prevalete contiene i concetti di riparo, difesa, protezione, copertura.

Qualche breve notazione storica, impone di menzionare le critiche assai aggressive che gli Hedge Fund ricevettero, le diffidenze che generò nella finanza salvo poi divenire uno strumento di gestione degli investimenti accettato, soprattutto quando fu “sposato” da personaggi del calibro di Warren Buffet e George Soros tanto per fare nomi molto noti. A dare un esempio delle potenzialità e del modo operativo dei Fondi Hedge, aiuta il Quantum Fund di George Soros. Questi, nei primissimi anni 90, ritenne di leggere opportunità di guadagni nelle speculazioni sulla Sterlina inglese e nella lira italiana ed investì pesantissimamente conseguendo utili stratosferici anche quando, nel Settembre 1992 la lire fu svalutata del 30% dopo una disperata, inutile difesa. Voglio subito dire che, a mia opinione, non fu affatto “colpa” di Soros o della speculazione la svalutazione, ma della politica economica e finanziaria disgraziata e dissennata di governi inetti dediti allo scialacquo a determinare la debolezza della lira e la sfiducia dei mercati.

Sempre come passaggio “storico” va ricordato che nella storia degli HEDGE FUND, esiste solo il caso di LTCM (Long Term Capital Management), il fondo dei premi Nobel a cadere e ad implicare un intervento sia pure indiretto dell’Amministrazione degli USA. Ma è vicenda troppo lunga e complessa per darne dettaglio qui. Basti sottolineare che nella tempesta finanziaria iniziata nel 2007, nessun Fondo Hedge ha chiesto aiuti pubblici o ha “fregato i risparmiatori”: molti fondi hanno chiuso, altri hanno subito pesanti perdite, altri ancora sono riusciti ad ottenere guadagni importanti sia pure in questi difficili frangenti. Non riuscendo a trovare il dato aggiornato, segnalo che il totale mondiale degli Hedge Fund al 2005 ammontava a circa 1.500 miliardi di dollari.

Gli Hedge Fund sono strumenti di investimento assai sofisticati che nascono dalle esigenze sopra richiamate: sovraperformare i rendimenti medi del mercato ottenendo risultati positivi e stabili anche in periodi di ribasso. Si è dimostrato infatti che uno dei limiti della gestione degli investimenti è rappresentato dall’insufficienza delle tecniche tradizionali ad ottenere risultati positivi e stabili nei periodi di ribasso o stagnazione dei mercati periodi in cui sono possibili labili ed incerte difese dall’erosione del patrimonio.

Jones, nell’intuire questi aspetti, identificò un veicolo adatto che doveva superare alcune limitazioni della legislazione creando un organismo compatto, flessibile ed agile che potesse utilizzare gli strumenti il cui uso era allora inibito alle grandi banche. Questi motivi insieme alla legislazione. caratterizzarono gli Hedge Fund come imprese con un massimo di 99 sottoscrittori ciascuno dei quali dotato di un patrimonio di almeno 1000.000 di Dollari e/o con un reddito netto di almeno 500.000 dollari annui. Investitori qualificati e consapevoli, connotati da u profilo di rischio piuttosto marcato. Un aspetto di cruciale rilievo era ed è che il gestore di un Fondo Hedge DEVE apportare il SUO patrimonio mettendo quindi a rischio oltre che le quote, i quattrini dei sottoscrittori, anche i SUOI personali quattrini. Non si capirà mai abbastanza quanto questo aspeto faccia la differenza.

Una struttura di questo tipo consente di seguire con libertà strategie aggressive che, assai variabili ed applicate congiuntamente, possono comunque essere raggruppate secondo uno schema di massima:

  1. arbitraggio (la pagina di Borsa Italiana è esemplare per chiarezza esplicativa)
  2. Direzionali di mercato: tendono ad individuare in quale direzione, quale sarà la tendenza di fondo del mercato;
  3. Event Driven orientati a cogliere occasioni ed opportunità che il mercato finanziario offra come ad esempio nel caso di OPA di una società verso un’altra;
  4. Fondi di Fondi tipicamente strutturati per diversificare il rischio.
  5. Combinazione di più di una di queste strategie.

Su strutture e fondamenti strategici di tal genere, si va ad innestare un vasto portafoglio di strumenti finanziari verificati come efficaci per dar corpo e risultato alle strategie ed agli obiettiviil principale dei quali era, è e sarà la protezione dal rischio sistemico. Volendo fare una rapidissima panoramica degli strumenti principali messi in camp, vanno citati:

  • Short Selling o vendite allo scoperto,
  • Utilizzo di DERIVATI;
  • HEDGING copertura dalla volatilità del mercato attraverso l’utilizzo combinato di vendite allo scoperto e derivati con il risultato di guadagnare sui titoli se il mercato sale e di coprirsi dalle perdite (per mezzo dei derivati) sui titoli detenuti se il mercato scende;
  • Leva finanziaria per la quale, in figura c’è un esempio a chiarire quanto efficace sia in caso positivo ma pericolosa in caso negativo:

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Da disincantato, come si suol definire coloro che parlano senza moralismi ipocriti, faccio osservare che il meccanismo della leva, ognuno lo userebbe. Se potesse ed alla faccia dell ‘“avidità” censurata se commessa da altri. La leva finanziaria è uno strumento che regolarmente e saggiamentente usano anche le imprese.

Il rapido ed incompleto percorso non toglie l’obbligo di qualche notazione ulteriore. Non di rado, i Fondi Hedge sono connotati da opacità operativa. La ragione è che l’unicità delle strategie di investimento, l’originalità, la singolarità dell’intuire opportunità che altri non riesce a cogliere intuita dal gestore, impongono riservatezza per essere la chiave di volta del risultato positivo atteso dall’investimento. La diffusione pubblica di strategie ed informazioni genererebbe danni. E d’altronde, va ricordato mille volte, il gestore dell’Hedge Fund gioca anche con i SUOI soldi.

In Italia gli Hedge Fund entrano nel 1999 sottoposti ad una serie di regole una cu sintesi + rinvenibile in questa pagina del sito Mondo Hedge che è consigliabile visitare per saperne di più. Allo stesso scopo, visitare la pagine di Gruppo Albertini Syz e la sezione Investimenti alternativi.

Questa non è  una santificazione degli Hedge Fund o Fondi Speculativi come diespregiativamente li si chiama ma solo un tentativo di dirne qualcosa i più e di più sereno, senza pregiudizio alcuno. E cerità dei fatti, corre l’obbligo di sottolineare che nessun Fondo Hedge che opera in Italia ha affibbiato ai piccoli e disarmati risparmiatori né bond argentini, né obbligazioni Cirio né obbligazioni o azioni Parmalat un quarto d’ora prima dell’esplodere dello scandalo. Questo è invece accaduto da parte di banche retail italiane che hanno fatto lo scaricabarile a danno dei piccoli risparmiatori avendo investito i loro soldi senza metterci di tasca loro il becco di un quattrino.

-coloro che senza sapere un amato tubo considerano la finanza la causa di ogni male, l’affamatrice del genere umano, farebbero bene ad informarsi. Essi ed anche qualcuno catapultato a governare armato di moralismo d’accatto ed ubbie di saper tutto avendo vaticinato tutto senza aver capito nulla, se si prendessero il disturbo di informarsi, verificherebbero che la finanza è parte rilevante di quel mix di elementi che ha permesso il grande progresso economico e sociale che l’umanità ha compiuto negli ultimi decenni.