Reddito di cittadinanza e decreto dignità: Salvini “Manca manodopera”

Pubblicato il 7 Agosto 2019 alle 14:19 Autore: Alessandro Faggiano

Reddito di cittadinanza e decreto dignità: Salvini “Manca manodopera”. Il leader del carroccio contro la manovra principale dei 5 Stelle.

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Reddito di cittadinanza e decreto dignità: Salvini “Manca manodopera”

Nella giornata di ieri, 6 agosto, Salvini ha organizzato un incontro al Viminale con le parti sociali per parlare di lavoro e sviluppo. Un incontro dalla valenza non solo pratica ma anche simbolica, in quanto segue a ruota il tavolo organizzato dal premier Giuseppe Conte, accompagnato da Luigi Di Maio, per discutere della stessa tematica. Il grande assente al tavolo di Salvini è stato Maurizio Landini, segretario della CGIL ed evidentemente in maggior sintonia con Conte e Di Maio che con Salvini. Landini ha detto che il tavolo che conta è quello di palazzo Chigi. Ulteriori fratture che si sommano a quelle già esistenti e che mostrano l’escalation dell’insofferenza reciproca, con entrambi i vicepremier che attaccano l’alleato di governo ogni volta che si presenta l’occasione.

Con la votazione di oggi sulle mozioni pro e contro la tav, è stata simbolicamente ratificata la spaccatura di governo. Già nella giornata di ieri, però, Salvini ha attaccato la manovra di punta del Movimento 5 Stelle, sintomo di una crisi sempre più acuta e che potrebbe portare a breve a nuove elezioni.

Matteo Salvini, in conferenza stampa, critica il reddito di cittadinanza

Sembrava che ci fosse intesa su reddito di cittadinanza e flat tax, le principali manovre in ambito economico dei due partiti di governo. E invece, in conferenza stampa dopo il tavolo con le parti sociali, Matteo Salvini ha criticato il reddito di cittadinanza. “Nella grande distribuzione e nei negozi il potere reale d’acquisto delle famiglie è fermo. In tanti hanno sottolineato la mancanza di manodopera qualificata, che in alcuni casi è stata attribuita all’inserimento del reddito di cittadinanza perché dicono sarebbe più comodo non fare che fare.” Una frecciata che va di pari passo all’attacco al primo decreto lanciato dal MISE: il decreto dignità. “Tanti rilievi sono stati mossi al decreto dignità da parte di tutte le sigle e su questo ci facciamo carico di chiedere delle modifiche, vista l’inefficacia di alcuni passaggi. Così come sui piani risparmio, che non permettono l’accesso al credito.”

Il vicepremier leghista è stato però smentito dalle stesse sigle sindacali, che continuano a considerare il tavolo di palazzo Chigi come quello principale, per discutere delle novità in ambito economico, fiscale e lavorativo nella prossima legge di bilancio.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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