Decoder Sky “pezzotto”: come funziona il dispositivo illegale zsat

Pubblicato il 23 Luglio 2019 alle 13:36 Autore: Guglielmo Sano

Decoder Sky “pezzotto”: un caso di cronaca a Palermo accende i riflettori sul remunerativo business dello streming pirata dei canali pay per view

Decoder Sky "pezzotto": come funziona il dispositivo illegale zsat
Decoder Sky “pezzotto”: come funziona il dispositivo illegale zsat

Come spesso avviene, un singolo caso di cronaca, dal respiro che per certi versi potrebbe essere definito “locale”, accende i riflettori su un fenomeno criminale di più grossa portata.

Decoder Sky “pezzotto”: il caso di Palermo

Solo pochi giorni fa, la Polizia Postale di Palermo ha denunciato un 35enne per violazione della legge sul diritto d’autore; in casa dell’uomo è stata trovata la cosiddetta “sorgente” di una piattaforma di streaming illegale (IPTV) Zsat: era composta da 57 decoder Sky collegati a degli apparecchi che ritrasmettevano i canali di pay per view a circa 11mila clienti in tutta Italia. A questi ultimi basta installare un “pezzotto”, in pratica una scatoletta – un piccolo decoder – che permette di ricevere il segnale pirata, e pagare una sorta di abbonamento mensile, dal costo non particolarmente alto, per vedere tutti i palinsesti delle più note emittenti satellitari.

Nel corso della perquisizione seguita al ritrovamento, gli uomini della Polizia di Palermo hanno trovato e sequestrato 186mila euro in contanti, lingotti d’oro, due portafogli virtuali contenenti diverse valute di cryptomoneta il cui valore è ancora da accertare ma che è facile ipotizzare sia elevato.

Un affare remunerativo ad appannaggio della criminalità organizzata

Quello dello streaming pirata dei canali in pay per view è un fenomeno troppe volte sottovalutato. Infatti, approfondendo la situazione, al di là dei casi specifici, si capisce come quello generato da piattaforme illegali come quella di Palermo sia un volume d’affari elevatissimo che in moltissimi casi finisce direttamente nelle casse della criminalità organizzata.

A spiegarlo sono stati anche gli investigatori del capoluogo siciliano a margine dell’ultima scoperta: “Per rendere possibile la trasmissione, organizzazioni criminali ben strutturate pongono in essere una complessa infrastruttura tecnologica, basata sull’acquisto di abbonamenti genuini (le “sorgenti”, NdR), da cui, attraverso un intricato sistema di decoder/encoder, il segnale viene trasformato in segnale-dati, scambiabile via internet. A questo punto, attraverso il ricorso a servizi tecnologici disponibili in commercio sul web, il segnale informatico viene assemblato in pacchetti, ed offerto al pubblico attraverso un sistema di rivenditori” (solitamente il segnale viene inviato su server all’estero che poi moltiplicano il segnale per migliaia di clienti, NdR) che giunge fino al cliente finale”.

Sempre gli investigatori precisano come il fenomeno sia “capace di generare un business milionario (le stime oscillano tra i 700 milioni e il miliardo all’anno, ndR), che da un lato si traduce in mancati incassi per gli operatori e dall’altro costituisce una fonte di approvvigionamento per pericolosi settori criminali, che non infrequentemente risultano contigui con la criminalità organizzata, nostrana ed internazionale”.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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