Caso Englaro, il governo dà uno schiaffo a Napolitano e approva il decreto-legge

Pubblicato il 6 Febbraio 2009 alle 16:02 Autore: Redazione
Beppino Englaro padre di Eluana

Il Consiglio dei ministri ha approvato poco fa il decreto-legge d’urgenza per impedire che la volontà di Eluana Englaro, e una sentenza, vengano rispettate.

Si tratta di uno schiaffo al Presidente della Repubblica, che in mattinata aveva inviato una missiva al governo ribadendo la propria contrarietà a un decreto d’urgenza su una materia così delicata. E, nel contempo, di un palese atto di sottomissione alle richieste del Vaticano e della Cei.

Il provvedimento, per entrare in vigore, dev’essere controfirmato dal Capo dello Stato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Il Parlamento avrà poi 60 giorni di tempo per convertirlo in legge.

ELUANA: COSÌ LA COSTITUZIONE, SENZA FIRMA COLLE DL NON C’È

Beppino Englaro padre di Eluana

(ANSA) – ROMA, 6 FEB – Il Presidente della Repubblica «promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti». È quanto si legge all’articolo 87 della Costituzione. Secondo la Carta, quindi, è facoltà del Capo dello Stato emanare un decreto (come quello varato oggi dal Cdm sul caso Englaro) oppure non firmarlo. «Napolitano può non firmare il decreto – spiega Stefano Ceccanti, costituzionalista e senatore del Pd – e senza firma il decreto non può entrare in vigore: semplicemente non c’è. Rientra nei poteri che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica, che risponde anche di alto tradimento alla Costituzione, per cui non può firmare un decreto giudicato incostituzionale». «Stupisce – aggiunge Ceccanti – che il governo, nonostante il parere di Napolitano, abbia deciso comunque di andare fino in fondo, non pensavo l’avrebbero fatto a questo punto. È uno sgarbo istituzionale molto grave».

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