Jason Momoa, il grasso, Internet e la grande illusione

Pubblicato il 15 Luglio 2019 alle 15:12 Autore: Nicolò Zuliani
Jason Momoa, il grasso, Internet e la grande illusione

Dopo aver girato Aquaman, Jason Momoa ha ripreso chili. Era successo anche a Gerard Butler dopo aver girato 300, a Chris Pratt dopo Guardiani della Galassia. Non parliamo di Christian Bale, perché è pazzo. Momoa è alto 1,93 e le sue guardie del corpo, vicino a lui, sembrano dei passerotti. A questo si aggiunga la massa corporea di un giocatore di rugby.

Non appena le foto hanno fatto il giro del web, la folla è insorta deridendolo. Gli uomini hanno emesso molti versi scimmieschi – fono tutti fteroidi!1! – mentre le donne si sono stracciate le vesti – che fchifo, e dire che era tanto bello!11! – in un crescendo che arriva inevitabile a parlare delle dimensioni del sesso e altre miserie.

Gerard Butler
Chris Pratt

La cruda realtà

Chiunque abbia fatto sport a livello discreto o frequentato una palestra non per scaldare le panche, sa che nel mondo reale i muscoli sono avidi e transitori. Calano appena trascuri alimentazione, allenamento o idratazione. Basta una settimana di bagordi perché mesi di allenamento diventino grasso. È anche per questo che il personale militare non ha il fisico di The Rock; costa troppo in termini di mantenimento ed è controproducente in situazioni di stress – o peggio ancora, in acqua. Mantenere un fisico come quello di Momoa tutto l’anno è malsano. Non si può stare in definizione un anno; finisci deperito a farti di Xanax o di cocaina.

Legione straniera
Reggimento Col Moschin

Il prezzo

Persone come Statham, Dwayne Johnson, Bjornsson e pochi altri sono atleti, più che attori. Vivono allenandosi otto ore al giorno e mangiando praticamente la sbobba di Matrix, seguiti dai migliori nutrizionisti e preparatori atletici del mondo. Che sia uno stile di vita sano è molto discutibile. The Rock fa ogni giorno un’ora di cardio, un’ora e mezza di pesi, mangia sette volte al giorno ogni tre ore, tanto che deve approfittare dei semafori per mangiare.

Bjornsson, poi, è una storia a parte. Sei uova la mattina, mezzo chilo di macinato come spuntino, un pollo intero a pranzo, mezzo chilo di salmone la sera, un totale di due chili di patate al giorno, deve svegliarsi durante la notte per mangiare uova crude. Una sera è arrivato a mangiare sette polli arrosto. Non è un modello sano, né sostenibile sul lungo periodo.

La grande illusione

Persone che han scambiato il proprio corpo per il bidone dell’umido hanno bisogno di credere che anni di impegno, sofferenze e sacrifici si possano comprare un pomeriggio su uno scaffale, e che grazie a quello potranno avere l’estetica che hanno sempre sognato. Gli basterà ordinarlo su Amazon, sono idioti quelli che si svegliano tutte le mattine alle 6 e sudano l’anima prima di andare al lavoro; una punturina e via. Ed è ironico, perché è grazie a questa bubbola che vengono rapinati da personal trainer nullafacenti, nutrizionisti ciarlatani, catene di palestre fighette, aziende d’integratori – e ovviamente marche d’abbigliamento.

Un classico fisico femminile facilmente ottenibile con Crema di pan di stelle, Netflix e corsetta serale

Birretta, panino con la mortazza, 20 flessioni prima di andare a dormire e voilà.

È di questo che dovremmo parlare

Dovremmo preoccuparci quando vediamo uomini e donne con una massa grassa del 6% tutto l’anno. Perché chi fa sport, e chi controlla chi fa sport, sa bene cosa significa. I modelli che fumano per compensare la fame, le botte di diuretici, lo shottino di whisky per aumentare la vascolarizzazione prima del servizio fotografico, i pesi sui set prima delle scene. Photoshop e After Effect.

Avere un bel fisico, oggi, non significa avere un fisico sano: significa farsi un mazzo tanto per poter brillare un istante, che viene cristallizzato in una foto o in un filmato e spacciato per normalità. È questa la storia dietro le foto delle pubblicità “in forma in sei settimane”. Ma l’importante è crederlo, e deridere Jason Momoa perché ha smesso di fare per un istante quello che molti di noi non sanno fare in tutta la vita.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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