Assegno di invalidità con un solo rene: a chi spetta e che patologia occorre

Pubblicato il 5 Giugno 2019 alle 09:55 Autore: Daniele Sforza

Chi ha un solo rene può percepire un assegno di invalidità? E in caso negativo, quali patologie renali bisogna avere per ottenere i benefici?

Assegno di invalidità con un solo rene
Assegno di invalidità con un solo rene: a chi spetta e che patologia occorre

Si può percepire l’assegno di invalidità con un solo rene? Tale problema è associabile a una determinata percentuale di invalidità, ma forse non sufficiente per disporre qualche beneficio e agevolazione come previsto dalla normativa vigente. Per sapere qual è la percentuale di invalidità associata alle persone con un solo rene, bisogna guardare alla normativa di riferimento, ovvero a quelle tabelle ministeriali pubblicate nel DM 5/2/1992.

Assegno di invalidità con un solo rene: quando viene dato

Come è ben noto l’assegno di invalidità è un trattamento economico assistenziale che spetta a chi ha un’invalidità che riduce di 2/3 la sua capacità lavorativa. Cioè si ottiene con una percentuale importante, compresa tra il 74% e il 99% (al 100% si ottiene la pensione di inabilità). Chi ha un solo rene, consultando le tabelle ministeriali, può riconoscersi nella cosiddetta nefrectomia con rene superstite integro, scoprendo però che la percentuale di invalidità ad essa associata è solamente del 25%.

Patologie renali che danno diritto ad assegno di invalidità o a pensione di inabilità

Per guardare le percentuali di invalidità collegate alle patologie renali bisogna guardare infatti a quelle che riguardano l’apparato urinario ed endocrino. Ma tra queste quali danno diritto all’assegno di invalidità? Andiamo a elencarle qui di seguito.

  • Glomerulonefrite ereditaria: 100%;
  • Ipoplasia renale bilaterale: 75%;
  • Tumore di Wilms: 95%;
  • Sindrome nefrosica con insufficienza renale: 81-90%;
  • Estrofia della vescica urinaria: 80%;
  • Esiti di nefropatia in trattamento dialitico permanente: 91-100%.

Patologie apparato urinario che non danno diritto all’assegno di invalidità

Ora andiamo a elencare quelle patologie renali elencate nelle tabelle ministeriali che, pur non dando diritto all’assegno di invalidità, consentono di accedere ad altri tipi di agevolazioni (previste a partire dal 34% di invalidità).

  • Cistectomia con derivazione nel sigma: 41-50%;
  • Ritenzione urinaria cronica con catetere a permanenza: 46%;
  • Ritenzione urinaria cronica (plurisettimanale): 35%;
  • Duplicità o ectopia ureterale bilaterale: 41%;
  • Glomerulonefrite da immunocomplessi con insufficienza renale lieve: 61-70%;
  • Idronefrosi bilaterale: 41-50%;
  • Rene a ferro di cavallo con calcolosi: 45%;
  • Rene di ferro a cavallo con idronefrosi: 55;
  • Rene policistico bilaterale: 70%;
  • Sindrome nefrosica con insufficienza renale lieve: 31-40%;
  • Cistostomia con catetere a permanenza: 61-70%;
  • Cistectomia con derivazione esterna o con neovescica e scarso controllo sfinterico: 51-60%;
  • Trapianto renale: 60%.

Patologie apparato endocrino: agevolazioni e assegno di invalidità

Come abbiamo scritto in precedenza le malattie ai reni possono essere consultate anche nelle tabelle che elencano le patologie dell’apparato endocrino.

  • Ipotiroidismo grave con ritardo mentale: 100%;
  • Artropatia gottosa con grave impegno renale: 91-100%;
  • Iposurrenalismo grave: 91-100%.

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Si possono sommare le invalidità?

E nel caso in cui avessimo un’altra patologia renale, oltre alla mancanza di un solo rene? Le percentuali di invalidità potrebbero sommarsi e consentire di raggiungere l’assegno di invalidità? Il calcolo, invero, non consiste in una mera addizione di percentuali, bensì in una operazione più complessa che determina poi il risultato finale (e la percentuale di invalidità totale). E che si traduce nella sottrazione tra la somma delle percentuali di invalidità e la moltiplicazione delle stesse. Certamente la percentuale di invalidità risulterà maggiore e forse darà diritto all’ottenimento di qualche agevolazione prevista dalla normativa vigente.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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