Domicilio digitale persone fisiche 2019: cos’è, come attivarlo online e info

Pubblicato il 3 Luglio 2019 alle 13:18 Autore: Claudio Garau

Che cos’è e qual è la finalità del domicilio digitale delle persone fisiche. Qual è la legge di riferimento e quali sono i vantaggi concreti di esso.

Domicilio digitale persone fisiche 2019: cos'è, come attivarlo online e info
Domicilio digitale persone fisiche 2019: cos’è, come attivarlo online e info

Il domicilio digitale è una novità introdotta recentemente dalla legge, e rappresenta un ulteriore passo verso la progressiva digitalizzazione dei servizi. Vediamo perciò cosa è utile sapere, che cos’è e come attivarlo, soprattutto con riferimento alle persone fisiche, vale a dire i privati cittadini.

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Domicilio digitale: quale legge lo disciplina? Che finalità ha?

Come accennato, è da poco previsto questo istituto, regolato dal riformato Codice dell’Amministrazione Digitale, vale a dire il decreto legislativo n. 82 del 2005. Tale ampio testo ha appunto la finalità di riunire ed organizzare tutte le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e le imprese. E in questo quadro, ovviamente, si inserisce l’introduzione del domicilio digitale quale strumento per facilitare e rendere più semplici ed immediati i rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini e imprese.

A questo punto, domandiamoci cosa sia un domicilio digitale. Altro non è che un indirizzo di PEC o equivalente (servizi di recapito certificato) da dichiarare alla Pubblica Amministrazione. Già obbligatorio per i titolari di partita IVA come ad esempio avvocati e commercialisti, oggi il domicilio digitale è stato esteso anche ai privati cittadini, in virtù dell’apposito articolo previsto nel Codice di Amministrazione Digitale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel 2018. In sostanza, ogni privato cittadino oggi può dare alla Pubblica Amministrazione un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC), che rappresenterà il domicilio digitale.

È in pratica un domicilio virtuale, rappresentato da un indirizzo PEC incluso e registrato all’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), a disposizione di tutte le  pubbliche amministrazioni che vorranno comunicare con il privato cittadino. Come sopra accennato, per imprese e liberi professionisti iscritti agli albi è un dovere imposto dalla legge, comunicare il proprio domicilio digitale, e quindi il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata. E ciò al fine di  inviare e ricevere comunicazioni con valore legale inoppugnabile.

È chiaro che l’obiettivo di fondo di tale innovazione, è quello di far sì che anche i privati cittadini siano inclusi in questa sorta di rivoluzione digitale dei rapporti tra Stato e popolazione. Infatti, i privati cittadini che non abbiano ancora aderito al nuovo sistema, continueranno a ricevere le comunicazioni legali della PA, esclusivamente con raccomandata in formato cartaceo al proprio indirizzo di residenza.

Come attivarlo?

La registrazione del domicilio digitale non è operazione complessa. Per ciò che riguarda tutti i liberi professionisti iscritti in albi professionali, il domicilio digitale è in pratica costituito dall’indirizzo PEC, registrato nel cosiddetto elenco INI-PEC, vale a dire l’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata di professionisti e imprese.

Invece, per il cittadino, occorrerà dotarsi di una casella di posta elettronica PEC, laddove non l’abbia. In secondo luogo, l’interessato dovrà comunicare il proprio indirizzo PEC al Comune di residenza, presentando un’apposita richiesta in tal senso. Così il Comune provvederà a inserire il nuovo domicilio digitale nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR). Ciò che preme sottolineare è che questa comunicazione è fatta in modo totalmente gratuito ed esente da spese di qualsiasi natura. L’utilità sarà che, una volta attivato il canale digitale per le comunicazione con gli uffici pubblici, ogni tipo di comunicazione dalla Pubblica Amministrazione arriverà in formato digitale. Pertanto, documenti amministrativi di varia natura, cartelle esattoriali e notifiche di atti saranno ricevute nella propria casella PEC. Il tutto in tempi molto più veloci delle comunicazioni cartacee tradizionali.

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Quali sono i vantaggi concreti?

Alla luce di quanto detto, risultano probabilmente abbastanza chiari i vantaggi di un tale nuovo sistema di comunicazione. Si tratta infatti non solo di un risparmio di tempo, ma anche di risparmio economico per cittadini e PA.

I cittadini non dovranno più farsi carico delle spese di notifica di una raccomandata tradizionale, di regola a carico del destinatario. Con la PEC, sarà possibile inviare e ricevere un numero indefinito di comunicazioni, semplicemente facendo l’attivazione di un abbonamento annuo di pochi euro con un ente autorizzato al rilascio della PEC.

La PA, invece, risparmierà svariati milioni di euro, dato che non saranno necessari documenti cartacei, nè buste o servizi di stampa. E non saranno necessari neanche i costi legati alle attività manuali di comunicazione e di mantenimento degli archivi cartacei. Insomma si tratta di un’innovazione che, con tutta probabilità, porterà grandi vantaggi nella comunicazione tra cittadini e Stato.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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