Elezioni europee 2019: programmi dei partiti in sintesi. I temi principali

Pubblicato il 15 Maggio 2019 alle 20:50 Autore: Emilia Missione

Economia, crescita, immigrazione e lavoro. Qual è l’idea di Europa dei partiti italiani? Un confronto tra i programmi elettorali per le elezioni europee

L'ultimo spot dell' Unione Europea che invita al voto (VIDEO)
Elezioni europee 2019: programmi dei partiti in sintesi. I temi principali

A dieci giorni dal voto per le elezioni europee, in Italia la campagna elettorale entra nel vivo. Una campagna in cui, lamentano in molti, si parla poco di Europa e tanto di Italia.

Eppure, in attesa che il voto del prossimo 26 maggio provochi, o meno, ripercussioni sull’esecutivo italiano, i partiti hanno dovuto mettere nero su bianco la loro visione dell’Unione. Dall’economia all’immigrazione, dalla crescita all’identità ecco un confronto sui programmi elettorali dei principali partiti europei.

Programmi elettorali: l’Unione vista dall’Italia

Prima dell’economia, del lavoro e dell’ambiente esiste una questione preliminare: quale idea di Europa porteranno a Bruxelles gli europarlamentari italiani?

Partendo dagli scranni più a destra della plenaria di Bruxelles, troviamo i sovranisti di Matteo Salvini. La Lega non ha elaborato un suo programma elettorale specifico ma ha sottoscritto quello del Menl, il Movimento per un’Europa delle Nazioni e della Libertà che dalla prossima legislatura confluirà nell’Alleanza Europea dei popoli e delle nazioni fondata proprio dal leader del Carroccio. I sovranisti, si legge nel programma per le elezioni europee, rifiutano “qualsiasi politica volta a creare un Super-Stato o qualsiasi modello sovranazionale. L’opposizione a qualsiasi trasferimento della sovranità nazionale a organi sovranazionali e / o istituzioni europee è uno dei principi fondamentali”.

Una posizione non molto diversa da Fratelli d’Italia che, alleata con i Conservatori e riformisti a Bruxelles, propone una trasformazione dell’Unione europea in una confederazione di Stati sovrani organizzati secondo il principio della sussidiarietà. Alla UE sarebbero delegate solo le grandi questioni, come la politica estera o l’immigrazione.

Punta tutto su un maggiore coinvolgimento dei cittadini il Movimento Cinque Stelle. Orfano di un gruppo parlamentare europeo, il Movimento nel programma chiede un assaggio di democrazia diretta con l’introduzione del referendum europeo. Inoltre, propone una riforma che porti un più equo bilanciamento dei poteri tra Parlamento e Consiglio.

Di un’Europa più forte e più unita parlano invece gli altri partiti. Per Forza Italia, l’Europa va cambiata ma serve più coesione soprattutto in politica estera. “Solo in questo modo – si legge – potremo confrontarci e dialogare alla pari con Stati Uniti, Russia e Cina“.

Per +Europa, il partito guidato da Emma Bonino e alleato con Alde per le elezioni europee, la risposta è semplice: gli Stati Uniti d’Europa.
L’Europa ha un solo modo per fronteggiare le sfide del nostro tempo: restare unita. Noi la vogliamo così. Unita, federale e democratica. Forte nelle sue diversità“, si legge nel programma.

Di una nuova Europa, al centro della vita dei cittadini, parla il Partito Democratico, alleato dei socialisti europei. “È solo all’interno di un quadro europeo – si legge – che possono essere affrontati con successo i problemi delle persone e delle società. Ci battiamo per un’Unione politica, che sappia superare gli egoismi nazionali, con istituzioni semplici e comprensibili, fondata sulla partecipazione dei cittadini, dotata di una Costituzione democratica“.

Programmi elettorali: economia

Se c’è un punto su cui tutti i partiti sono d’accordo è l’economia. In tutti i programmi c’è un riferimento a maggiori investimenti, crescita e lavoro. Ciò che cambia sono le ricette.

Per il Pd serve “un piano straordinario di investimenti finanziato dal bilancio europeo (da portare all’1,3% del Pil), da Eurobond emessi dalla Bei e acquistati dalla Bce e dagli Stati membri attraverso lo scorporo dal calcolo del deficit degli investimenti”. Ma anche una lotta alla concorrenza fiscale sleale, il cosiddetto dumping, approvando “la base imponibile comune e consolidata per le imprese, la digital tax e un’aliquota minima effettiva europea del 18% sulle imprese”.

Di concorrenza sleale parla anche Forza italia. “Il mercato interno europeo – si legge – deve garantire una maggiore giustizia ed armonizzazione fiscale. Non possiamo accettare paradisi fiscali o livelli di tassazione quasi nulli come quelli di cui godono i giganti del web“.

Per Fratelli d’Italia, senza più l’austerity, l’Italia potrà dar vita a un piano di riforme che porti tanto all’abbassamento del carico fiscale quanto a nuovi posti di lavoro. Una posizione simile a quella del Carroccio che, tuttavia, non dà una visione specifica sul tema. “Ognuno – si legge sul sito web del Carroccio – ha il diritto di difendere i propri modelli economici, sociali, culturali e territoriali specifici e unici in Europa. Il MENL intende tutelare la diversità dei progetti politici dei propri membri”.

La richiesta di meno vincoli di bilancio viene anche dal Movimento Cinque Stelle. “L’austerity ci ha reso tutti più poveri – si legge nel programma -. Cambiamo il mandato della BCE e inseriamo la crescita economica e la piena occupazione tra i suoi obiettivi”.

A declinare nel senso della sostenibilità la proposta economica è +Europa.
” L’Europa in cui crediamo – scrivono – è un’Europa che mette in primo piano la sostenibilità, facendola diventare l’asse portante di politica, economia, ricerca, industria, sviluppo”.

Programmi elezioni europee: immigrazione

Altra questione cruciale nella prossima legislatura europea sarà quella dell’immigrazione. Se l’Europa ha ammesso di non aver fatto abbastanza, la nuova Unione dovrà cercare risposte alternative.

Per la Lega e Fratelli d’Italia la questione è anche una battaglia identitaria. Nel programma per le elezioni europee sottoscritto dal Carroccio immigrazione e identità europea sono messe in stretta correlazione.”I deputati europei del MENL – si legge -imperniano la loro alleanza politica sulla conservazione dell’identità dei popoli e delle nazioni d’Europa, in conformità con le caratteristiche specifiche di ogni popolo. Il diritto di controllare e regolare l’immigrazione è conseguentemente un principio fondamentale”. Per il partito guidato da Giorgia Meloni, che parla di processo di islamizzazione in corso, l’immigrazione regolare dovrebbe essere permessa solo a quella nazionalità che hanno dimostrato di integrarsi e che non creano problemi di sicurezza e terrorismo.

A parlare di una riforma del regolamento di Dublino sono Forza Italia, Partito Democratico, +Europa e Movimento Cinque Stelle.

Se per lo schieramento guidato da Emma Bonino è necessaria una gestione delle frontiere nel rispetto della centralità dell’individuo, della sua dignità, volontà e libertà, per il M5s è arrivato il momento di smetterla con le “belle parole e le pacche sulle spalle. Contano i fatti. La gestione dei flussi, l’accoglienza, le responsabilità e gli oneri dell’immigrazione devono essere condivisi equamente tra tutti gli Stati Membri”.

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L'autore: Emilia Missione

Giornalista professionista, classe '90. Ho lavorato a SkyTg24 e come public affairs consultant. Amo la politica, le parole e le gonne di tulle. Ma non in questo ordine.
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