Cosa indossare a un matrimonio

Pubblicato il 12 Giugno 2019 alle 11:34 Autore: Nicolò Zuliani
Cosa indossare a un matrimonio

Se non hai indicazioni degli sposi: completo blu scuro, camicia bianca con colletto, scarpe e cintura neri; calzini blu scuro o neri, cravatta qualunque NON rossa. Divertiti.

Questa è la domanda che mi fanno più persone, e la mia risposta. È anche una delle domande più frequenti su Google, a cui ne seguono milioni di altre: perché questo mi sta male?
Quanto devo spendere?
Come dev’essere X?
E le scarpe?
Che marca va bene?

Stai cane, amico mio.

Il motivo è che nessuno di noi maschi etero ha più idea di come vestirsi. I nostri genitori non ce l’hanno insegnato e quando proviamo a guardare su Instagram vediamo tizi vestiti da pagliacci, quando proviamo a cercare fashion blogger maschili è anche peggio, quando apriamo riviste vediamo cazzate improponibili a prezzi ridicoli. Il Pitti uomo neanche ne parliamo; andare lì e urlare “AO’ SU LE MANI A CHI PIACE LA FIGA” avrebbe un solo effetto:

Farebbe distogliere lo sguardo anche alle cravatte.

Noi tizi qualsiasi non sappiamo abbinare le cose, capire se un capo è di qualità o meno, crediamo alle marche come fossero religione, parole come “il mondo della moda” ci fanno prudere le mani – e il culo – anche perché il solo punto di riferimento è Enzo Miccio, uno che di cose ne sa ma ha gusti un po’ estremi e fa una trasmissione sbagliatissima. Così, quando dobbiamo andare a un colloquio di lavoro, a un primo appuntamento, a un matrimonio, fissiamo l’armadio con sguardo attonito. Nulla. Allora andiamo in un negozio d’abbigliamento durante i saldi, per vedere cosa si prova a cercare la nostra taglia.

Bruce ha appena visto l’ultima 48 in mano a un maestro di karate

È opinione comune che per essere elegante servano soldi, ma non è vero. Per darti un’idea, una giacca di marca hyperwow yeah maaan fatta in serie – quindi con le taglie – può costare 2000 euro. Ti starà comunque peggio di una giacca fatta da un sarto su misura, che ne costa meno di un quarto. La moda è una truffa che oltre a costare sangue e fottere l’ambiente, funziona perché noi non sappiamo le cose, ci vergogniamo ad ammetterlo e non sappiamo come rimediare.

Se i nostri nonni vedessero quello che c’è negli scaffali, e quanto costano, gli salirebbe il partigiano bombarolo. Oggi per strada i vecchi sono quelli vestiti meglio, eppure non hanno fatto l’accademia della moda: hanno solo ascoltato i loro genitori.

Perché dovrebbe riguardarmi?

Bè, perché serve a scopare.
Le donne sono sensibili alla bellezza, i fiori, la simmetria, l’insieme, quelle robe là che noi snobbiamo ma i nostri nonni padroneggiavano. E con cui hanno sovrappopolato l’Italia. I nonni stavano in cravatta in casa, per essere belli agli occhi della nonna come quando si erano sposati. Numero minimo di figli, tre. Quindi non parlerò di marche, non dirò di spendere somme enormi. Il mio obiettivo è fare quello che avrebbe dovuto fare il mio vecchio: insegnarmi i princìpi, poi sta a me applicarli alla mia epoca.

Questa roba è per chi ha passato i vent’anni e vuole darsi una sistemata. Per chi ne ha 30 e sta cominciando a girare per gli uffici. Per chi ne ha 40 e s’è rotto le balle di vestirsi da bambino. Per le donne che vorrebbero farsi l’occhio clinico sartoriale che aveva la loro nonna, e dare i giusti ordini suggerimenti al loro compagno quando vanno a far spese.

Ci vediamo oggi pomeriggio con la linea generale: un genio italiano, un inglese burbero e una formula matematica. Sarà tutto semplificato al massimo perché ripeto: sono qui per insegnare a pescare, non a vendere canne da pesca né a masturbarmi sulla composizione atomica del metallo dell’amo. Ci vediamo oggi pomeriggio all’entrata della tana del Bianconiglio: un italiano geniale, un inglese burbero e una formula matematica.

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
Tutti gli articoli di Nicolò Zuliani →