Conto corrente: versamento contanti banca o posta, importo massimo 2019

Pubblicato il 25 Giugno 2019 alle 11:43 Autore: Guglielmo Sano

Può capitare di mettere da parte un bel gruzzoletto di contanti, quindi, volerli depositare sul proprio conto corrente. Quali sono le regole da conoscere?

Conto corrente: versamento contanti banca o posta, importo massimo 2019
Conto corrente: versamento contanti banca o posta, importo massimo 2019

Può capitare di mettere da parte un bel gruzzoletto di contanti, quindi, volerli depositare sul proprio conto corrente. Quali sono le regole da conoscere?

Conto corrente: operazioni sotto controllo

I versamenti di denaro contante su conto corrente sono tra le operazioni più controllate dalle autorità in chiave di contrasto all’evasione fiscale. In questo senso, l’Agenzia delle Entrate monitora le situazioni a rischio evasione grazie all’Anagrafe dei conti correnti.

In sostanza, si tratta di un enorme archivio che viene aggiornato periodicamente dagli istituti di credito. Un archivio che contiene informazioni relative al saldo, i pagamenti con carta di credito, i prelevamenti ma anche i bonifici e i versamenti in contanti.

L’Agenzia delle Entrate non può condurre verifiche in modo indiscriminato (per esempio, se si riceve qualche centinaio di euro in regalo a Natale e poi si versano sul conto non dovrebbe succedere nulla di male), detto ciò, per evitare che si attivino i controlli basta tenere a mente una regola di fondo: bisogna poter dimostrare la provenienza lecita del denaro. Nel caso delle controversie tra contribuenti e Fisco, infatti, vale il principio dell’inversione dell’onere della prova. In pratica è il correntista che deve dimostrare – con prova generica ma analitica – la regolarità della movimentazione di denaro in questione.

Cosa dice la legge?

Non ci sono dei paletti normativi da rispettare a proposito dei versamenti di contanti su conto corrente. In teoria, si può versare qualunque cifra in qualsiasi momento. Ciò detto, è chiaro che più la cifra è consistente più potrebbe attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate: a quel punto bisognerebbe dimostrare che non si tratta di denaro di provenienza illecita. Ecco allora che si potrebbe trattare di un canone di affitto incassato a fronte di un contratto registrato, in quel caso il rischio evasione è scongiurato (facile dimostrare come sia già stato tassato in dichiarazione dei redditi), oppure di un regalo, di un risarcimento, del risultato di una vendita di un oggetto usato (tutti redditi esentasse).

Certo che, come si diceva, se il denaro non è poco ed è difficile dimostrarne la provenienza in modo documentale (una vincita al tavolo da poker con gli amici) versarlo sul conto corrente aumenta la possibilità di controlli. Tale possibilità diminuisce se il versamento non avviene in una unica soluzione. A tal proposito da sottolineare che in questo senso per le banche la normativa anti-riciclaggio prevede di avvertire l’Agenzia delle Entrate in caso di versamenti o prelevamenti superiori a 10mila euro ma anche a mille se si sospetta possano essere la frammentazione di prelievo o versamento superiore ai 10mila euro.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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